La tappa di Silverstone ha concluso il girone d’andata del mondiale di F1. Dodici round in cui ci hanno colto il successo ben sei piloti e ben quattro scuderie differenti. L’iniziale dominio Red Bull lasciava presagire che nulla fosse cambiato rispetto alla passata campagna. Invece, la fisiologica convergenza prestazionale in regime di continuità regolamentare e le inaspettate vulnerabilità della RB20, hanno reso le gare più avvincenti. Tuttavia la capacità di Max Verstappen nel massimizzare il risultato ha fatto la differenza, pur non disponendo del mezzo migliore.
Fattore al quale vanno sommati i continui avvicendamenti nel ruolo di primo competitor del campione del mondo che hanno consentito al talento di Hasselt di aumentare progressivamente il vantaggio sul primo degli inseguitori che attualmente è Lando Norris. Il plafonamento prestazionale della Red Bull, nonostante il processo di sviluppo non si sia mai fermato dovrebbe essere uno stimolo per la concorrenza. Ciononostante la scuderia che ha espresso il maggior potenziale da Miami in poi, sta letteralmente dilapidando la concreta possibilità di rivaleggiare per la conquista dei titoli iridati.
Parliamo ovviamente della McLaren che avrebbe potuto e dovuto fare molto meglio a Imola, Montreal, Barcellona, Austria e dulcis in fundo tra le mura amiche di Silverstone. Eppure il gap di Norris rispetto a Verstappen è nettamente inferiore rispetto a quello di Perez a parità di gare disputate. Inoltre, rispetto alla scorsa stagione mancano ancora 12 gare anziché 10. La sensazione palese è che il team di Woking si trovi in una posizione di leadership tecnica che non credeva di poter raggiungere e Norris sta dimostrando che gli manca ancora qualcosa per trascinare la squadra.
Tra i tanti litiganti il terzo gode, nella fattispecie Max. Il fuoriclasse olandese ha compreso che con i mezzi a disposizione il titolo non arriverà grazie alla costanza di rendimento. Il secondo posto in Inghilterra è stato accolto quasi come una vittoria, perché gli ha consentito di allungare in vetta alla classifica nonostante in diverse fasi della gara era il suo passo era chiaramente inferiore a quello della coppia di piloti Mercedes e McLaren. Nonostante la RB20 non sia uno schiacciasassi come la vettura progenitrice, Max ha raccolto appena 59 punti in meno rispetto al mondiale 2023.
F1, la concorrenza Red Bull non sfrutta le difficoltà dei campioni del mondo
La concorrenza Red Bull corre il rischio di ricordare questa stagione come grande opportunità non sfruttata per ragioni distinti. Per quanto riguarda McLaren manca la l’abitudine e “cattivera” necessaria per ambire alla massima posta in palio. Parlando invece della Ferrari, sino ad ora il rendimento della rossa si presta a una duplice valutazione. Dal punto di vista quantitativo il bilancio stagione su stagione è positivo. La rossa ha conquistato due successi e 302 punti nella classifica costruttori, ben 111 in più della passata campagna.
Tuttavia, la SF-24 si è mostrata dominante solo nel toboga di Monaco, mentre sull’altro successo conseguito da Sainz in Australia pesa il ritiro di Verstappen mentre era in testa dopo poche tornate. Sul bilancio “qualitativo” del primo stint della stagione 2024 relativo al Cavallino Rampante, l’involuzione prestazionale in coincidenza con il debutto del secondo update è grande. Aggiornamenti che non hanno fornito i riscontri apprezzati nel contesto virtuale, con una certa perseveranza nell’utilizzo degli upgrade per poi tornare alla vecchia specifica dopo il compare.
Una mazzata sulle speranze iridate della Ferrari che per stessa ammissione di Carlos Sainz ha praticamente gettato alle ortiche tre mesi di sviluppo, lasso di tempo in cui la concorrenza non è restata a guardare. La speranza è che l’ultimo aggiornamento venga riutilizzato comprendendo la natura dei problem. I successi Mercedes in Austria e Inghilterra devono essere presi con le pinze. Senza il corpo a corpo tra Max e Lando, che di fatto ha eliminato dalla lotta per la vittoria quest’ultimi, Russell non avrebbe certamente vinto.
Stesso dicasi per il Gran Premio della Gran Bretagna che si è corso nelle condizioni atmosferiche storicamente favorevoli alle Mercedes, ovvero temperature ambientali e dell’asfalto molto basse. La comfort zone della W15 in cui la monoposto riesce a trasferire energia sui pneumatici facendoli lavorare nella corretta finestra operativa. Il tutto approfittando delle condizioni cangianti. In Ungheria e in Belgio capiremo se il prepotente ritorno della Mercedes è dovuto all’evoluzione della vettura o ad una serie di circostanze favorevoli.
Per quanto riguarda la classifica costruttori il balzo in avanti di McLaren è incredibile. Questo anche se il team inglese proprio nella seconda metà del 2023 cambiò decisamente passo. Aston Martin è tornata ai livelli del 2022 con un passivo di ben 128 punti in meno nel 2024. Basti pensare che a parità di gare disputate, il team di Lawrence Stroll era ancora in terza posizione nella classifica costruttori, forte di un inizio 2023 da favola con Fernando Alonso presenza fissa sul podio.
Ci sono tutti i presupposti per assistere ad “un girone di ritorno” avvincente in questa F1 targata 2024. Per rendere possibile questo scenario, però, i competitor del team di Milton Keynes dovranno essere sempre molto bravi e capaci a massimizzare il loro potenziale. Senza dimenticare di aggiornare la vettura, ora più che mai, visto che le monoposto del scuderia austriaca sembrano tutt’atro che imbattibili.
Autore: Silvia Napoletano – @silvianap13
