F1, Gp Olanda: con la prima giornata di prove libere nel tracciato di Zandvoort parte la seconda parte della campagna agonistica 2024. Nella tappa di casa di Max Verstappen, il talento di Hasselt è sempre arrivato primo al traguardo da quando l’appuntamento olandese è tornato a far parte del calendario. L’autodromo è caratterizzato da due tratti sopraelevati, con pendenze variabili fino al 35%.
La sezione della curva 3, che prende il nome dal leggendario designer di piste John Hugenholtz, ha un banking il cui angolo varia secondo la sequenza di Fibonacci con una partenza di 4,5°. La scorsa stagione Verstappen conquistò la nona vittoria consecutiva, record successivamente infranto nel Gran Premio d’Italia. Red Bull era nel pieno del dominio tecnico e per il pilota olandese la conquista della terza corona iridata era solo questione di tempo. Dopo un anno i rapporti di forza in pista sono completamente cambiati però.
Nonostante McLaren dia la sensazione di avere la miglior monoposto in griglia, non riesce a massimizzare il proprio potenziale. Viceversa le frecce d’argento hanno conquisto tre successi nelle ultime quattro gare, e se la vittoria al Red Bull Ring è stata frutto delle circostanza, i successivi trionfi di Lewis Hamilton in patria e in Belgio hanno dimostrato che Mercedes può essere un avversario ostico non solo saltuariamente. Quest’anno la Scuderia Ferrari ritorna dalle vacanze in coda al gruppo dei top team, dopo che gli sviluppi non hanno apportato performance alla SF-24.
Il fastidioso pompaggio aerodinamico ha fatto presenza dopo l’integrazione sulla vettura del nuovo fondo. Macro componente sulla quale gli ingegneri di Maranello stanno lavorando per non gettare a vento il budget allocato per l’aggiornamento che ha debuttato a Barcellona. Da questo Gran Premio sarà effettiva la modifica al paragrafo 11.1.2 (Brake circuits and pressure distribution) che vieta l’utilizzo di qualsiasi dispositivo mirato a produrre sistematicamente coppie asimmetriche sul medesimo asse della monoposto. Per questo sarà interessante capire se ci saranno alcune differenze di prestazione.
F1, GP Olanda: le caratteristiche del tracciato
Zandovoort è una delle sedi storiche della F1, che sorge nei pressi dell’omonima cittadina dei Paesi Bassi, a pochi chilometri da Amsterdam. Inaugurata nel 1948, originariamente il suo layout si componeva dall’unione delle strade pubbliche della cittadina marinara e il veloce tracciato permanente. Gp Olanda, l’evento con l’odierno circuito che misura 4.259 metri e in gara si percorrono 72 giri, per una distanza complessiva di 306,587 Km. E’ un tracciato “old style”, in cui il giro perfetto presuppone coraggio e precisione millimetrica mentre in gara, nonostante l’aggiornamento del layout superare è davvero complicato.
Il circuito di F1 presenta dieci curve a destra, 4 a sinistra di diverso raggio e lunghezza di percorrenza con due tratti ad alta velocità (rettilineo principale, tra le curve 10-11) in cui è utilizzabile il DRS in qualifica e nelle manovre di sorpasso in gara. In condizioni di asciutto i sorpassi non sono molto semplici tuttavia nell’edizione della scorsa stagione, grazie alle mutevoli condizioni climatiche ci furono ben 186 manovre di sorpasso a fronte dei soli 23 della stagione 2022.
Per la tappa olandese, Pirelli ha optato per la gamma più dura dei compound da asciutto (Pirelli PZero White Hard C1, Pirelli PZero Yellow Medium C2, Pirelli PZero Red Soft C3) in relazione all’elevata aderenza dell’asfalto, alle importanti accelerazioni laterali e all’enorme carico verticale in corrispondenza delle sopraelevate.
F1, GP Olanda: severità meccanica e configurazione aerodinamica
Quello di Zandvoort è un tracciato poco severo per l’impianto frenante. In una scala da 1 a 5 presenta un indice di difficoltà di 3, simile a quello di altre piste come Budapest e Spielberg. Basti pensare che il tempo speso in frenata è prossimo al 17% nell’arco di un giro di pista. La pista olandese non risulta particolarmente critica anche per la trasmissione delle monoposto. Gli elevati carichi verticali che agiscono sulle monoposto soprattutto nei banking producono forti compressioni delle vetture verso l’asfalto.
La geometria del tracciato di F1 olandese presenta varie tipologie di curve, con sezioni veloci ed altre a bassa percorrenza, in cui si esaltano le monoposto dotate di un ottimo grip meccanico. La conformazione del tracciato richiede un setup da medio-alto carico, necessario compromesso rispetto alla varietà di curve presenti e in considerazione del fatto che per il 68% del tempo sul giro la farfalla dell’acceleratore è aperta. Il circuito olandese presenta curvoni lunghi e veloci, con forze G elevate che vanno a stressare ripetutamente gli pneumatici anteriori, tipico dei tracciati “front limited”.
Pertanto sarà molto importante deliberare una configurazione in grado di gestire il degrado gomma sull’asse anteriore, in quanto il tracciato di Zandvoort richiede estrema precisione in ingresso curva. Come sempre poi, in questi casi, la necessità di trovare un compromesso aero-meccanico farà la differenza. Questo considerando che il rapporto di forze tra le squadre che lottano per la parte alta della classifica è parecchio risicato e ogni piccola differenza sul set-up può fare una grande differenza.
F1, GP Olanda: punti chiave del layout
Il primo settore comprende le curve 1,2,3,4,5 e 6. Si arriva in curva 1 (Tarzanbocht), dopo il lungo rettilineo dei box in ottava marcia a circa 330 km/h e si frena forte per poi affrontare un tornante non troppo lento ma che però necessita di una linea pulita. Si arriva poi in curva 2, una curva a destra che prepara l’entrata per curva 3 (Hugenholtzbocht), una lunga parabolica da affrontare in 2a e 3a marcia.
La curva 3, è oggetto di diverse interpretazioni, con linee di percorrenza completamente differenti da parte dei piloti. Alcuni driver seguono il canonico approccio in curva cercando la corda interna, guadagnando in inserimento curva perdendo tuttavia accelerazione in uscita rispetto a chi preferisce una traiettoria molto lontana dalla corda. Successivamente si scollina e ci si butta nella veloce sezione delle curve 4-5-6, da affrontare tutte full gas.
Il secondo settore comprende le curve 7,8,9 e 10, in cui il punto chiave è senza dubbio curva 7 (Scheivlak) che si percorre a quasi 300 km/h allora. Il tratto che segue è un tratto di media velocità, molto guidato e nel quale è importantissimo avere una buona aerodinamica. Sono tutte curve da 3a o 4a marcia con una velocità che varia tra i 120 e i 180 km/h. Vi è poi un rettilineo che porta al terzo settore.
Il terzo settore comprende le curve 11,12,13 e 14. Si arriva in curva 11 (Hans Ernst Bocht) a circa 300 km/h in 7a marcia e si frena forte per la chicane di curve 11-12, da affrontare in 2a marcia. La chicane 11-12 è il punto dal peso specifico maggiore del terzo settore in quanto una buona velocita di percorrenza della chicane rappresenta l’abbrivio necessario avere un’ottima accelerazione nel segmento di pista che conduce al rettifilo principale. Punto che potrebbe rivelarsi ostico per Red Bull, perché il passaggio sui cordoli è obbligato e la RB20 ha dimostrato difficoltà in tal senso.
Sarà quindi interessare verificare se le vetture della Red Bull forgiate a Milton Keynes mostreranno alcuni progressi in quella che sinora è stata una chiara vulnerabilità. Curva 13 è invece una piega da media velocità, che i piloti andranno ad affrontare in 3a-4a marcia. Sezione del tracciato che immette nell’ampio curvone che precedere il rettilineo principale, una parabolica che prende il nome di Arie Luyenduk Bocht.
Autore e grafici: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – Oracle Red bull Racing