lunedì, Settembre 9, 2024

F1|Alpine, caos a Viry-Châtillon: Andretti medita l’acquisizione

Come ormai noto, il piano strategico di Alpine in F1 si baserà sulla collaborazione con Mercedes già a partire dalla prossima stagione. Un’eclatante resa del costruttore transalpino che getta la spugna di fronte all’inferiorità della propria unità di potenza turbo-ibrida, sia in termini prestazionali che di affidabilità, rispetto alla concorrenza. Esattamente un anno fa, Luca De Meo, amministratore delegato di Renault, in un evento a Locorotondo dichiarava ambiziosamente: Alpine diventerà la Ferrari francese della F1. Vogliamo unire i nostri colori a quella passione”.

Nell’arco di dodici mesi è stata messa in atto una vera e propria “Rivoluzione Francese” che ha posto fine all’esperienza di Otmar Szafnauer come team principal e di Alan Permane come direttore sportivo. È tornato a bordo Flavio Briatore, al quale è stato affidato l’incarico di risollevare le sorti della squadra dopo tanti anni di delusioni. Contestualmente all’arrivo del manager cuneese, Renault ha svelato il nuovo modello operativo per il suo team di F1. La partnership con la stella a tre punte rappresenta un’oscenità per un marchio che ha costruito propulsori capaci di conquistare 12 titoli costruttori.

F1 Alpine Renault
Otmar Szafnauer, ex team principal della scudeira Alpine

F1, Renault: Il fallimento dell’era ibrida e le critiche dei francesi al management italiano di Alpine

Come accaduto a tutti i costruttori di propulsori, eccetto Mercedes, il passaggio dai motori atmosferici a quelli ibridi, dieci anni fa, è stato traumatico. Nonostante Renault equipaggiasse un top team come Red Bull, i risultati del sodalizio con la squadra di Milton Keynes furono deludenti, con sole 12 vittorie fino al 2018. Successivamente, il colosso francese ha concentrato tutte le sue energie sul proprio team operante in Inghilterra (Enstone) e a Viry-Châtillon, storica sede dove sono stati progettati i propulsori di F1. I risultati sono stati parecchio deludenti.

L’isolata affermazione nel caotico GP d’Ungheria di tre anni fa è troppo poco per i vertici del costruttore francese per giustificare gli ingenti investimenti sostenuti nell’ultimo decennio, senza un ritorno d’immagine degno della tradizione del marchio nel motorsport. Flavio Briatore, su precisa direttiva di Luca de Meo, non ha avuto né il tempo né la possibilità di trasformare il difficile periodo vissuto negli ultimi dieci anni in una nuova era di successo. Il 2026 aveva offerto al polo tecnologico di Viry una nuova possibilità. Lo sviluppo della power unit di seconda generazione stava procedendo secondo programma.

F1 Alpine Reanult
Flavio Briatore, Executive Advisor per l team Alpine immortalato a Spielberg durante il Gran Premio d’Austria 2024

Sui banchi di prova, il futuro motore aveva raggiunto gli elevati obiettivi prefissati, ma al consigliere esecutivo italiano non importava. Mai dalla sua nomina, nel giugno 2024 (ma lavorava nell’ombra da mesi), ha incontrato gli uomini e le donne di Viry per giudicare l’evoluzione del progetto, per vedere se soddisfaceva le aspettative. La sede non ha mai fatto parte dei nuovi piani Alpine. “Potenzialmente, potremmo non far partire le auto“, ha confidato un dipendente a “L’Équipe“. La tensione dei 350 addetti allocati sul programma F1 è alle stelle e non sono escluse clamorose azioni dimostrative.

F1: l’asset snobbato da Alpine di Viry-Châtillon potrebbe far gola ad Andretti

Tuttavia, potrebbe esserci un’opzione in grado di soddisfare tutte le parti coinvolte: vendere il progetto 2026 a General Motors, offrendo al team Andretti una base tecnologica molto più solida per proporre nuovamente la sua candidatura come undicesimo team. Una possibilità ancora complessa, dopo che Liberty Media, all’inizio dell’anno, ha rigettato con forza l’ingresso di Andretti in F1 nel 2026, ma che potrebbe essere finanziariamente vantaggiosa per Renault, dando continuità al lavoro già in fase avanzata di sviluppo delle nuove power unit nella sede di Viry-Châtillon.

Del resto, il piano iniziale del gruppo Andretti era quello di entrare in Formula 1 attraverso una partnership proprio con Renault, come ebbe modo di dichiarare pubblicamente Laurent Rossi: “Abbiamo concordato che se ottengono la licenza per correre nella massima categoria del motorsport, allora forniremo loro un propulsore”. Nonostante le “barricate” di Liberty Media, lo scenario non è completamente escluso secondo la lettera di risposta fornita dalla F1 al produttore americano il 31 gennaio, che lasciava la porta aperta al team americano solo se si fossero verificati determinati presupposti:

F1 Alpine Andrretti
Mario Andretti (ex pilota di F1) e Stefano Domenicali Domenicali, presidente di Liberty Media – stagione 2024

Considereremmo in modo diverso una richiesta di ingresso da parte di una squadra nel campionato 2028 con un’unità di alimentazione GM, sia come team di fabbrica GM che come team di clienti GM che progetta tutti i componenti consentiti internamente. In questo caso, ci sarebbero ulteriori fattori da considerare per quanto riguarda il valore che il candidato porterebbe al campionato, in particolare per quanto riguarda l’introduzione di un nuovo produttore prestigioso nello sport come fornitore di PU”. Proprio questo potrebbe accadere se Cadillac/GM riuscissero a rilevare da Renault la sede che da mezzo secolo produce propulsori per la massima categoria del motorsport

Autore: Roberto Cecere

Immagini: Renault Alpine -F1Tv

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