Non è una bella giornata per la Ferrari. La scuderia di F1 più vincente di sempre è “costretta” ad ingoiare l’ufficialità di un fatto già ampiamente risaputo. Era tutto previsto da tempo, infatti. Ma quando il fatto si concretizza, l’emotività può talvolta prendere il sopravvento sulla ragione. La presentazione di Adrian Newey come nuovo designer dell’Aston Martin è un colpo al cuore per chi ha sognato di vederlo indossare la divisa del Cavallino Rampante. Un sentimento che prescinde dai risultati che il geniale progettista riuscirà a conseguire con il team di Lawrence Stroll.
Parliamo di una figura che, grazie alle sue idee, intuizioni e innovazioni, ha contribuito in modo determinante al successo di ogni squadra di F1 in cui ha lavorato. Dopo tante parole e speculazioni, alla fine, il fascino della Ferrari e la possibilità di collaborare con Lewis Hamilton non si sono rivelati “stimoli” sufficienti per convincere Adrian. Una scelta motivata da ragioni economiche? Ipotesi inverosimile, dato che le risorse economiche non mancano alla scuderia italiana. Di recente, Vasseur ha sottolineato l’importanza del gruppo rispetto alle capacità individuali.
Ma è curioso che solo pochi mesi fa fosse proprio Frederic a dichiarare quanto fosse impensabile non provare a ingaggiare un progettista del calibro di Newey. In questa trattativa dell’anno, almeno in ambito tecnico, la Ferrari esce sconfitta in termini di immagine, nonostante il team di Maranello neghi l’evidenza. Si è parlato di una sorta di memorandum redatto da Adrian, zeppo di condizioni necessarie per accettare la proposta del team italiano.
Richieste che sarebbero state ritenute incompatibili con i ruoli e le responsabilità previsti nell’organizzazione sportiva della Ferrari. Questa motivazione appare assai debole, soprattutto considerando il passato vincente della rossa: uno dei più grandi progettisti dell’era moderna, Rory Byrne, non era certo il manager onnipresente, ma all’interno di un gruppo vincente era il professionista capace di fare la differenza. Senza contare l’apporto di Ross Brawn. Per settimane, i fan della squadra italiana hanno sperato che quelle cinque lettere del cognome del top manager potessero corrispondere a Newey.
Tuttavia, la scorsa settimana, con un annuncio freddo ed ermetico postato sulle reti sociali, Loic Serra è stato nominato nuovo direttore tecnico del Cavallino Rampante. Con tutto il rispetto per il manager francese, l’ingegnere ex Mercedes originario di Nancy suscita nei tifosi la stessa emozione di un esame di Analisi Matematica. Lo sport appassiona perché permette ancora di sognare, e vedere Adrian Newey accanto a Lawrence Stroll è un colpo al cuore per chi spera da decenni che una F1 disegnata dal mago inglese possa colorarsi di rosso Ferrari.
Solo il tempo ci dirà se la delusione per il mancato arrivo di Adrain sia solo una reazione emotiva o una terribile beffa. Grazie ai progetti tecnici sviluppati sotto la guida del genio dell’aerodinamica, Red Bull è diventata una delle squadre più vincenti della storia della F1. Team che nessuno credeva potesse raggiungere il successo, arrivando poi a dominare un intero campionato maciullando tutti i record. Una storia molto simile a quella dell’Aston Martin, le cui quote azionarie sono state progressivamente acquisite dal magnate canadese Lawrence Stroll, che ha rebrandizzato il team Racing Point in Aston Martin.
F1, Newey ciao a Ferrari: Aston Martin diventa una meta ambita grazie a programmi ambiziosi
Con l’ingaggio di Adrian Newey, Aston Martin si trasforma nella destinazione più ambita di tutta la F1, sia per tecnici che per i piloti. Coloro che pensavano che l’addio di Enrico Cardile dalla direzione tecnica della Ferrari fosse legato al presunto interesse di Maranello verso il geniale progettista inglese, sono stati chiaramente smentiti. Noi per primi che a ragion di logica abbiamo creduto in questo fatto. In realtà, la presenza di Adrian rappresenta uno stimolo più che un limite per chiunque desideri crescere a livello professionale.
In questo senso, l’effetto attrattivo di Newey risulterà molto più incisivo di quello di Lewis Hamilton. Frederic Vasseur aveva infatti chiarito che l’arrivo del sette volte campione del mondo di F1 avrebbe portato talento, esperienza e avrebbe agevolato l’assunzione di tecnici inglesi, spesso riluttanti a trasferirsi in Italia, dato che venire nel nostro Paese è una scelta non solo professionale ma anche di vita. Situazione della rossa che, al momento, sembra decisamente lontana da quella descritta a suo tempo dal manager di Draveil. Questo è il resoconto dei fatti, purtroppo.
A Maranello c’è stato un fisiologico ricambio di ingegneri, con l’ingresso di diversi professionisti provenienti da altre squadre. Tuttavia, almeno per il momento, le vere figure di alto livello non vogliono nemmeno sentir parlare della rossa, tanto meno dell’Italia. A meno che Loic Serra e Jerome d’Ambrosio non vengano considerati tali, la tanto attesa ondata di tecnici di spessore non fa affatto presenza. Ecco perché, tristemente, ai tifosi della Ferrari sparsi in tutto il mondo non resta che affidarsi totalmente alla forza del gruppo, per non dire altro…
Autore e grafici: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – Aston Martin