Ferrari ha fatto una pole pazzesca con Leclerc. Il team di Maranello è riuscito in tutto quello che ha fatto. Per iniziare parliamo della messa a punto. Il set-up di base studiato a Maranello era di per se molto buono. Tuttavia il compromesso scelto aveva alcune carenze nelle curve lente, perché il grip alle basse velocità della SF-24 non era all’altezza della situazione. La rossa però ha saputo reagire alla grande. Il ritocco alle altezze da terra ha funzionato, in quanto ha fornito l’aderenza necessaria per sistemare il rendimento della vettura italiana.
Per il resto vale la pena menzionare il trattamento della rossa verso le gomme Pirelli. L’attivazione all’avantreno è stata perfetta. Era un fattore importante, perché il layout di Baku favoriva il raffreddamento delle coperture proprio sul front-end creando una asincronia termica tra i due assi. Fenomeno che di riflesso abbassa e non poco le performance di una vettura di F1. Esattamente quello che è successo alla Mercedes e in misura minore alla Red Bull. Senza ulteriori convenevoli analizzato ora la telemetria notare i punti dove la Ferrari ha fatto la differenza.
Analizziamo il confronto tra la telemetria del giro pole di Leclerc e il giro di Oscar Piastri a +0.321s, dopo un Q3 completamente dominato dalla scuderia di Maranello. Il pilota monegasco ha messo insieme il “giro perfetto”, guadagnando sull’australiano in ogni settore. In ogni singola curva, infatti, ad eccezione della 3 (dove alza il piede parecchio prima rispetto alla monoposto numero 81) e della 15, Leclerc porta sempre più velocità in centro curva, gestendo i pedali in maniera ottimale, come ormai detto più volte. Infatti, è l’unico pilota in tutta la griglia ad adottare uno stile di guida molto particolare.
Ci riferiamo al cosiddetto trailing (semi-open) throttle, così da avere un bilanciamento dei pesi equilibrato in percorrenza di curva e riuscire subito a scaricare a terra tutti i cavalli della monoposto, tenendo i giri motore leggermente più alti così da uscire meglio in trazione. Questo stile di guida, inoltre, permette di combattere quel sovrasterzo che ha tediato la Ferrari in tutte le prove libere: nel momento in cui si frena il peso della vettura si sposta completamente in avanti, alleggerendo il posteriore.
Lasciare il gas semi aperto permette di caricare leggermente il posteriore, in modo da avere un miglior equilibrio in percorrenza di curva oltre che in uscita. Leclerc ha fatto una grande differenza soprattutto in curva 16, dove ha mostrato una prestazione superiore a quella di Oscar Piastri. Sebbene entrambi i piloti frenino nello stesso punto della curva, Charles Leclerc è riuscito ad accelerare prima senza soffrire del sovrasterzo tipico di questa sezione del tracciato.
Percorrere correttamente questa curva del tracciato in Azerbaijan è cruciale non solo in qualifica, poiché influisce significativamente sul lungo rettilineo di 2200 metri, dove si tiene il gas spalancato per oltre 20 secondi, ma lo è anche in gara, poiché una buona uscita da curva 16 è fondamentale sia per difendersi che per attaccare. La Ferrari ha curato questo dettaglio con grande attenzione grazie al monegasco, offrendo a Leclerc una messa a punto davvero ottimale sia per la qualifica che per la corsa di domani, dove si dovrà amministrare il degrado.
F1, Ferrari batte Red Bull in diversi fondamentali
Il pilota monegasco ha espresso il suo apprezzamento per la macchina, che ha trovato confortevole fin da subito, dovendo apportare solo piccole modifiche all’assetto. Il carico aerodinamico adottato sembra essere quello giusto: Ferrari ha optato per la stessa specifica di ala posteriore utilizzata a Spa, leggermente più scarica rispetto alla McLaren, che garantisce un incremento di velocità di circa 3 km/h sul rettilineo principale e in ogni allungo. Questo potrebbe rivelarsi un fattore cruciale per la difesa in gara, oltre alla magistrale gestione delle gomme che Leclerc ha dimostrato nelle ultime gare.
Il contrario è successo in casa Red Bull, che sin dalle prime prove libere è parsa essere in difficoltà nell’ultimo settore: al venerdì questo era dovuto principalmente al fatto che il motore Honda era decisamente più giù, ma dalle Fp3 si è capito che qualcosa non andava in curva 16, dove Max si prendeva 0.200s da Leclerc. Come dichiarato dall’olandese stesso nelle interviste post qualifica, tra Fp3 e qualifiche hanno provato ad apportare qualche modifica al setup della vettura, probabilmente correggendo le altezze da terra, il che, tuttavia, non ha fatto altro che sbilanciare ulteriormente il bilanciamento.
Addirittura, il pilota olandese si è lamentato di bouncing in frenata in alcuni tratti della pista. Come vediamo dall’ormai consueto grafico relativo alle Forze G, infatti, la Red Bull ha sofferto molto in frenata, a differenza della Ferrari, che con Charles riesce sempre a staccare qualche metro più tardi e a generare più forza in decelerazione. Nonostante tutto, la Red Bull continua a mostrarsi molto competitiva in trazione, tanto da essere ancora una volta, come già visto in Fp2 e Fp3, il pilota che riesce a tenere per più tempo il piede full gas lungo tutto il giro (ottimo indicatore di quanto la vettura si competitiva in trazione)
Autori e grafici: Marco Iurlandino – Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv
