Ferrari è arrivata a Monza con tanto estasiamo. Round n°16 della F1 dove il Cavallino Rampante non vuole recitare il ruolo si semplice comparsa. L’obiettivo è quello di lottare per la vittoria, sebbene ovviamente sarà tutt’altro che facile. McLaren è senza dubbio più preparata e pure Red Bull e Mercedes non scherzano affatto. Il team di Maranello si è presentato al Gran Premio di casa con un lauto pacchetto di aggiornamenti. Lo ha fatto profondendo un grande sforzo, specie per anticipare l’update al fondo. Una macro componente cruciale per la generazione del carico.
Prima di analizzare nel dettaglio le novità sul pavimento dell’auto italiana, però, con l’aiuto della nostra raccolta dati prendiamo in esame il rendimento della SF-24 nella seconda sessione di prove libere. La Ferrari vista sino ad ora nelle prime due libere si è comportata piuttosto bene. Gli aggiornamenti sembrano funzionare, gli stessi protagonisti lo hanno reso noto del intervisto del post sessione. Benché Monza non sia il tracciato adatto per validare al meglio un’evoluzione al fondo di una monoposto di F1, i riscontri ottenuti in pista dalla storica scuderia italiana soddisfano il gruppo di lavoro.
Il fenomeno del bouncing non si è manifestato in nessuna parte del circuito, neppure nelle curve più veloci come l’Ascari o la Parabolica. Segnale di una vettura ben bilanciata, stabile nei cambi di direzione e forte sul dritto, anche grazie all’introduzione della specifica di ala posteriore, molto scarica. Tuttavia, la rossa non ha sfruttato appieno tutto il suo potenziale in termini di motore, anche se è stata utilizzata una mappatura più aggressiva rispetto alle Fp1, che ha permesso di raggiungere velocità di punta più elevate di 4 km/h. Anche la messa meccanica va migliorare, aspetto che tramite gli studi della notte al simulatore verrà “attenzionato” oggi nelle Fp3.
Nel corso della prima sessione di prove libere il monegasco si era lamentato più volte, via radio, della scarsa decelerazione che offriva la sua monoposto: Charles, probabilmente uno dei più forti “staccatori” in griglia, non riusciva ad esprimere le sue qualità in fase di frenata. Anche dal muretto box si sono accorti che qualcosa non andava, assicurandogli che per la seconda sessione di prove libere tutto si sarebbe risolto. Benché la situazione sia senza dubbio migliorata, sotto questo aspetto, tramite la nostra grafiche relative alle Forze longitudinali possiamo constatare un fatto.
Prendendo in esame l’immagine in alto, infatti, notiamo facilmente come la McLaren sia riuscita a comportasi un pelino meglio, in frenata, rispetto alla SF-24 numero 16. Questo aspetto in qualche misura è probabilmente anche dovuto anche ai nuovi aggiornamenti relativo all’engine braking che la storia scuderia britannica ha portato al Gran Premio dell’Olanda della scorsa settimana. Per quanto concerne la fase di accelerazione, per di più, notiamo che le due monoposto prese in esame hanno un comportamento pressoché simile in questo importante fondamentale.
Leclerc perde terreno principalmente nel T2 in quanto Norris gli rifila 0.133s. Tempo guadagnato alle due Lesmo, dove la guida più aggressiva di Charles sull’acceleratore non paga e lo induce a raggiungere il full gas in ritardo rispetto alla MCL38 dell’inglese. Alla Variante Ascari la SF-24 si comporta meglio delle aspettative, con il ferrarista che, dopo la staccata, riesce a percorrere le tre curve in rapida successione quasi in pieno. Malgrado una piccola mancanza di fiducia in inserimento della 8, in linea di massima è una buona Ferrari in un settore che dalle previsioni non le era certo amico.
F1, Ferrari aumenta e stabilizza il carico della SF-24 con il nuovo fondo
Durante la prima giornata di prove libere del Gran Premio di Monza, le due Ferrari hanno testato il nuovo fondo. Una specifica aggiornata in vari aspetti. Anzi tutto va fatta una doverosa premessa: questo elemento è stato disegnato dal reparto della scuderia italiana sulla base della specifica introdotto a Barcellona che di fatto non ha funzionano come doveva. Parliamo quindi di una verra e propria evoluzione correttiva, che pretende porre rimedio a diverse problematiche scaturite. Solo il tempo ci dirà se il lavoro svolto dai tecnici sarà ottimale o meno.
Prendendo in esame il primo confronto realizzato con gli scatti direttamente ottenuti direttamente dalla pitlane italiana, possiamo notare la la zona iniziale del fondo. Area della monoposto dove compaiono alcune modifiche. Prima di tutto volume complessivo di questa zona ha subito dei leggeri cambiamenti. Variazione che riflette le revisioni al momento ancora non visibili apportate alla zona sottostante del pavimento. L’obiettivo della Ferrari è quello di contenere le perdite della massa fluida che scorre nel fondo e poi si dirige verso il retrotreno della monoposto modenese.
Anche la fence verticale (linea viola) ha subito una piccolo reshaping. Notiamo infatti che lo scalino evidenziato nella versione precedente non fa più presenza. Questo aspetto ci suggerisce che l’elemento in questione sia stato abbassato di qualche millimetro per migliorare il lavoro di indirizzamento dei fluidi. Proseguendo verso la parte posteriore della Ferrari SF-24, possiamo notare, grazie alla seguente immagine, che nella primissima area del così detto bordo tagliente è stato eliminata quella sorte di piccola appendice utilizzata per la generazione del carico aerodinamico.
Questo significa che i tecnici di Maranello hanno scelto di fare ameno di piccolo estrattore laterale (freccia verde). Senza dubbio la sua sparizione ha a che vedere con il “caos aerodinamico” che tale elemento produceva, complicando la struttura successiva dei flussi. Inoltre si evince che tutta la porzione di fondo staccata dal pavimento stesso ha subito una modifica. Non ci riferiamo alla parte superiore ma bensì a quella laterale, in cui Ferrari ha cercato di creare un piccolo “ricciolo”. Un elemento del genere ha il preciso compito di sigillare al meglio il fondo dall’infiltrazione laterale di fluidi sporchi.
Oltre a ciò, possiamo osservare un “riposizionamento” dei sostegni collocati nella porzione staccata del fondo. Questi elementi, nella F1 moderna, devono ormai essere considerati come piccoli dispositivi aerodinamici. Per questo motivo la loro posizione assume un’importanza strategica. Infine, sono presenti ulteriori modifiche nella zona della chiglia per migliorare la stabilità del flusso. Lo stesso vale per il volume del diffusore, che, essendo stato aumentato, acquisisce un maggiore potere espansivo e di riflesso si incarica di contribuire all’aumento del carico aerodinamico complessivo della vettura.
Autori e grafici: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Marco Iurlandino
Immagini: Alessio De Marco – Avens Images