venerdì, Settembre 20, 2024

F1, Red Bull sta implodendo in maniera lenta e inesorabile

Red Bull perde i pezzi in F1. Come un fulmine a ciel sereno è giunta la notizia che Jonathan Wheatley lascerà il suo ruolo di direttore sportivo per unirsi al programma di Audi in qualità di team principal. Un’altra figura, dopo una lunga militanza, lascia la squadra di Milton Keynes. È l’ennesimo segnale che nel team campione del mondo molte dinamiche sono cambiate e le figure senior mirano ad assumere cariche di maggior rilievo. Il manager inglese è uno dei pochi membri del team che ha dedicato la propria carriera professionale a Red Bull sin dalla nascita del team austriaco.

La proposta di Audi era troppo allettante per essere rifiutata. Probabilmente sarebbe stata accettata anche in tempi di pace, visto che ci sono solo dieci team principal nel circus. Una dinamica simile al passaggio di Laurent Mekies dalla Scuderia Ferrari al team Visa Cash App Racing Bulls di Faenza. È evidente che operare in un top team ha la sua rilevanza, tuttavia, se un altro team è disposto a offrire un ruolo apicale, non c’è fascino che tenga. Si tratta comunque di una crescita professionale. Chiaramente, la perdita di un’altra figura senior in casa Red Bull è un duro colpo.

Red Bull F1
Christian Horner, team principal della Red Bull – Gp Spagna 2024

Soprattutto in un momento in cui il team austriaco di F1 è in evidente affanno. Secondo il mantra di Luca Cordero di Montezemolo, il successo è figlio della “stabilità dinamica”, ovvero l’integrazione mirata di figure all’interno di una struttura organizzativa consolidata. Nel caso di Red Bull, i pilastri del team hanno ceduto. L’uscita di Newey è stata certamente quella che ha suscitato maggiore risonanza mediatica, ma l’addio di altri tecnici di alto profilo è iniziato molto prima.

F1, Red Bull: da cacciatore a preda di tecnici senior

Da tempo alcune figure senior stanno lasciando Red Bull, nonostante i successi clamorosi dell’ultimo biennio. L’uscita di Dan Fallows e Rob Marshall è stata probabilmente sottovalutata. Indipendentemente dal loro peso specifico nei successi del team austriaco, quando tecnici di alto profilo lasciano il carro vincente, è semplicemente sintomo di insoddisfazione. Il team plasmato da Christian Horner annoverava tanti professionisti le cui aspirazioni non potevano essere soddisfatte.

Nel pieno dell’indagine interna che ha fatto traballare non poco la posizione di Horner a capo della divisione motorsport di Red Bull, Jonathan Wheatley era considerato il naturale erede dello “Spice Boy” al comando del team austriaco. Probabilmente, il direttore sportivo dei campioni del mondo credeva di essere a un passo dalla posizione che agognava. La riabilitazione del CEO e team principal dei “Tori” non è stata accolta con piacere da tutte le maestranze di Milton Keynes. Horner sta commettendo molti errori che porteranno all’implosione del team.

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Jonathan Wheatley, ex direttore sportivo Oracle Red Bull Racing

Le sue numerose cariche all’interno della galassia Red Bull, non ultima nella divisione Powertrains, potevano indurlo a soddisfare il desiderio di crescita delle figure chiave del team. Poteva tranquillamente restare il CEO del team, affidando l’operatività della scuderia a Wheatley. Una riorganizzazione che probabilmente Horner non ha nemmeno preso in considerazione, ma che avrebbe dato inizio a un virtuoso effetto domino all’interno del team, capace di gratificare figure chiave della scuderia da troppo tempo fossilizzate nel medesimo ruolo.

F1, se Red Bull non reagisce l’addio di Verstappen diventerà probabile

Sembra essere ormai troppo tardi per fermare l’emorragia di tecnici in uscita da Milton Keynes. La presunzione di poter continuare a vincere anche senza i “ribelli” o scontenti deve fare i conti con la realtà. L’involuzione prestazionale della RB20 è sotto gli occhi di tutti. Dal Gran Premio di Miami, non è più il punto di riferimento della categoria, e il cospicuo vantaggio nella classifica piloti è frutto della classe di Max Verstappen e degli errori ripetuti del suo rivale più vicino.

Probabilmente, il fuoriclasse olandese riuscirà a vincere la quarta corona iridata viaggiando di conserva, ma è chiaro che quella che fino a 12 mesi fa era la culla dell’eccellenza in F1 non esiste più. Un dominio che poteva durare ancora per molti anni, devastato dallo stile manageriale di Horner e dalle correnti interne che hanno iniziato a non remare più nella stessa direzione. L’addio del direttore sportivo non è grave per il progetto 2025, ma è l’ennesima dimostrazione che Red Bull oggi non è più una famiglia. Forse non lo è mai stata, coesa solo dai successi a ripetizione.

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Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) – GP Gran Bretagna 2024

Un addio che potrebbe far riflettere non poco il tre volte campione del mondo olandese. Verstappen infatti, nelle ultime gare per nulla soddisfatto della sua RB20, critico e allarmista su varie questione, potrebbe iniziare a meditare seriamente sull’opportunità di un futuro lontano da Milton Keynes. Scuderia che lo ha gestito sin da quando correva nelle categorie inferiori ma che, in questo momento, non sembra più capace di soddisfarlo appieno. Qualcuno a Brackley si starà fregando le mani, è molto alto, austriaco pure lui e guida un team che ha tutta l’intenzione di rubare Max alla Red Bull

Autore: Roberto Cecere

Immagini: Oracle Red Bull Racing – F1Tv

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