Una sessione complicata per la Ferrari, ma nulla di inaspettato. Il circuito di Silverstone non è adatto alla SF-24 vista oggi. La Scuderia di Maranello è arrivata qui nelle condizioni peggiori, per cui non sarebbe stato affatto facile ottenere un ottimo risultato. Leclerc è stato eliminato nel passaggio in dal Q2 al Q3, mentre Sainz conclude al settimo posto, e domani partirà dalla quarta fila.
Nella giornata di ieri i ferraristi hanno utilizzato due configurazioni aerodinamiche differenti: non parliamo semplicemente di due ali diverse, bensì hanno fatto un compare tra il nuovo ed il vecchio pacchetto. Stiamo parlando quindi di pance e fondo. A detta di Vasseur, il nuovo pacchetto generava troppe complicazioni per esser utilizzato, per cui è stato fatto un passo indietro tornando all’utilizzo della vecchia configurazione. Sainz tuttavia ha continuato a lamentarsi, non avendo affatto un buon feeling.
I due piloti avevano piccole differenze nelle incidenze delle ali e nelle altezze da terra. In questo modo gli ingegneri volevano trovare una via di mezzo che potesse portare benefici sia sul dritto che in curva. Nel complesso oggi si sono accumulati diversi fattori, che hanno fatto sì che arrivasse un risultato così negativo. Le condizioni meteo non hanno favorito il miglior utilizzo della mescola per la SF-24: normalmente non immettono un’eccesso di energia nella carcassa della gomma, per cui in condizioni più fresche faticano a mantenere la temperature ideale, sia superficiale che interna. Un po’ come Red Bull, di cui parleremo in seguito.
F1, Ferrari: lavoro notturno per limitare il sovrasterzo
Ieri la Ferrari aveva un’eccesso di rotazione nell’high-speed. Una condizione decisamente instabile e deleteria per il tempo sul giro. Nella notte hanno fatto di tutto per tamponare questo sovrasterzo cronico, cercando un nuovo assetto al simulatore di Maranello. E’ stato spostato un po’ il bilanciamento aerodinamico verso il retrotreno, in modo da limitare lo slittamento del posteriore.
Questo lavoro però ha comunque sbilanciato la vettura, portando ad un maggior sottosterzo nel veloce, ma questo tipo do comportamento della monoposto la rende comunque più stabile rispetto al sovrasterzo. Proprio per questo motivo si è perso tempo nella sequenza delle Becketts, dove troviamo tante curve veloci in successione. Una peggior traiettoria in una determinata curva determina una linea non ideale nella piega successiva. Ecco qui che in parte si spiegano i 4 decimi persi nel T2. Nel primo e nel terzo settore i danni sono stati contenuti, anche considerando che nel lento la Ferrari ha trovato un bilanciamento soddisfacente, che come detto mancava, invece, alle alte velocità.
La McLaren invece non ha ottimizzato la prestazione in pista. Un po’ per la vettura, ma anche per i piloti: entrambi hanno sporcato l’ultimo tentativo, buttando via una prima fila. La monoposto era più sovrasterzante alle basse velocità, forse perché è stato irrigidito il posteriore per ottimizzare i tratti veloci. In tutte le pieghe ad ampio raggio erano infatti molto rapidi, una caratteristica della MCL38.
Mercedes, in parte, aveva un bilanciamento simile. Alle basse velocità c’era un eccesso di rotazione, ma comunque in trazione sono riusciti a fare bene. A livello sospensivo hanno trovato un ottimo compromesso per garantire grip meccanico e far lavorare bene il fondo nelle curve ad alta velocità. Il fattore che ancora una volta sembra aver fatto la differenza nel caso delle Frecce d’Argento sono le temperature. La W15 fa un passo in avanti non indifferente nel momento in cui le temperature si abbassano di qualche grado. Ricordiamo che oggi comunque l’asfalto aveva meno di 22°C.
Anche in casa Red Bull non è stato ottimizzato il risultato. In questo caso però la performance è stata limitata da un danno al fondo di Verstappen, che il team pensa sia costato circa 3 decimi. A prescindere, sono stati persi diversi punti di carico, con i quali Max si è ritrovato un po’ sperduto. La squadra vedeva un’inversione di tendenza per quanto riguarda il bilanciamento. C’era molto più sottosterzo, che sembra sia stato limitato aumentando l’incidenza dell’ala anteriore. Questo ovviamente ha inficiato in negativo per le velocità minime alle alte velocità.
A livello di micro settori, notiamo subito come la Mercedes sia andata meglio della McLaren in rettilineo. Anche per questo possiamo dire che oggi la squadra di Brackley sia riuscita a trovare un ottimo compromesso aerodinamico, perché produce un buon carico senza pagare troppo in termini di resistenza. Tanta efficienza che alla fine allarga la finestra di setup.
Nel primo settore la Ferrari era molto concreta con Sainz. Alla staccata di curva 3 ha fatto un ottimo lavoro in inserimento, perdendo però poi in uscita. Fin lì la SF-24 era al livello della McLaren, poco dietro la Mercedes di Russell. Gran parte del distacco si accumula in curva 6, in ingresso, dove Sainz aveva molto sottosterzo. Qui lo spagnolo perdeva tanto, senza recuperare granché nel resto del giro. Parliamo di ben due decimi e mezzo.
Alle medie velocità la Red Bull è sembrata molto competitiva. In curva 8 Verstappen riusciva ad essere molto stretto, mentre gli altri dovevano percorrere una traiettoria maggiormente a “V”. Qu infatti Max guadagnava parecchio, andando virtualmente sotto al tempo di Russell. In trazione la Mercedes si è dimostrata ottima, e questo ottimizza la velocità lungo tutto il tratto che porta alla curva 9 (Copse) e poi alle Becketts.
Nella percorrenza della famosa successione di curve la SF-24 perde circa un decimo. Ingenti perdite però si concentrano alla 14, perché in ingresso i piloti arrivano larghi a causa del sottosterzo. Solo lì si perde un altro decimo. Infine anche alla curva 15, Sainz lascia per strada almeno un altro decimo. Nelle ultime due curve il gap rimane poi costante.
Autore: Niccolò Arnerich
Immagini: FUnoAT – Scuderia Ferrari – McLaren Media Centre