giovedì, Settembre 19, 2024

F1 2026: il nuovo regolamento tecnico era davvero necessario?

Quando il divertimento stava per decollare, la F1 in vista del 2026 si appresta a cambiare nuovamente il regolamento tecnico. Il rischio è questo: favorire in maniera involontaria il dominio di un costruttore. Dopo quattordici gare dell’attuale campionato, ben sette piloti hanno vinto almeno una corsa, e quattro scuderie hanno conquistato almeno due vittorie ciascuna. Uno scenario del tutto imprevedibile sino alla Cina, quando Red Bull sembrava destinata a dominare ancora una volta il campionato. Se il trend dovesse proseguire, la seconda parte del 2024 e la prossima stagione si preannunciano davvero avvincenti.

Tuttavia, come troppo spesso accade nella classe regina delle vetture a ruote scoperte, i regolamenti della F1 rischiano di alterare i rapporti di forza. Questo perché potrebbero favorire più un dominio che un livellamento dei valori in pista, almeno nell’immediato. Ma per quale motivo la massima categoria del motorsport ha sentito la vera necessità di modificare il quadro normativo? Il tutto è nato dall’esigenza di attirare un numero maggiore di costruttori, che sino al prossimo anno saranno continuano ad essere solo quattro: Ferrari, Mercedes, Red Bull Powertrains e Renault.

F1 2026
Concept Power Unit 2026 – Credit: @robertofunoat

In realtà, sin dal principio, l’idea per il prossimo corpo normativo relativa alla nuova architettura dei propulsori turbo-ibridi, era quella di soddisfare in toto le esigenze del gruppo Volkswagen. Colosso tedesco pronto a scendere in campo con i brand Porsche e Audi. C’era però una condizioni dei base da rispettare: le unità di potenza 2.0 dovevano essere semplificate per non svantaggiare in nuovi partecipanti rispetto ai costruttori già presenti nel Circus da anni. Alla fine, la F1 e la FIA si sono inchinate al colosso tedesco pur di annoverare i prestigiosi marchi ai nastri di partenza del mondiale 2026.

F1, 2026: Red Bull fa saltare l’accordo con Porsche

Sin dalle prime simulazioni condotte dai team di F1, utilizzando il paradigma aerodinamico attuale, è emerso come le monoposto potrebbero esaurire precocemente la potenza fornita dall’MGU-K su alcuni tracciati. Parliamo di quelle piste la cui configurazione farebbero tutto tranne che favorire la ricarica dell’energia. Questo porterebbe a una sorta di clipping o addirittura a una perdita di potenza nei segmenti ad alta velocità assurda che, di fatto, alla fine della tornata, peserebbe un macigno sul riscontro cronometrico creando un disequilibrio nei tempi sul giro a dir poco assurdo.

Problematica dovuta all’enorme contributo ibrido, praticamente triplicato rispetto ai valori attuali. Ne consegue che, se l’energia elettrica non è sufficiente per l’intero giro, i piloti, perdendo i 350 kW (equivalenti a 470 CV) immagazzinati nelle batterie, potrebbero essere costretti a scalare marcia sui rettifili. Uno scenario inquietante per la prossima F1, sul quale la divisione monoposto del comitato tecnico della Federazione Internazionale, è dovuta fortemente intervenire per individuare altre aree delle monoposto capaci di compensare i limiti della nuova architettura dei propulsori, ormai congelata.

F1 2026
Rendering delle monoposto 2026 – Credit: F1.com

Per questa ragione, la FIA ha pensato all’aerodinamica, disciplina che in qualche modo poteva intervenire per sostenere i futuri propulsori. Qualche settimana fa, lo ricorderemmo bene, la Federazione Internazionale ha reso nota un’ulteriore bozza del regolamento con diversi dettagli. Innanzi tutto è stata finalmente svelata la veste aerodinamica delle monoposto 2026, che saranno più leggere, compatte e faranno ampio ricorso all’aerodinamica attiva per migliorare l’efficienza aerodinamica e la resistenza all’avanzamento. Questo è quanto.

F1, 2026: le “porte girevoli” di una categoria bipolare

F1 e FIA hanno concepito una nuova generazione di propulsori con l’obiettivo di attirare nuovi costruttori, ma al momento solo Audi figura tra le nuove entrate. Allo stesso tempo, per una serie di vicissitudini che esulano dal regolamento, Renault abbandonerà la competizione. Soltanto grazie alla “separazione” tra Red Bull e Honda saranno presenti più costruttori sulla griglia di partenza della stagione 2026: Ferrari, Mercedes, Honda, Audi e Red Bull Powertrains-Ford. La volontà di avere più costruttori si contrappone agli interessi dei team, che non intendono ospitare altri partecipanti.

F1 2026
Michael e Mario Andretti

Il parere negativo della FOA sul programma del gruppo Andretti Global, inizialmente approvato dalla FIA, è attualmente oggetto di un procedimento da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che vuole fare chiarezza sui criteri utilizzati nel processo di esclusione del team del leggendario “Piedone”. Alla luce dello scarso successo ottenuto dal nuovo quadro normativo e della ritrosia dei dieci team nei confronti di nuovi soggetti interessati a entrare nel Circus, ci si chiede se questi nuovi regolamenti tecnici fossero davvero necessari.

Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: F1 – Oracle Red Bull Racing

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