Le regole del 2026 per la F1? Sono ormai chiare! Forse sì, forse no. Insomma, vi decidete? Un po’ tutti, pensando alla nuova era turbo-ibrida, fra appena due anni, pendono dalle labbra di Nikolas Tombazis, direttore del dipartimento monoposto della FIA/delegato tecnico dal 2018. Un modesto consiglio ai grandi pensatori della Federazione: e se al posto di cambiare le regole nel 2026, salutassimo invece Tombazis con una lauta pensione?
Provocazione? Insomma…
Non è che da quando è a Place De la Concorde, il “genio” di origine greca abbia detto o fatto cose particolarmente degne di nota. E il regolamento 2022, in cui le sue (e di altri) previsioni non si sono avverate (sorpassi più facili etc etc) è “anche” frutto della fervida immaginazione del “buon” Tombazis. Ora, ci riprova: 2026, altro giro, altra corsa.
Altro fiume di denaro che si accolleranno (e si stanno accollando) le varie scuderie per progettare le nuove monoposto secondo i dettami FIA-Tombazis: un pelo più piccole, 20 centimetri, e 10 centimetri meno larghe, ancora più ibride (il cinquanta per cento della potenza totale dovrà essere elettrica), anche se più semplici (viene tolto l’MGU-H). Con l’aerodinamica attiva su entrambe le ali (e mi vengono i brividi se penso alla sicurezze dei piloti).
Questo sulla carta, perché ancora non si sa se tale accrocchio chimerico potrà funzionare. Tuttavia, ci sono ancora molte cose che devono essere definite e la stessa federazione ci ha tenuto a precisarlo. Come dire… mettiamo le mani avanti, che non si sa mai. E veniamo, appunto, al nostro progettista e ingegnere, classe 1968.
F1, Tombazis: un curriculum che è tutto un programma
Tombazis, in qualità di aerodinamico contribuisce alla Ferrari del ciclo vincente di Schumacher. Almeno di una parte, avendo lavorato a Maranello, nella sua prima esperienza, dal 1997 al 2003. Torna poi nella Scuderia nel 2006, questa volta come capo progettista e ci resta sino alla fine del 2014, quando viene licenziato in tronco. Monoposto non memorabili, le sue, con i soliti distinguo di chi perde e spiega, spesso tenute a galla dal talento dei piloti (vedi Alonso).
I ferraristi ricordano Nik con la morte nel cuore, soprattutto per quel capolavoro-tapiro della F14T. Il nostro voleva un motore molto piccolo e poco potente per avere una monoposto estremamente efficiente e veloce (dovendo imbarcare meno benzina degli altri). Sappiamo come è andata a finire. Ora, veniamo alle ultime parole del Tombazis sulle regole del 2026, in particolare sulla cosa intrigante quanto un granello si sabbia nella sabbia. Entro nel dettaglio: in teoria nessuno può lavorare all’aerodinamica delle monoposto del futuro se non dal primo gennaio 2025. E non si scappa!
Ecco… ora immaginiamo un Newey, ad esempio che, a casa sua con il proprio pantografo o pc non pensa affatto alle nuove monoposto sino a quando, scoccata la fatidica mezzanotte del 31 dicembre 2024 e dopo i primi secondi del nuovo anno potrà accendere il cervello e dirgli: “Ecco, ora pensaci!”. Va da sé che sia una cosa a dir poco utopica. Eppure il nostro Nik lo dice senza problemi.
Regole 2026: fatta la legge, trovato l’inganno
Difatti, intervistato da motorsportmagazine.com, Tombazis afferma: “Un’attività su larga scala come un imbroglio palese in termini di avvio illecito di un programma 2026 o altro coinvolge un numero elevato di persone in una scuderia; non si potrebbe nascondere una cosa del genere e all’interno del team e circoscriverne la conoscenza a tre persone. Le conseguenze di una cosa del genere sarebbero così enormi che credo ci vorrebbe una squadra molto coraggiosa, o molto stupida, o entrambe le cose, per decidere di imbarcarsi in un’avventura del genere”.
“Perché le squadre perdono personale, non tutti in una squadra sono sempre contenti, o felici di partecipare a un imbroglio. È la storia della F1, le squadre molte volte sono state messe nei guai da ‘informatori’ che una volta cambiata casacca vuotavano il sacco su cosa aveva fatto la squadre in cui hanno lavorato in precedenza”.
Sarebbe facile ricordare al nostro che guardie e ladri si rincorrono da quando esiste l’umanità. E di solito i ladri hanno sempre un poco di vantaggio. E sarebbe facile spiegargli che “fatta la legge trovato l’inganno”. E che l’ingegno umano si lambicca proprio per cercare le scorciatoie, le furbate e via discorrendo. Soprattutto quando hai una miriade di norme e regole.
Così come ricordagli che pure il software che gira sui computer si presti egregiamente ad essere in qualche modo bypassato, bucato, modificato e via discorrendo. La cosa curiosa e preoccupante, è che probabilmente Tombazis crede davvero a quello che dice. E questo spiega tante cose di questa F1.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: FIA – Scuderia Ferrari