domenica, Dicembre 22, 2024

F1, Red Bull “esaspera” l’effetto outwash: carico aerodinamico potenziato

Red Bull partiva da favorita in Spagna. Questa la sensazione generale della F1 considerando la vettura austriaca. Sebbene il gap tra le scuderie di vertice sia diminuito senza dubbio, assottigliato dalla convergenza tecnica, la RB20 resta il punto di riferimento della massima categoria del motorsport. Questo perché la monoposto di Milton Keynes è praticamente arrivata a una sorta di asintoto, in quanto il margine di sviluppo della scuderia campione del mondo in carica è minor se pensiamo ai pacchetti aerodinamici della altre scuderie. Questa la teoria anche se poi la pratica differisce.

Newey non fa più parte del team, lo sappiamo. Il britannico ha rotto il legame con Red Bull. Al suo posto il numero 1 è diventato Pierre Waché, massimi poteri per lui. Un rinnovo rinnovo contrattuale ottenuto nei mesi scorsi per blindare il francese anche in vista del 2026. Nuova sfida regolamentare che il tecnico di Auchel è sicuro di vincere, in quanto il gruppo di lavoro che abita la fabbrica austriaca è di altissimo livello. Oltre a lui il dream team è composto da Enrico Balbo (Head of Aerodynamics), Craig Skinner (Chief Designer) e Ben Waterhouse (Head of Performance).

Red Bull F1
Pierre Waché e Christian Horner (Oracle Red Bull Racing)

Un concentrato di saggezza capace di sostituire Adrian, peraltro supportato da ulteriori ingegneri brillanti e promettenti. Nel frattempo però, la scuderia di Milton Keynes non sta certo a guardare. Per tale ragione il gruppo di lavoro ha cercato di profondere uno sforzo maggiore e potenziare l’attuale vettura di F1. Come anticipato tramite le nostre consuete preview del Gran Premio di Spagna, la scuderia campione del mondo di F1 ha portato un nuovo aggiornamento sulla RB20. Novità che si concentrano nella parte centrale della monoposto austriaca.

F1, Red Bull: ridisegna inlet radiatori e pance della RB20

Tramite gli scatti in arrivo direttamente dalla pitlane catalana, possiamo prendere in esame la vettura colorata blue racing. La zona d’ingresso delle pance è nuovamente variata. Un ulteriore step evolutivo che prevede un restringimento degli inlet collocati davanti ai radiatori. La RB20 aveva già la soluzione più estrema sulla griglia, con un feritoia a forma di “L”. La tradizionale sezione orizzontale ha subito una leggera diminuzione nella sua area. Possiamo notare il reshaping della zona esterna, con l’obiettivo di ingrandire la zona dell’undercut e incrementare la pressione statica in quella porzione della monoposto.

Anche la sezione d’ingresso verticale ha subito un aggiornamento. Esaminando con perizia la parte in questione, si evince come nella nuova versione lo slot non abbia più una lunghezza costante nella sua sezione in altezza. Questo perché nell’area inferiore la larghezza è senz’altro minore. Un provvedimento preso dai tecnici della Red Bull che come in precedenza nutre un preciso target: “scavare ulteriormente la zona del sottosquadro e guadagnando qualche altro millimetro cubico utile. Aspetto che si traduce in un quantitativo di effetto outwash maggiore.

Le modifiche sulle vetture in testa al mondiale non finiscono qui, con il team che ha rimodellato la vettura anche in altri punti delle pance. Anche in questo caso parliamo di uno step evolutivo. Notiamo infatti che la superficie laterale della pancia è stata ridotta, in modo da permettere una canalizzazione più effettiva del flusso nella parte inferiore. Aspetto che che consente di portare una massa fluida pulita più consistente a circumnavigare le forme della RB20 in direzione del posteriore.

Red Bull F1
compare pance Red Bull RB20

I team di F1 cercano sempre di compattare il più possibile le componenti interne, anche se da regolamento esiste un chiaro limite a livello di disposizione dei vari elementi. Inoltre c’è un altro discorso relativo alla fluidodinamica. Specie in questa area della vettura, bisogna apportare il necessario quantitativo d’aria alle masse radianti. L’ingombro finale è quindi in funzione di più parametri e su questo fattore si gioca la composizione di un volume maggiore o minore dedicato all’undercut.

Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich 

Immagini: – F1Tv

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