La solidità prestazionale della McLaren in F1 sta rendendo un appuntamento con la storia fattibile. Il team britannico con sede a Woking non si nasconde più e al contrario punta a conquistare il nono titolo costruttori. Un risultato figlio di un percorso di crescita avviato poco più di un anno fa. Le monoposto color papaya, al momento, sono il punto di riferimento per la concorrenza grazie a una versatilità che le consente di essere competitive su qualsiasi tipo di tracciato. Questo successo è il frutto della riorganizzazione promossa da Zak Brown, che ha affidato la guida della scuderia inglese all’italiano Andrea Stella.
Lo fatto dopo l’uscita anticipata di Andreas Seidl, attratto dalle opportunità offerte da Audi. Un elemento chiave del progetto 2024 è senza dubbio l’entrata in funzione della nuova galleria del vento, inaugurata ad ottobre dello scorso anno, dopo quattro anni in cui lo sviluppo aerodinamico era gestito presso le strutture Toyota di Colonia, Germania. Se la crescita della McL60 era in parte dovuta al lavoro svolto presso il tunnel del vento di Colonia durante la fase di transizione, la bontà dello strepitoso progetto 2024 si deve in buona parte pure ad altri fattori.
L’attuale statuto raggiunto dalla scuderia inglese è infatti in forte progressione anche grazie alle simulazioni effettuate nella galleria del vento, recentemente costruita all’interno del McLaren Technology Center. Parliamo di uno strumento davvero importante all’interno dell’attuale F1 che si sta rivelando super efficace. Questo se consideriamo il buon numero di ore di sviluppo ancora disponibili per il 2024, in base alle normative ATR (Aerodynamic Testing Regulations, nda). Infatti, rispetto alla Red Bull, la storica scuderia britannica avrà la possibilità di sfruttare un numero maggiore di “run” nella galleria del vento, così come se ci riferiamo alle simulazioni al CFD.
F1, Il vantaggio sensibile della McLaren nella seconda parte della stagione
L’impianto normativo che disciplina l’utilizzo delle gallerie del vento in F1 è molto articolato. Nell’illustrazione successiva realizzata dalla nostra redazione vengono rappresentati i “periodi” di utilizzo della galleria del vento per l’esecuzione di due “run”. Durante l’arco della campagna agonistica, pertanto, esistono fondamentalmente tre fasi che caratterizzano la possibilità di accedere ai wind tunnel da parte delle scuderie:
- Un “run” è l’intervallo di tempo in cui la velocità del wind tunnel è superiore a 5 m/s.
- Il tempo di “Wind on” è il periodo in cui la velocità del wind tunnel è superiore a 15 m/s.
- Per “occupazione” si intende la fase in cui la velocità del wind tunnel è superiore a 5 m/s per un massimo di due “run” nel medesimo giorno.
Sotto i 5 m/s, è possibile effettuare modifiche al modello in galleria del vento senza fermare la ventola, consentendo un risparmio energetico. Al di sopra dei 15 m/s, che corrispondono a circa 90 km/h per i modelli in scala 60%, i risultati dei test diventano significativi. I team sono obbligati a mantenere registri dettagliati del lavoro eseguito nei wind tunnel e a inviarli alla FIA entro due settimane dalla conclusione di ogni ATP (Aerodynamic Testing Period).
Inoltre, devono conservare le foto dei modelli utilizzati durante ogni sessione per eventuali verifiche da parte della FIA. La Federazione Internazionale può eseguire controlli in qualsiasi momento. In pratica, McLaren, tenendo conto del budget residuo, ha la possibilità di sviluppare la propria monoposto in misura più ampia rispetto ai diretti concorrenti. Un aspetto cruciale di questa valutazione è rappresentato dalla capacità dei piloti di evitare danni alle monoposto, che potrebbero consumare il budget destinato alle evoluzioni in riparazioni.
In questa particolare classifica McLaren spicca per avere le spese di riparazione più basse, che si aggirano attorno a poco meno di un milione di dollari. In confronto, Red Bull ha affrontare costi superiori ai 4,5 milioni a causa degli incidenti gravi di Perez. L’Ungheria, sebbene in maniera discutibile, ha confermato che piloti e scuderia sono perfettamente allineati verso l’obiettivo comune: il titolo costruttori. Anche se le ambizioni di Norris sembrano giustificate data la performance della sua monoposto rispetto alla RB20, l’obiettivo primario rimane quello di conquistare il titolo dedicato alle scuderie.
L’andamenti altalenare di Lando nei momenti cruciali lo hanno relegato dietro al giovane compagno di squadra australiano nelle ultime gare. Brown sostiene con orgoglio di avere due piloti di livello pari, lanciando un chiaro messaggio di imparzialità all’interno del team. Tuttavia, a causa della loro giovane età e della limitata esperienza nelle posizioni di vertice, la coppia di piloti McLaren si dimostra più come un solido duo di seconde guide. Sono in grado di garantire buoni risultati, ma ancora non hanno mostrato l’aggressività necessaria per competere al massimo livello come i migliori protagonisti della categoria.
Autore e grafiche: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: McLaren – F1 Team