Durante la terza sessione di prove libere del 13° round di F1, la Ferrari aveva dato segnali poco incoraggianti in merito alle conferme attese. Il set-up scelto dal Cavallino Rampante non era ottimale. I tecnici hanno scelto di partire ottimizzando i tratti più lenti del tracciato, per poi cercare di contenere il distacco nelle curve veloci del secondo settore. Proprio il T2 ha costituito il limite maggiore della rossa, dove le due SF-24 peccano di stabilità al posteriore. A centro curva la rossa perde aderenza con il rear-end posteriore, per cui i piloti sono spesso obbligati a controlli a centro curva. Un altro problema sembra essere l’handling sui cordoli alle alte velocità.
La Ferrari spesso si scompone, complice un’altezza da terra molto ridotta nella speranza di generare carico per essere efficaci nei tratti ad alta velocità di percorrenza. Il problema è che le rigidezze non sono molto elevate e nel veloce la vettura si scompone. Anche per tale ragione gli ingegneri hanno deciso di effettuare una modifica alle barre anti-rollio anteriori e posteriori. Lo scopo era quello di irrigidire di uno step per tenere il più stabile possibile il fondo della monoposto. Fattore che però ha tolto grip meccanico, aspetto che trova conferma nella percorrenza delle prime due curve.
Al primo tentativo del Q3 lo spagnolo delle Ferrari ha ottimizzato la percorrenza del T1, mettendo al sicuro la quarta posizione. Le temperature hanno giocato un ruolo importante ancora una volta. Costruire la massa a punto attorno ad una pista molto più calda ha portato a perdere la direzione durante la qualifica, quando l’asfalto si è raffreddato. Ciò ha quindi spostato il punto ottimale di lavoro della vettura e il livello di aderenza è peggiorato. Il fondo ha funzionato? Non possiamo dare conferme definitive visto che l’Hungaroring non è il tracciato adatto in cui validare un upgrade.
Inoltre non ci sono molti punti in cui può scaturire il bouncing. Il nuovo fondo aggiornato nella zona del ‘kick’ è stato confermato dalla Ferrari e utilizzato su entrambe le monoposto durante la qualifica. Un certo surplus di carico è comunque arrivato, poiché la rossa ha centrato un certo bilanciamento nel veloce, anche se a livello complessivo risulta più lenta di Red Bull e McLaren. Non essendo un tracciato in cui conta molto l’efficienza, non possiamo dire se effettivamente ha dato un aiuto concreto, perché di base le SF-24 erano molto cariche al posteriore con il balance spostato verso il retrotreno.
F1, Red Bull soffre all’avantreno. McLaren vola
Vasseur sostiene che caricando troppo il secondo asse il saltellamento aerodinamico si fa prepotente. Per cui c’è un limite a quanto si può caricare la monoposto e ad esempio non si può abbassare troppo il fondo. Una discorso anche legato all’efficienza, che la prossima settimana in Belgio potrebbe costituire un grosso limite. Anche la Red Bull aveva diversi aggiornamenti alla monoposto, che nel complesso dovrebbe contribuire a trovare maggiore stabilità della struttura fluida che avvolge la monoposto. Gli upgrade sono stati validati, ma non sembrano aver dato un contributo evidente.
Oltre a questo, ancora una volta abbiamo sentito Max lamentarsi per una carenza di rotazione, che lo porta a non poter utilizzare le linee più favorevoli nel settore centrale. Normalmente su questo tracciato si tende a spostare il bilanciamento maggiormente verso il posteriore, e ciò porta a indebolire il front-end. Vetture con una buona base di grip frontale come la McLaren hanno meno problemi. In Red Bull faticano a trovare il balance perfetto e pare abbiano indebolito un po’ troppo l’anteriore. Venerdì hanno fatto diverse prove di carico frontale ma Verstappen non era comunque contento.
Dal punto di vista aerodinamico Red Bull ha caricato molto il posteriore, ma i frutti non si sono visti nel settore centrale. Max ha ottimizzato il T1 riuscendo a segnare il miglior intertempo controbilanciare il T2. Nel settore finale però, ha lasciato delle frazioni di secondo alla McLaren che hanno determinato la perdita della pole position. Osservando il grafico dei tempi ideali, notiamo come la MCL39 e la RB20 fossero a pari livello. La Ferrari terza forza accusa 4 decimi sul giro secco, staccando di poco la Mercedes del sette volte campione del mondo britannico.
Norris aveva la vettura più bilanciata ed è stato bravo a massimizzare il risultato in pista. Una MCL38 facile da guidare con il compromesso migliore tra alta e bassa velocità. Nelle curve 2, 5, 13 e 14 McLaren mostra una grande quantità di grip anteriore confermate dalle poche correzioni sul volante. Nel settore centrale fanno il vuoto, rifilando diversi decimi anche alla Red Bull. Nel primo e nel terzo tratto sono invece sul filo con le altre monoposto, a confermare l’ottimo setup che hanno costruito. Infine, non è affatto un caso che la Mercedes sia tornata competitiva proprio con queste temperature.
F1, Ferrari batte Mercedes grazie al primo settore
La W15 è una vettura con un bilanciamento più frontale, mentre questa pista è maggiormente rear-limited. Il loro problema era contenere le temperature sul posteriore per esprimere la massima trazione. Con un asfalto decisamente più fresco questo problema è stato minimizzato. Nel complesso la scuderia di Brackley ha costruito una messa a punto abbastanza simile a quella della Ferrari, che su questo tipo di pista si trova comunque abbastanza a proprio agio. Nel settore centrale Hamilton e Sainz hanno ottenuto essenzialmente il medesimo risultato.
Tuttavia, sebbene entrambi abbiano mostrato un bilanciamento quasi soddisfacente in quest’aera del tracciato, il livello di competitività non era all’altezza. Competitività senza dubbio insufficiente se paragonata al rendimento di Red Bull e McLaren. La Ferrari si è tenuta un piccolo vantaggio nel primo settore, dove il venerdì aveva mostrato ottime cose, mentre al contrario Mercedes soffriva non trovando il passo. In questa particolare e un po’ triste sfida per essere la terza forza, il primo settore ha di fatto ha costituito la differenza principale sul cronometro.
Autori e immagini: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich