Lo sviluppo dell’unità turbo-ibrida per il progetto Audi in F1 procede a ritmi serrati da oltre due anni. La divisione Formula Racing GmbH (AFR), con sede a Neuburg, ha completato con successo la fase di simulazione al banco delle nuove power unit progettato e costruite in Germania. Adam Baker, CEO di AFR, e il direttore tecnico Stefan Dreyer, hanno recentemente fornito importanti dettagli sullo stato dell’arte del programma per ala massima categoria del motorsport. Dalla primavera del 2022, nello stabilimento di Neuburg, sono in corso i lavori di sviluppo della PU che debutterà nella stagione 2026.
Il CEO di Audi Formula Racing ha rivelato con soddisfazione che la nuova power unit ha coperto diverse simulazioni sui 22 banchi di prova presenti all’interno del fabbrica. Dreyer ha spiegato che le simulazioni al banco dei propulsori sono diverse a seconda dell’obiettivo del test. Las Vegas, ad esempio, è interessante per lo sviluppo in termini di gestione energetica complessiva. Diverse curve alternate, veloci e lente, e quasi due chilometri di guida a tutto gas sulla Strip di Las Vegas, infatti, forniscono l’ambiente ideale per perfezionare il motore a combustione e i componenti ERS (Energy Recovery System).
Per Audi è stato fondamentale acquisire un’ampia competenza in tutte le aree tecnologiche che compongono le unità turbo ibride di F1: V6 endotermico, il grande MGU-K, l’efficienza delle batterie, l’elettronica di controllo e non ultimo il software di gestione del propulsore. Il direttore tecnico di Audi Formula Racing parla dell’esperienza della casa tedesca in altre categorie del motorsport, ad elevato contenuto tecnologico, come il WEC, la Formula E, e l’attuale progetto Dakar. Aspetto che ha fornito un bagaglio di esperienza fondamentali per approcciare la Formula 1 in modo adeguato.
Se pensiamo al recente passato e in linea generale a tutte le categorie del motorsport dove il colosso tedesco ha partecipato, possiamo sostenere come Audi abbia già ampiamente dimostrato di saper sviluppare propulsori convenzionali, ibridi e puramente elettrici. Tuttavia la sfida della F1 è completamente diversa in termini di tecnologia avanzata e competizione. Un ambiente elitario dove la competizione eccelle ed ogni piccolo dettaglio marca la differenza. Un altissimo livello di eccellenza è il requisito minimo richiesto a tutti i partecipanti del programma come partner e fornitori.
F1, Audi: i ritmi serrati per farsi trovare pronti nel 2026
Il CEO di AFR ha spiegato che, ogni mese dall’inizio del progetto sono state completate varie milestone fondamentali: la costruzione del building F7.2 dedicato al programma, l’inizio dei test per il monocilindrico, il primo test di motore elettrico e del V6 al banco prova e le prime simulazioni di gara completate con l’unità di potenza completa. Anche l’acquisizione del personale ha richiesto tanto sacrificio. Superare la soglia di oltre 350 dipendenti che lavoreranno esclusivamente sulla Audi Power Unit per il 2026 è anche l’espressione dell’impegno profuso dalla casa di Ingolstadt.
Perché è chiaro che Audi non vuole entrare nel paddock dalla porta di servizio recitando il ruolo di cenerentola, giusto il contrario del dazio pagato da tanti colossi dell’automotive come ad esempio Toyota nei primi anni del terzo millennio. Il fatto che tutte le risorse del team possano concentrarsi completamente sullo sviluppo del propulsore per il 2026 è un vantaggio notevole rispetto a costruttori già impegnati nella massima categoria del motorsport. Secondo Dreyer l’intensità è la parola che sintetizza lo sviluppo delle performance.
Per fare un esempio: i regolamenti consentono un totale di tre banchi prova per i test sui monocilindrici che non sono limitati dalla FIA in termini di tempo di funzionamento. Dreyer ha confermato che Audi sfrutterà al massimo questa prescrizione per ottimizzare l’efficacia del processo sulla combustione del motore endotermico. Sino ad ora sono stati raggiunti tutti gli obiettivi che il management si era prefissato in termini di performance ed efficienza, in quella che è ancora una fase intermedia del processo di sviluppo della futura PU, la cui disciplina definitiva è stata ufficializzata pochi giorni fa dalla Federazione Internazionale.
Dreyer ha sottolineato l’importanza del supporto di un partner forte nella comprensione dei futuri carburanti che come sappiamo saranno totalmente sostenibili a partire dal 2026. Ricordiamo che Audi ha stretto da tempo una forte collaborazione tecnica con BP-Castrol a livello globale. Partenariato che potrebbe essere estesa al programma di F1, nonostante il colosso di benzine e lubrificanti sia già collaboratore della scuderia Alpine. L’ultima volta che BP-Castrol è stata partner di due team risale alla stagione 2017, quando forniva i propri prodotti a Renault e McLaren.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Audi F1