Ferrari perde a Singapore, round 18 della F1 2024. Un pasticcio troppo grosso in qualifica che non poteva essere “corretto” dal Cavallino Rampante senza l’aiuto di una Safety Car. Così è stato, purtroppo, in quanto Bern Maylander è rimasto in pit-lane guardando la corsa attraverso gli schermi televisivi. Il passo a Marina Bay non conta moltissimo, o per lo meno è un fattore non poi così importante come sulle altre piste. Ciò che conta di più nel tracciato malese è la posizione in pista. Per assicurarla lungo l’arco della gara, la strategia più veloce era partire con la gomma Medium e passare alla Hard.
Utilizzando la Soft in partenza si poteva avere uno spunto in più per recuperare posizioni, ma di riflesso la prima fermata ai box per sostituire le mescole doveva necessariamente essere anticipata. Ci riferiamo ad una azione assai rischiosa su questo tracciato come andremo a spiegare tra poco. Per tale regione tutti i team hanno salvaguardato almeno un treno di medie e uno di dure per l’inizio della corsa. Risulta interessante notate che Sainz aveva una Soft in più da usare, ma in questo tipo di tracciati non conviene fermarsi, perdendo molte posizioni, perché difficilmente le si recupera.
F1, GP Singapore 1° stint: Ferrari ingabbiata. Norris impone il suo passo
Nel corso del primo stint, Norris ha subito messo in pista un passo molto competitivo. Dopo i primi sette giri ha cominciato a staccare anche Verstappen. Quest’ultimo si è concentrato sul controllare la temperatura delle mescole della sua Red Bull e allungare il più possibile il suo long run. Gli strateghi di F1 volevano infatti ritardare lo stop, principalmente per via del traffico. Allungando si riduce la possibilità di finire dietro ad altri piloti più lenti. Inoltre, la gomma bianca non era così più performante da poter subire un undercut. Al contrari era più probabile subire un overcut. Per evitarlo, bisogna ritardare la sosta.
Dietro, le Ferrari non hanno avuto una partenza buona con Leclerc, meno con Sainz. Qui a Singapore il traffico è molto limitante. Questo per dire che pur avendo più passo, non riuscivano a superare l’Aston Martin di Alonso o la Racing Bull di Tsunoda. Anche in questo caso, il team di Maranello ha concentrato gli sforzi per allungare il più possibile lo stint. L’obiettivo era ritrovarsi con strada libera per poter fare il proprio passo, che sulla carta era molto buono. L’idea era quella di ritardare molto il pit-stop per approfittare di eventuali Safety Car e fare un overcut su alcune macchine più lente.
F1, Gp Singapore 2° stint: Ferrari sdoppia la strategia
Anche Sainz è partito sulla gomma media ma visto il traffico su di lui è stata scelto di “pittare” al giro 14, per cui molto presto, passando alla mescola Hard. Ferrari ha scartato l’idea di partire con le Pirelli cerchiate di bianco, compound con il quale avrebbero potuto allungare agevolmente lo stint. La decisione si basa sul livello di grip del compound più duro. Temevano di non avere sufficiente aderenza alla via. La mescola media è il giusto compromesso tra grip e durata. Anche Hamilton si è fermato molto presto, forse anche perché stava cominciando a “bloccare” un po’ troppo Russell, che si trovava subito alle spalle del sette volte campione del mondo inglese.
Mercedes ha scelto la Soft per la partenza ma non ha pagato. Nessuna posizione guadagnata e si sono ritrovati con una gomma dalla vita più corta. Al giro 18 sono rientrati per montare la Hard. Lewis si è subito lamentato in radio della strategia scelta, dicendo che si erano fermati troppo presto. Era nel traffico e non aveva gestito bene le gomme, tanto che si erano surriscaldate in superficie. Russell, con la gomma gialla, è andato più lungo e ovviamente il Re Nero ha subito il suo overcut. Una strategia interna discutibile.
Verstappen è rientrato al giro 29, ma il team non ha calcolato bene la finestra di pit-stop.
Al rientro in pista, infatti, l’attuale campione del mondo di F1 si è ritrovato per pochissimo dietro a Leclerc. Non ci ha messo molto a superarlo, ma poteva rivelarsi un grosso errore per la Red Bull. Il monegasco ha continuato con il suo ritmo, guadagnando ulteriore race time. Al giro 37, il ferrarista ha effettuato il passaggio alla gomma Hard, sulla quale aveva chiesto in radio il profilo del degrado riscontrato sulla SF-24 di Carlos Sainz. A quel punto gli è stato riferito che il degrado era abbastanza stabile e che dopo alcuni giri l’handling tendeva leggermente al sovrasterzo.
L’obiettivo, secondo le simulazioni della squadra, era quello di recuperare Hamilton, che ormai era in uno stato molto più avanzato di usura della gomma, essendosi fermato molto presto. Anche Piastri ha seguito una strategia simile a quella di Leclerc, allungando molto il suo long run. Se fosse uscita una Safety Car tra il giro 30 e 37, Piastri e Leclerc avrebbero avuto un vantaggio enorme, in quanto potevano effettuare un ‘free stop’. In quei giri, Charles ha avuto un ritmo simile al pilota McLaren, anche se ha dovuto affrontare alcune battaglie in pista, che lo hanno un po’ rallentato.
Dal box Ferrari sono arrivate molte informazioni per curare il più possibile la gomma Hard. Hanno parlato di velocità minima alla curva 10 ed è stato detto a Charles di limitare i pattinamenti in uscita dalla curva 8. In circa 25 giri, Leclerc ha recuperato ben 27 secondi a Russell, ma non è bastato per trovare il sorpasso in pista. Un vero peccato, non tanto per il 4° posto mancato, ma per la chance buttata alle ortiche di poter vincere lottando ad armi pari con la McLaren. Il passo c’era e doversi accontentare in un fine settimana dove non mancava nulla è davvero frustrante.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv