lunedì, Settembre 16, 2024

F1, Liberty Media perbenista: il goffo tentativo di zittire i piloti 

Le conversazioni tra Max Verstappen e il suo ingegnere di pista durante il travagliato Gran Premio d’Ungheria hanno prima suscitato scalpore e poi condanna da parte di molti addetti ai lavori. La F1 è intrattenimento, e in quanto tale, non può permettersi di arricchire i suoi contenuti con un linguaggio troppo colorito. Il monito di Liberty Media è stato comunicato ai team attraverso Stefano Domenicali, che ha ricordato alle varie scuderie che i piloti sono modelli per il pubblico più giovane e, in quanto tali, devono comportarsi di conseguenza.

Molti team radio risultano spesso sopra le righe, specialmente quando si verificano incomprensioni in pista, con i piloti che coniano nuovi appellativi per chi li ha danneggiati. Onestamente, il richiamo di Liberty Media appare goffo e ipocrita, considerando che la nuova identità conferita alla F1 dalla proprietà americana si basa essenzialmente sulla sovraesposizione dei protagonisti del Circus. Basta guardare un episodio della serie “Drive to Survive“, che ha contribuito ad avvicinare nuovi fan alla categoria, per capire che la comunicazione senza filtri è alla base per scoprire il lato più intimo dei piloti.

Ora invece pare che ci si scandalizza per gli epiteti proferiti da Max Verstappen. Parole che proprio non sono andati giù ai “perbenisti” che predicano bene ma razzolano male, molto male. In primo luogo, si tratta di una conversazione interna tra membri di un team che non viene trasmessa in tempo reale e che potrebbe tranquillamente essere censurata se la regia internazionale la ritenesse volgare o inadatta a un pubblico più giovane. Ma come si può pretendere di mettere il bavaglio a ragazzi sottoposti a una tensione psicologica e fisica massima?

F1 Liberty Media
l’ex team principal della Ferrari Stefano Domenicali, amministratore delegato del Formula One Group

Liberty Media utilizza scientificamente i team radio di un ristretto numero di piloti per supportare l’intrattenimento e creare hype, soprattutto tra il pubblico più giovane. Con il richiamo alla sobrietà dell’ex team principal della Ferrari, quale obiettivo si intende raggiungere? E soprattutto, se questo richiamo continuasse a essere ignorato, quali sarebbero le conseguenze? La verità è che la discordanza di giudizio proprio non si capisce. O forse sarebbe meglio dire che la capiamo, in quanto quando fa comodo, appunto, la proprietà a stelle e strisce non fa una piega.

F1, Liberty Media: ipocrisia e perbenismo 

D’improvviso si pretende la presenza di 20 “chierichetti” al volante? Ciò che risulta insopportabile è l’ipocrisia del detentore dei diritti commerciali della F1 che attraverso un’abile regia ha costruito personaggi esaltandone anche gli spigoli del carattere. Probabilmente, se i team radio delle scorse decadi fossero stati di pubblico dominio, quelli attuali sarebbero considerati semplici scaramucce. Se la FOA è così turbata dal linguaggio utilizzato da alcuni conducenti, perché non silenzia completamente le comunicazioni con il muretto anziché renderle di pubblico dominio?

Il problema si risolverebbe a monte. Sarebbe compito delle piattaforme televisive che hanno acquistato i diritti quello di fornire agli spettatori le informazioni delle comunicazioni radio più rilevanti per l’esito della gara, moderandone il linguaggio. Chi scrive si ritiene abbastanza certo che tale scenario non accadrà mai, perché la F1 intende aumentare la propria visibilità e di riflesso sfruttare ogni momento del fine settimana di gara. Sopratutto quelli più controversi. Anche se si volesse imporre un codice di comportamento, quali sarebbero i criteri da seguire?

F1 Liberty Media
Giampiero Lambiase e Max verstappen (Oracle Red Bull Racing) – Stagione 2024

Il quesito pare non avere risposta per Liberty Media. Forse esiste un codice etico che potrebbe guidare i piloti a esprimere la propria frustrazione in modo più “accettabile” per il pubblico? Innanzi tutto meglio andare al cuore del problema: alla fine della fiera, come si suol dire, in questo caso il “problema” era Verstappen. Solo ora la F1 si è accorta che il linguaggio del tre volte campione del mondo è tutt’altro che politicamente corretto, spesso troppo colorito, non solo a bordo della usa vettura ma anche nelle interviste con i media nell’arco del weekend?

Quella di Stefano Domenicali sembra l’ennesima dichiarazione fuori luogo e fuori tempo massimo. Ai piloti non si mette il bavaglio. Per concludere un ultima considerazione che fa il paro con quanto detto sino ad ora. Liberty Media si preoccupa di tante cose e fa bene a farlo. Tuttavia ci sono tante altre questioni, magari anche tecniche, delle quali non sembra troppo interessata e invece dovrebbe esserlo. Per questo, quindi, invece di perdere del tempo a imbavagliare il piloti, forse sarebbe meglio dedicare le risorse ad altro. Diciamo questo per la F1 targata Stati Uniti è tutto tranne che perfetta…

Autore: Roberto Cecere

Immagini: Oracle Red Bull Racing – FIA – F1TV

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