Il team Red Bull, nella stagione di F1 2024 sta mettendo in atto una vera e prova fase di trasformazione. La scuderia campione del mondo in carica sta cambiando pelle, forse anche in modo imprevisto a causa dell’effetto domino che ha portato alla perdita di alcuni tra i pilastri della vecchia guardia. Con ogni probabilità, il turnover in seno alla scuderia di Milton Keynes sarebbe comunque avvenuto nei prossimi anni, come fisiologicamente accade quando i manager senior non hanno più motivazioni o, semplicemente, vengono “scippati” da altre squadre.
Nel breve volgere di qualche mese, la squadra austriaca si è trasformata da meta ambita per i tecnici del paddock a un luogo di lavoro dal clima tossico, specie dopo l’indagine interna nei confronti del CEO e nonché team principal della scuderia austriaca. Ancor prima della partenza di Adrian Newey, figure di primo piano del team come Rob Marshall e Dan Fallows avevano accettato altre sfide professionali. Si è spesso parlato della difficoltà della Scuderia Ferrari nell’ingaggiare tecnici provenienti dal Regno Unito. Ciononostante, i sette team di F1 dislocati in un raggio di pochi chilometri hanno il problema opposto.
Ci riferiamo alle difficoltà di trattenere i propri tecnici e ingegnere che, proprio per l’ubicazione delle diverse factory dislocate nella campagna inglese in un raggio di pochi chilometri, sono in grado di trovare abbastanza facilmente un’alternativa più che valida nelle vicinanze. “L’emorragia di cervelli” in uscita dalla Red Bull è ancora in atto, ma il team diretto da Christian Horner sta cercando soluzioni per arginare l’uscita di figure di spessore. Il know-how in questo caso recita un un ruolo molto rilevante, rappresentando uno dei valori “maggiormente aggrediti” dai concorrenti.
Proprio per tale ragione, diventa fondamentale difendere il proprio bagaglio tecnico. Valorizzarlo in ogni momento della stagione e non solo quando i competitor bussato alla porta. Il vantaggio competitivo della Red Bull in F1 espresso negli ultimi anni è svanito e, con esso, pare sia scomparsa pure l’attrattiva di poter lavorare in una scuderia all’avanguardia sotto molti punti di vista. Al momento, pare che l’unica leva in dote al top management della scuderia sia appunto la valorizzazione del “personale giovane”, ma già di talento, nei rispettivi ambiti di competenza.
F1, Red Bull: valorizzazione di figure esperte ma ancora giovani
In base a questa logica si colloca la promozione di Giampiero Lambiase, storico ingegnere di pista di Verstappen. Il “race engineer” del campione del mondo olandese, infatti, a partire dalla prossima stagione assumerà anche il ruolo di “Head of Racing”. La nuova carica si aggiungerà alla precedente, senza sostituirla: l’italo-britannico rimarrà dunque l’ingegnere di pista del pilota nativo di Hasselt. Oltre al già parecchio impegnativo ruolo di interfaccia con Max, Lambiase dovrà anche supervisionare le attività in pista del team Red Bull nell’arco del fine settimana.
Un onere gravoso, ma al tempo stesso una grande gratificazione che, d’ora in poi, andrà a collocare Giampiero ai vertici della piramide dirigenziale del team. L’ultima “perdita” in ordine di tempo è stata quella del responsabile delle strategie di gara. Parliamo di Will Courtenay, che dopo aver riflettuto con calma ha deciso di accettare la corte della McLaren. Scuderia britannica che gli ha offerto un ruolo decisamente attrattivo: direttore sportivo del team di Woking. Un’altra colonna storica della Red Bull, desiderosa di crescere, ha trovato l’opzione desiderata nella concorrenza.
A questo punto, tenendo presente il personale che Red Bull può ancora vantare all’interno del suo organigramma, il ruolo lasciato vacante da Courtenay dovrebbe essere ereditato da uno dei suoi collaboratori: Hannah Schmitz o Stephen Knowles, con la prima nettamente favorita. La stratega della scuderia di F1 pluricampione è tra gli ingegneri più apprezzati dal team, che non ha mancato di mostrarle la propria riconoscenza per il lavoro svolto durante le ultime annate. Ancor prima del dominio spaziale del 2023, la trentanovenne di Caterham venne “messa in vetrina”.
Hannah ebbe l’onore di ritirare il premio riservato al team in occasione del successo di Verstappen a Interlagos nel 2019. A confermare questa tendenza è la recente dichiarazione di Helmut Marko: “È naturale che quando hai successo, le persone vengano prese [da altri team]. Se c’è qualcuno tra noi che può assumere questa posizione, questa persona è Hannah Schmitz”. Il cambio generazionale, accelerato dalle perdite di uomini chiave, metterà alla prova le nuove leve di Red Bull, che dovranno rapidamente dimostrare, in F1, di poter raccogliere la pesante eredità di chi li ha preceduti.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Oracle Red Bull Racing – F1 TV