giovedì, Settembre 19, 2024

Ferrari, Elkann: Hamilton non è la panacea di tutti i mali

Ieri, John Elkann, presidente di Stellantis, Ferrari, Fondazione Agnelli e CEO di Exor, ha visitato il quartier generale degli atleti italiani che stanno regalando grandi soddisfazioni alle Olimpiadi in corso all’ombra della Torre Eiffel. Il manager della dinastia Agnelli, a margine della presentazione dell’iniziativa realizzata in sinergia con il CONI, ha parlato anche della Scuderia Ferrari e di Lewis Hamilton. Non è un mistero che il prossimo arrivo del sette volte campione del mondo a Maraneello sia stato fortemente voluto dallo steso presidente del Cavallino Rampante, dopo un corteggiamento durato anni.

L’ingaggio della leggenda vivente della F1 dimostra, in maniera chiara e lampante, come il top management della rossa intenda riportare il team italiano al ruolo che gli compete. Ciononostante molti campioni del recente passato hanno indossato la divisa della storica scuderia italiana, senza riuscire a conquistare il titolo mondiale. La differenza, in sostanza, tra la F1 e gli altri sport è che il valore aggiunto del pilota non è sufficiente per raggiungere il successo. In queste ore si intensificano le voci riguardanti il prossimo annuncio di Adrian Newey all’Aston Martin.

F1 Ferrari
Adrian Newey in borghese al Gran Premio di Monaco edizione 2024

Notizia da noi battuta che rappresenta una sconfitta per il Cavallino Rampante. Come dichiarato pubblicamente da Vasseur, l’ingaggio di Hamilton, oltre alle performance in pista, doveva servire come fattore di attrazione per i tecnici britannici, spesso riluttanti ad abbandonare la propria zona di comfort. Un’area in cui nel raggio di pochi chilometri sono presenti quasi tutte le scuderie di F1. Nonostante il rammarico per non aver mai collaborato con Lewis, il geniale progettista inglese troverà conforto interagendo con un altro veterano della categoria, il due volte campione del mondo spagnolo Alonso.

Ferrari, Elkann: le aspettative su Hamilton rischiano di essere irrazionali

Hamilton e la Ferrari si sono trovati, lui viene da noi per vincere e noi, con lui, diventiamo più forti nell’anticipare le sfide del futuro. Parliamo di un grandissimo atleta, molto motivato a diventare per l’ottava volta campione del mondo, come dimostrano le ultime gare. Non viene certo da noi per godersi la pensione, vuole giocarsela”, ha spiegato il presidente della rossa. La reciproca motivazione è fuori dubbio, ma i buoni propositi devono essere supportati da solide realtà. A metà della campagna agonistica 2024, infatti, la scuderia italiana che fino al trionfale Gran Premio di Monaco cullava sogni iridati, sembra non avere più nulla da chiedere.

Ferrari Elkann
Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) festeggia la vittoria al Gran Premio di Monaco edizione 2024

Uno scenario che si ripete ciclicamente da diversi anni, ma che in questa stagione rappresenta un enorme peccato, visto che non c’è più un team chiaramente dominante, a differenza dello scorso biennio. L’ultima parte del campionato attuale sarà molto importante, poiché le monoposto del 2025 non saranno oggetto di importanti sviluppi nel l’anno prossimo. L’ennesima rivoluzione tecnica cambierà nuovamente volto alle monoposto a partire dal 2026 e, dal prossimo gennaio, tutti le scuderie destineranno la maggior parte delle proprie risorse alla progettazione e sviluppo delle future auto di F1.

Pertanto, essere competitivi sino al termine di questo mondiale è una sorta di assicurazione sulla futura competitività del progetto 677. Nonostante John Elkann non sia un esperto di F1, ha compreso che la convergenza prestazionale tra i top team è finalmente iniziata: “Quest’anno in F1 c’è vera competizione, ci sono quattro scuderie molto vicine tra loro e questo rende tutto molto più interessante. Red Bull è partita bene, poi Ferrari, McLaren e ora Mercedes: è un campionato finalmente aperto e con grandissimi piloti. Quello che conta è girare al massimo del proprio potenziale.”

Chi ha più esperienza, come Lewis Hamilton o Fernando Alonso, ha di riflesso una regolarità maggiore secondo il nativo di New York. E questo può fare la differenza. Tutto vero, peccato che all’appello manchi proprio il Cavallino Rampante, che doveva e poteva essere in lotta almeno per il titolo costruttori, obiettivo sbandierato a inizio anno dal team principal della scuderia di Maranello. Probabilmente, come afferma il presidente della Ferrari, la regolarità in campionati come quello di quest’anno sarà un fattore fondamentale per il successo finale.

Ferrari Elkann
John Elkann, presidente della storica Scuderia Ferrari

Tuttavia non è detto che il prossimo mondiale debba per forza riproporre tale livello di equilibrio, capace di premiare piloti esperti e regolari come Lewis o Fernando. In estrema sintesi, le parole del numero uno della Ferrari sembrano essere, ancora una volta, frasi di circostanza e soprattutto molto distanti dalla realtà. La speranza è che l’ingaggio di Hamilton non sia la classica foglia di fico su ambizioni del tutto prive di fondamento. Diciamo questo perché per vincere, in F1, serve innanzitutto un team capace di realizzare un progetto vincente, vedi McLaren

Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: Scuderia Ferrari

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