Aston Martin e Newey: una coppia che in F1 fa parlare di sé. Nulla di diverso da quanto scritto nella prima frase accadrà. Forse non tutti sanno che il britannico, ormai da molti anni, non lavora più come prima. Questo significa che il suo apporto alla scuderia per cui lavora è completamente diverso. Adrian non “fa i pezzi”. Spieghiamoci meglio con un esempio. Mettiamo il caso che parliamo di un’ala anteriore. Il reparto aerodinamico deputato a progettare questa specifica parte disegna il progetto dopo averlo studiato. Parliamo di alcuni tecnici che, appunto, danno forma sul CAD alle “idee” iniziali.
A quel punto, il progetto viene sottoposto alla visione di Newey, in modo che la squadra, prima di passare alla fase successiva e mettere il progetto nell’autoclave per creare fisicamente la parte in questione, possa ottenere il giudizio dell’inglese. Motivo? Adrian sa giudicare il lavoro svolto, corroborando o smentendo la sua efficacia. Significa che il geniale progettista sa se l’ala anteriore funzionerà o meno ancora prima di crearla. Tra le altre cose, vedi il risparmio di tempo che si evita portando un aggiornamento che poi non funzionerà; in epoca di budget cap, tale capacità si traduce in un vantaggio enorme che fa risparmiare soldi al team.
Perché Newey è in grado di validare una componente ancora prima di vederla in pista? La risposta è abbastanza semplice: la sua grande esperienza in F1, ci lavora a pieno regime dal 1988, gli consente di prevedere quello che succederà. Chiariamo il fatto che pure lui ogni tanto ha sbagliato; d’altronde non è un robot. Ma i suoi errori sono davvero pochissimi e, per di più, è in grado di auto-correggersi rapidamente, un fattore che per il resto dei suoi colleghi non è affatto scontato. Il “trucco” è presto spiegato e riguarda la visione globale che possiede su una monoposto.
Sì, perché un’auto di F1 funziona bene se ogni singolo elemento si integra perfettamente con il resto della vettura. Per questo motivo, Adrian ha sempre avuto diversi “pallini” nella sua carriera lavorativa. Ci riferiamo, per esempio, alle sospensioni, per le quali ha voluto per la Red Bull degli schemi sempre molto aggressivi per dare priorità al beccheggio della monoposto. Lo stesso vale per la configurazione della trasmissione, con i pesi distribuiti sempre in un certa maniera per poter contribuire maggiormente alle performance delle auto una volta che sono in marcia.
Ferrari ha perso Newey: errore fatale
Ferrari ha preso un cazzotto sul muso memorabile con la faccenda Newey. Il britannico era libero di accasarsi a qualsiasi scuderia di F1, e il Cavallino Rampante non poteva esimersi dal provarci. Lo stesso Vasseur lo ha dichiarato pubblicamente in tempi non sospetti. I colloqui tra le parti ci sono stati, e più di uno. Se però l’intesa non è mai arrivata, un motivo c’è. Non si tratta di soldi. Il team di Maranello ha tanti difetti, tutto vero, ma di certo non ha mai lesinato sugli emolumenti quando serviva. Un’altra ragione frivola e priva di fondamento riguarda l’ubicazione della rossa.
Pur amando la sua Inghilterra, infatti, Newey era pronto a trasferirsi in Italia, paese che, tra l’altro, visita con piacere ogni anno per faccende private lontane dalla F1. Preferisce lavorare in Gran Bretagna? Senza dubbio sì. Tuttavia, trasferirsi tra le colline emiliane non era affatto un problema. Quello che ha frenato l’inglese e ha messo fine alle trattative riguarda la metodologia di lavoro che Adrian pretendeva. Lui non vuole essere responsabile di un reparto. Non vuole gestire gran parte del reparto corse. Il suo compito è semplice: osservare, studiare, disegnare e correggere.
Il tutto libero da schemi, perché un battitore libero non può essere ingabbiato. Non deve rendere conto a nessuno a livello tecnico, nemmeno al team principal. Per questa ragione, i margini di manovra per portare il sessantacinquenne in Ferrari non c’erano. La scuderia italiana ha preferito puntare sul gruppo, ma anche qui va detta una cosa. Chi conosce bene Newey lo ha sempre definito un grande uomo squadra, capace di mantenere sempre e comunque alto il morale del resto dei tecnici, sebbene l’ultima parola sia sempre stata la sua. È stato un grave errore non accettare le sue condizioni.
F1, Aston Martin lavora per portare Verstappen a Silverstone
Al team di Silverstone non manca nulla per diventare grande. L’obiettivo è quello di entrare nella storia della F1. Per farlo, basta guardare il passato, servono sempre e solo i migliori. Aston Martin ha una serie di strutture all’avanguardia, costruite di recente e modernissime. Per di più potrà disporre di un “motorista privato” che dedicherà tutti gli sforzi profusi ad una sola scuderia. Ci riferiamo alla Honda che, oltre alla storica sede di Sakura, ha persino costruito una base europea per ottimizzare il lavoro direttamente sul “campo di gioco”. Parliamo di un colosso dai mezzi illimitati che sa quello che fa. Per il resto il pool di tecnici è di prim’ordine, ora coronato dalla ciliegina Newey.
L’unico punto sul quale il team deve ancora crescere riguarda la coppia di piloti. Di Alonso non si può parlare altro che bene. Fernando è stratosferico ma, purtroppo, la carta di identità non è più dalla sua parte. Questo non significa che il suo talento sia svanito, ma considerando che anche con Adrian in F1 non si vince dall’oggi al domani, avere un altro pilota all’altezza sarebbe importante. Lance non è un cattivo elemento anche se sta lì per suo papà. Ma ovviamente è tutto tranne che la persona giusta.
Sappiamo che Lawrence Stroll ha corteggiato il geniale progettista di Stratford–Upon–Avon per tre anni. Lo ha fatto sotto traccia, perché sino a quando l’inglese non ha ufficializzato la sua uscita dalla Red Bull, nessuno aveva notato questo forte interesse. Grazie alle informazioni raccolte in questi ultimi giorni, possiamo dire che una situazione simile si sta verificando anche con Max Verstappen. Aston Martin ha messo il mirino sull’olandese, e l’obiettivo per la stagione 2026 è quello di portare a Silverstone il tre volte campione del mondo di F1.
I contatti tra le parti ci sono già stati e ne arriveranno altri da qui fino al termine del campionato. Max ha sempre parlato chiaro. La sua permanenza in una scuderia, specialmente in questo momento della sua carriera, in cui ha dimostrato di essere il pilota più forte e completo della categoria, dipende dalla percentuale di successo che la squadra stessa gli offre. Sostenere che la Red Bull sia in declino probabilmente è troppo. A Milton Keynes, però, la crisi è ben presente e, per il momento, sembra che uscirne sia molto più difficile di quanto si potesse pensare.
Aston Martin: il vantaggio Newey sarà già presente sulla vettura 2025
Aston Martin è, in pratica, una Red Bull 2.0. Anche per questo motivo, Newey ha accettato con entusiasmo di trasferirsi a Silverstone. Come già detto, al team diretto da Lawrence Stroll non manca più nulla per puntare direttamente alla vetta, e con l’arrivo di Adrian, la statistica è senza dubbio dalla sua parte. Ecco perché Aston Martin vuole regalare un altro grande colpo per potenziare ulteriormente quello che è già un dream team a tutti gli effetti. Sappiamo che Verstappen sta valutando il suo futuro; non potrebbe essere altrimenti per un pilota che considera come unico traguardo la vittoria.
In questo momento, i tempi non sono ancora maturi per arrivare a una decisione, e molto dipenderà anche da quello che succederà nei prossimi mesi, perché la Red Bull deve dimostrare di saper reagire alla crisi e alla grave perdita di Newey. Se così non fosse, l’opzione Aston Martin diventerà sempre più allettante per l’olandese. Stroll lo aspetta a braccia aperte, e Max lo sa; ne hanno già parlato. Un ultimo dettaglio interessante: pare che se il tanto bramato trasferimento andasse in porto, Alonso resterà al suo posto almeno per il 2026, sacrificando per una stagione i servigi di Lance, che potrebbe prendersi una pausa o essere “prestato” a un altro team.
Attendiamo lo svolgimento di questa importante operazione che Aston Martin vuole assolutamente chiudere. Lavorerà sodo per farlo. Se da una parte la capacità di reazione della Red Bull per dimostrare a Max che si trova nel posto giusto sarà cruciale, lo stesso discorso vale per Aston Martin, che già dal prossimo anno dovrà realizzare un netto passo in avanti a livello competitivo. Newey inizierà a lavorare già nei prossimi mesi, poiché il “gardening leave”, in realtà, oltre all’obbligo di presenza in sede, non ha alcun tipo di controllo sul campo. La FIA non riesce a stagli dietro.
Via remoto o direttamente in abitazioni private, per fare alcuni esempi, Adrian potrà già incontrare altri membri di Aston Martin per visionare il CAD del progetto 2025 (AMR25) e iniziare a fare la differenza. Nessuno come il britannico sa decifrare i dati provenienti dalla galleria del vento, perché se apparentemente possono sembrare positivi, in diverse occasioni la correlazione con la pista non combacia. Newey ha la capacità di scorgere difficoltà che altri non vedono. Per questo motivo, i suoi consigli saranno già efficaci. E tutto ciò si rifà alla sua grande esperienza pregressa.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Aston Martin – Oracle Red Bull Racing