martedì, Settembre 17, 2024

F1, Ferrari: la critica stramba dello “Zero” sulla rossa

In F1 il momento della chiacchiera a vanvera non stanca mai, specie se si parla di Ferrari. Mi hanno fatto riflettere le parole di Damon Hill e la sua loquace e talvolta urticante favella. “Non capisco che cosa stia succedendo in Ferrari. Per me è un mistero” ha dichiarato parlando al podcast F1 Nation. Sainz sembra uscire meglio dalle situazioni e far più di Leclerc con quello che ha. Eppure è Leclerc quello che rimane. Leclerc non sta ricevendo un buon sostegno dalla squadra in termini di strategia – ha proseguito l’ex-pilota della Williams -. Sembra un po’ confuso, e non capisco il motivo”

“Invece Sainz sembra aver più controllo della situazione. Si impone con il muretto e dice: ‘Io faccio così’. Forse questo comportamento dà maggior fiducia agli strateghi, cosa che invece non hanno con Leclerc”. Ora, la mia impressione, ora che ormai comincio ad avere qualche capello bianco e che ho vissuto da spettatore ossessivo quegli anni in cui Damon, figlio di cotanto padre, ha calcato le scene della F1, è abbastanza ambivalente. E non che nelle frasi riportate non ci sia una parte di verità. Ma una parte, non tutta. Torniamo al campione del mondo 1996 di F1.

Per prima cosa, nella sua lotta con Schumacher (1994-1995) io tifavo per Hill. E’ una cosa curiosa, un senso ostinato e contrario che ho tutte le volte che la maggior parte delle persone vanno da una parte. Il bastian contrario che è in me decide, come un maverick qualsiasi, di andare in senso opposto. Hill, altissimo e magro, con quel volto affilato e segaligno, non sembrava predestinato a vincere. E io istintivamente lo tifavo. Per dirne un’altra, nella lotta fra Senna e Prost, io tifavo per Prost.

Ferrari F1
Michael Schumacher (Benetton) a colloquio con Damon Hill (Williams) . Jerez 1994

Poi, le idiosincrasie e simpatie giovanili vengono quasi sempre stemperate da una visione più pragmatica e realista delle cose e il tempo mette tutto nella dovuta prospettiva. Schumacher era meglio di Hill e Senna fosse un campione unico. Anche se continuo a pensare che Prost sia stato ampiamente sottovalutato, probabilmente per la sua verve politica (talvolta sottobanco) che gli ha alienato più di una “simpatia”. Ovvio che Schumacher, quando lottò in modo furibondo per ben due anni contro quella Williams, parliamo del 1994-95, battendola, dimostrò al mondo intero di che pasta fosse fatto.

Ma io, che non sopportavo già da allora gli spacconi, e nella scuderia Benetton ce n’era uno supremo (indovinate chi, non Schumacher), istintivamente tifavo, lo ripeto, per quello che ritenevo più “debole”. Ora, in realtà la Williams non aveva certo un mezzo inferiore alla Benetton. Semmai era Michael Schumacher, molto spesso, a fare la differenza. Tra l’altro, nel disgraziato 1994, il Kaiser vinse il mondiale con due gare in meno per squalifica. E fu pure squalificato in Belgio per usura del pattino, se la memoria non mi inganna.

F1, Ferrari: Hill spara cavolate sulla rossa e si fa un po’ di pubblicità

Come sempre il tempo, dicevo, aggiusta le cose. E allora, cosa si può dire di “Demone” nostro? Bè, intanto che arrivato relativamente tardi in F1, molto probabilmente non avrebbe avuto l’occasione della vita, cosa per certi versi parallela a Schumacher (anche se questi aveva cominciato a battere Senna in pista), se non ci fosse stata Imola 94, con la tragica scomparsa del gigante Ayrton. Hill, che aveva anche un passato da motociclista professionista, era un grande collaudatore (allora si potevano fare test liberamente) e il perfetto gregario.

Non lento, ma non incline al talento assoluto. Hill e Schumacher se le diedero di santa ragione per tutto il 1994 e il finale in Australia fu quanto di più cinematografico io abbia visto in F1. E, giusto per non cambiare, pensai che Michael l’avesse fatto apposta a centrare Hill. Solo dopo, riguardando le immagini, mi convinsi che in realtà era stato, nella sfortuna, dannatamente fortunato. E nella storia, le “botte di culo” le hanno solo i campioni. Difatti poteva fare ben poco con la sospensione andata. E Hill avrebbe dovuto solo attendere qualche curva.

Ferrari F1
Damon Hill, campione del mondo di con la Williams nella stagione 1996

L’anno dopo fu meno duro per Schumacher nel confronto con Hill. Era più forte, più completo, più determinato. Con una monoposto migliore rispetto all’anno prima. Ed era un cannibale. Ovviamente i miei sentimenti rancorosi cambiarono a partire dal 1996, quando Michael fece la sua prima stagione in rosso. E, naturalmente, io ero fra quelli che gli avrebbero preferito l’appiedato Alesi. Ma dovetti presto ricredermi. Sì, c’era classe e talento. Immenso.

E Damon? Bè, vinse il titolo nel 1996, quasi senza avversari. Michael, con una vasca da bagno, vinse tre gare. Da cineteca. E poi, per Hill? Poi, dopo qualche anno e una gara memorabile in Ungheria (Arrows, 1997) dove stava per vincere, fece due anni in Jordan, ci vinse una gara, si ritirò e divenne giornalista-commentatore. Dal tipico umorismo inglese. Che qualche volta ci prende e qualche volta no. Molto rancoroso, visto che non perde occasione di fare qualche battuta anche infelice su Schumacher.

Che per ovvi motivi non può rispondergli a tono. Ma forse, se potesse avere la possibilità di farlo, probabilmente lo ignorerebbe. Hill figlio ha il gusto per la battuta contro-corrente. Forse consciamente, forse no. E veniamo alle dichiarazione che ho riportato in premessa. Basterebbe un ragionamento semplice semplice per smontare quanto affermato da Hill sul confronto Leclerc-Sainz. Almeno sul valore assoluto dei piloti che non può essere discusso menzionando le teorie del britannico.

Ferrari F1
Charles Leclerc e Carlos Sainz nel box Ferrari – Gp Spagna 2024

E forse lo sa anche lui. E magari gioca proprio su queste cose per far parlare di sé, visto che ultimamente nel paddock lo riconoscono solo i più attempati. D’altronde sono i “suoi” cugini americani ad avere derubricato il concetto che non esiste una cattiva pubblicità. Purché se ne parli, insomma. E’ che poi gli si chiude la vena e deve fare lo splendido con le battute. Ma non tutte gli riescono bene, così come accade alle ciambelle. Che richiamano curiosamente, nella forma, il suo numero preferito in gara. Lo ZERO.

Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi

Articoli Collegati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Resta Collegato

3,584FansMi piace
1,032FollowerSegui
7,558FollowerSegui
- Advertisement -

Meteo Prossimo GP

Zandvoort
poche nuvole
14.5 ° C
15.6 °
13.3 °
90 %
3.6kmh
20 %
Mar
19 °
Mer
21 °
Gio
22 °
Ven
21 °
Sab
18 °
- Advertisement -

Ultimi Articoli

- Advertisement -
Change privacy settings