giovedì, Novembre 21, 2024

F1, Newey e Alpine: un solo uomo può essere garanzia di successo?   

Newey è sulla bocca di tutti in F1. L’estate è il periodo dei tormentoni musicali e non e q ualsiasi storia tirata per le lunghe non solo annoia, ma rischia di trasformarsi in una sorta di barzelletta. Nella massima categoria, dopo l’annuncio delle dimissioni da Red Bull Racing, la possibile futura destinazione di Adrian è diventata oggetto di continue speculazioni. Dapprima si è parlato di un probabile ingaggio da parte della Scuderia Ferrari, che avrebbe rappresentato il coronamento di una carriera irripetibile.

Successivamente, è emersa l’ipotesi di un trasferimento in Aston Martin, con una pioggia di dollari e ampi poteri decisionali.Nella tarda serata di ieri, alla lista delle potenziali destinazioni si sarebbe aggiunta anche Alpine. Attraverso l’intermediazione di Briatore, il team avrebbe presentato al geniale progettista un’offerta per unirsi al nuovo corso che il geometra cuneese sta cercando di costruire. È normale che un tecnico del calibro di Newey sia ambito da qualsiasi team che voglia tornare al vertice.

F1 Newey
Adrian Newey, responsabile tecnico della Oracle Red Bull Racing

Tra l’altro, pur sventolando la bandiera francese, Alpine ha il suo quartier generale nel Regno Unito (a Enstone, ndr), un dettaglio non trascurabile quando il progettista inglese scioglierà le riserve, a meno che la decisione non sia già stata formalizzata. Tutto sarà svelato nelle prossime settimane, probabilmente nel rispetto dei vincoli ancora esistenti con il precedente datore di lavoro. Da parte sua, il mago dell’aerodinamica ha recentemente spiegato di non prestare troppa attenzione a quanto riportato dai media: “Non leggo molto i social media o le riviste, è una cosa che ho smesso di fare molto tempo fa.

Ai tempi della Leyton House, la prima macchina che ho progettato è stata nel 1988, e nonostante la mia inesperienza era una bella macchinina. Poi nell’89 l’abbiamo completamente rovinata, e sono passato dall’essere il nuovo eroe nel paddock a un idiota.” Ad oggi, probabilmente solo Newey e un ristretto gruppo di persone fidate conoscono le reali intenzioni del progettista più vincente della storia della Formula 1.

Newey F1
Ivan Capelli a bordo della March Leyton House di Adrian Newey

F1, Newey: l’equivoco che rischia di portare al fallimento

Che Adrian Newey sia il migliore progettista nel paddock è indiscutibile, come dimostra il suo straordinario curriculum. Tuttavia, non è la soluzione a tutti i problemi, e l’effetto del suo lavoro non è immediato. Quando Newey è arrivato in Red Bull nel 2006, il livello di competitività della scuderia di Milton Keynes era tra gli ultimi dello schieramento. Ci sono voluti due anni di duro lavoro per raggiungere la prima vittoria, ottenuta grazie alla straordinaria prestazione di Sebastian Vettel, allora a bordo dello junior team di Red Bull, conosciuto all’epoca come Toro Rosso.

a precedente esperienza di Adrian Newey in McLaren è stata subito vincente, ma va detto che il team guidato da Ron Dennis era già tornato a lottare per la vittoria in alcuni Gran Premi del 1997, disponendo di risorse degne di un top team. Inoltre, c’è un dettaglio che, pur non sminuendo il genio di Stratford-upon-Avon, va considerato: il quadro regolamentare introdotto nel 2022, che ha reintrodotto le monoposto ad effetto suolo, è stato un assist eccezionale per l’ex progettista della Red Bull.

Newey F1
Sebastian Vettel al termine del vittorioso gran premio d’Italia 2008 – Credit: F1.com

Newey è entrato in F1 proprio agli albori delle wing car, lavorando nel team Fittipaldi sotto la guida di Harvey Postlethwaite. Se i regolamenti del 2014 avevano posto al centro della scena tecnologica le unità di potenza turbo-ibride, la rivoluzione tecnica del 2022 ha spostato l’ago della bilancia verso l’efficienza aerodinamica, e Newey è stato l’unico progettista con un’esperienza pregressa sul comportamento delle wing car. Per questo motivo, la RB18 non ha mai sofferto di problemi come il porpoising, il bottoming e altri effetti collaterali che i moderni simulatori non hanno saputo riprodurre né in galleria del vento né al CFD.

Tuttavia, la F1 si appresta a cambiare nuovamente pelle. A partire dal 2026, le monoposto abbandoneranno l’effetto suolo generato dai canali Venturi, tornando a una configurazione classica con fondo piatto e plank longitudinale. L’introduzione dell’aerodinamica attiva farà sì che la gestione dei flussi d’aria e la loro interazione con la monoposto resti cruciale nella progettazione. Tuttavia, anche Newey dovrà partire da un foglio bianco, come i suoi colleghi, poiché il quadro normativo del 2026 rappresenta una novità assoluta nella storia della massima categoria del motorsport.

Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: Oracle Red bull Racing – F1-Tv

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