F1, Pirelli è in discussione. Come ormai di consueto, la tappa in Azerbaijan è stata al centro di polemiche. Proprio su questo tracciato atipico, nel 2022, il problema del porpoising emerse in tutta la sua criticità, costringendo la FIA a intervenire per garantire la sicurezza dei piloti. Lo scorso week-end, la gestione delle bandiere gialle da parte della direzione gara è stata particolarmente discutibile. Charles Leclerc ha dovuto attendere un’eternità per ricevere una decisione dagli steward, riguardo a un’infrazione commessa durante le terze prove libere del sabato.
Inoltre, Lando Norris ha dovuto abortire l’ultimo tentativo nel Q1 a causa della segnalazione di pericolo legata a un’Alpine che, in realtà, procedeva a bassa velocità senza costituire alcun vero ostacolo per gli altri piloti. Tuttavia, ciò che ha catturato maggiormente l’attenzione dopo la gara è stata la prestazione dell’ala mobile con DRS chiuso della McLaren MCL38. Questo comportamento, visibile ad alta velocità, ha notevolmente migliorato l’efficienza aerodinamica e ridotto la resistenza all’avanzamento per le monoposto di Piastri e Norris.
Questo “trucco” è emerso su un tracciato come quello di Baku, metà speedway e metà toboga. Nonostante il tracciato di F1 azero sia caratterizzato da un segmento lungo 2,2 chilometri percorribile “full gas”, il setup delle monoposto deve considerare anche il segmento centrale molto lento. La configurazione aerodinamica adottata dai team di F1 su questa pista cittadina è storicamente un compromesso tra le due anime del tracciato. Grazie a questo tipo di configurazione, la particolare flessione del flap sull’ala posteriore è stata rivelata, mostrando tutta la sua efficacia.
Leclerc non ha potuto completare una manovra di sorpasso sul pilota australiano. Il progresso della McLaren in termini di velocità di punta rispetto alla MCL60 è impressionante, considerando che anche nella seconda parte della scorsa stagione, sui tracciati a medio-basso carico, le monoposto della scuderia inglese incontrava enormi difficoltà. Il clamore suscitato dal DRS ha messo in secondo piano l’attacco frontale di Russell nei confronti di Pirelli. È necessario sottolineare che le performance registrate lo scorso fine settimana sono state nettamente superiori a quelle della passata edizione.
Questa anomalia rispetto al generale trend in F1 apprezzato sino ad ora è spiegati dal fatto che, quest’anno, gli organizzatori del Gran Premio dell’Azerbaijan non hanno effettuato il trattamento della pavimentazione con la tecnica dell’acqua ad alta pressione. Mossa che consente di pulire l’asfalto, normalmente destinato al traffico cittadino, in modo molto efficace. In assenza di tale lavorazione, la pista era in condizioni pessime nelle prime sessioni di prove libere. Tuttavia, quanto spiegato dal pilota inglese della Mercedes al termine della gara ha poco a che fare con le condizioni della pista.
F1, Pirelli: il duro attacco di George Russell
Russell ha esternato tutta la sua frustrazione riguardo alla differenza prestazionale tra la mescola Media e quella Hard. Mentre nella prima fase della gara era significativamente distanziato dai tempi dei piloti in lotta per la vittoria, una volta montati gli pneumatici a banda bianca, la sua monoposto è tornata a essere competitiva, riuscendo a essere più veloce di chi era in testa alla corsa. Questa dinamica è incomprensibile per il pilota nativo di King’s Lynn, che ha dichiarato: “Onestamente, è piuttosto esasperante vedere cambiamenti così drastici“, sostiene il britannico che poi aggiunge:
“Non riguarda solo la Mercedes, ma tutti i team e tutti i piloti di F1. In una sessione sei veloce, nella successiva no. E c’è solo una cosa che cambia. Penso che anche chi produce gli pneumatici non capisca cosa stia succedendo. Abbiamo bisogno di un dialogo serio su ciò che sta accadendo, perché abbiamo duemila persone che lavorano duramente per consegnare l’auto più veloce. Per venti giri di gara abbiamo avuto una macchina che poteva lottare per la vittoria, per gli altri venti giri abbiamo avuto una macchina che probabilmente non sarebbe dovuta essere nei punti, e l’unica differenza sono state le gomme.”
Questo commento sulla Pirelli, costruttore italiano che da oramai da molti anni è fornitore unico degli pneumatici della F1, è particolarmente incisivo considerando che Russell ricopre anche il ruolo di direttore della GPDA. Le sue parole sembrano rappresentare il malcontento di molti piloti, frustrati dal comportamento variabile dei compound prodotti dal gommista. Mai prima d’ora un pilota si era espresso con tale durezza riguardo alla qualità dei prodotti della casa italiana. Per questa semplice ragione la tematica non passerà in secondo piano a quanto la nostra redazione ha di recente appreso.
Un attacco così severo verso Pirelli non è passato inosservato agli occhi della Federazione Internazionale e, benché non si sia ancora espressa in tal senso, nemmeno dalla stessa casa costruttrice milanese che, oltre a garantire il supporto completo ad ogni singolo team di F1 per la stagione in corso, è altresì impegnata nei difficili test sulle mescole per il prossimo anno. Presto avvierà i controlli sui prodotti richiesti dalla FIA per le nuove monoposto che debutteranno nel 2026. Occasione dove le due parti parleranno della questione alimentata la pilota della Mercedes non direttore della GPDA George Russell.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Oracle Red Bull Racing – F1Tv