Archiviata la prima parte della stagione, la F1 approda in terra magiara nel toboga dell’Hungaroring, sede del Gp d’Ungheria. La Scuderia Ferrari, dopo un ottimo avvio di stagione sta affrontando un momento molto delicato principalmente dovuto allo sviluppo della SF-24, vettura che non sta rispondendo in pista in modo coerente con le simulazioni. Si tratta del primo vero momento di difficoltà da quando Frederic Vasseur è al timone della rossa.
La deludente campagna 2023 è stata considerata da tutti, internamente ed esternamente al Cavallino Rampante il risultato di un progetto tecnico nato nel corso della precedente gestione Binotto. Contemporaneamente ai risultati sportivi, il dirigente transalpino sta operando una riorganizzazione molto invasiva della GES, disegnata secondo la vision funzionale del manager di Draveil.
Tuttavia il verdetto della pista conta eccome. L’update che ha debuttato in occasione del Gp di Spagna si è rivelato un flop, tuttavia sino alla vigilia della tappa di Silverstone il teal principal della storica scuderia italiana ha ripetutamente confermato che non ci sarebbe stato alcun rollback, ovvero il ripristino di una piattaforma nel suo punto di consistenza.
Tradotto in linguaggio pratico, mettere in soffitta il package di aggiornamenti portati in pista a Barcellona per tornare alla specifica di Imola. Sostanzialmente, ripristinare una configurazione della monoposto che fornisce i medesimi risultati nel contesto virtuale e reale. Quando nelle prove libere del Gp di Gran Bretagna la coppia di piloti di rosso vestiti hanno utilizzato specifiche aerodinamiche diverse è apparso chiaro che le convinzioni di Vasseur, strenuamente difese in Spagna e Austria, hanno ceduto il passo di fronte alla cruda realtà.
La SF-24 ha disputato la gara d’oltremanica con la vecchia configurazione aerodinamica. Una decisione che ha obbligato il dirigente francese a un dietrofront comunicativo che è l’indice del momento di confusione del numero uno della gestione sportiva della Scuderia.
F1, Ferrari: nessuno è indispensabile, Newey compreso
Contestualmente alla battura d’arresto delle rosse dopo il trionfale Gp di Monaco, i rumors di un possibile ingaggio di Adrian Newey da parte di Aston Martin ha creato un clima di tensione intorno al Cavallino Rampante. L’opinione pubblica è divisa tra chi crede che si possa vincere anche senza il geniale progettista inglese e chi, in preda alla delusione, ritiene inaccettabile che l’ingegnere nativo di Stratford-upon-Avon sia uno smacco inaccettabile nei confronti del team di Maranello.
Vasseur ha recentemente ammesso che la Ferrari sia certamente interessata ad Adrian. “Newey? Sarebbe lo stesso se mi chiedessero se fossi interessato a Max Verstappen? Vorrei vedere quale team principal direbbe di no”, ha chiosato il dirigente transalpino. Tuttavia il francese ha sottolineato come non sia sufficiente chiamarsi Newey per essere vincente nell’immediato. Chi è al vertice di una piramide gerarchica deve andare oltre il curriculum del tecnico che si intende ingaggiare, ponendosi interrogativi importanti quanto il palmares della figura professionale ricercata.
Come si potrebbe integrare nel team? Cosa può offrire sul lungo periodo? Secondo Vasseur questi e altri interrogativi devono essere vagliati nel momento in cui una nuova figura professionale dello spessore di Newey viene preso in considerazione per il potenziamento dell’area tecnica. Il team principal della rossa è perfettamente cosciente dell’impatto di una figura cosi ingombrante come l’ingegnere inglese può avere all’interno di una struttura organizzativa.
Tuttavia, in qualsiasi disciplina sportiva, quando hai la possibilità di ingaggiare un fuoriclasse è il mondo intorno a quest’ultimo che deve essere plasmato per estrarne tutto il valore aggiunto. Quelle di Fred possono essere considerate parole di circostanza di chi deve necessariamente temporeggiare prima di qualsiasi annuncio ufficiale o portarsi avanti nel caso in cui Newey dovesse accasarsi in quella che un tempo era la Jordan.
Un rifiuto, l’ennesimo in oltre 20 anni di corteggiamento, che avrebbe il sapore dell’umiliazione soprattutto nel momento in cui il top management non sta badando a spese, basti pensare agli emolumenti che la Scuderia Ferrari garantirà dal 2025 ai suoi piloti. E’ pur vero che altri team hanno vinto senza il progettista ex Red Bull, dimostrando che tutti possono essere utili ma nessuno indispensabile.
In tal senso Vasseur ha sottolineato che dall’inizio del suo mandato sono stati ingaggiati oltre 50 tecnici dalla concorrenza, senza che fosse necessario divulgare un comunicato ufficiale per ogni nuova collaborazione. Un modo per far capire che la Ferrari è in fase di stallo per quanto concerne il mercato dei tecnici. Ovviamente non tutti si chiamano Newey, e i fan della rossa ormai ci hanno fatto la bocca individuando nel Progettista con la “P” maiuscola il solo in grado di ripescare il Cavallino Rampante dalle sabbie mobili della mediocrità dopo oltre tre lustri. Forse in modo improprio, intorno alla vicenda Newey si gioca la credibilità di Vasseur.
Autore e grafiche: Roberto Cecere
Immagini: Scuderia Ferrari – Red Bull Content Pool
