McLaren ha un chiaro obiettivo per il round 17 della F1 2024: vincere. Il mondiale costruttori è altamente alla portata del team di Woking che, a Baku, conta già di effettuare il sorpasso. Per il titolo pilota la faccenda è più complicata, però. Norris paga una certo distacco da Verstappen. Parliamo di 62 lunghezze che il talento di Hasselt cercherà di difendere durante gli otto Gran Premi che rimangono. Ogni punticino sarà fondamentale nella rincorsa del britannico, pure quelli del giro veloce in gara, non dimenticando quelli che verranno assegnati dalle rimanti 3 Sprint Race.
Il problema principale della McLaren è l’inesperienza. L’abitudine a vincere non fa presenza e si è ampiamente visto durante gli scorsi mesi. Dal Gran Premio di Imola la MCL38 è il punto di riferimento. Tuttavia solo in due occasioni è riuscita a vincere, battuta ma Mercedes e Ferrari. Queste due scuderie possono recitare il ruolo di perfetta alleata Red Bull, un team che sta vivendo un momento di crisi dal quale proprio non è capace di uscire. Tanti problemi che limitano il rendimento della RB20. Anche nella sapienti mani di Max, la vettura austriaca è decisamente battile.
L’olandese sta cercando di ottimizzare le prestazioni e continuerà a farlo sino al termine della campagna agonistica 2024. Tuttavia lo strapotere della McLaren è talmente evidente che Verstappen è costretto a giocare sempre in difesa. La storica scuderia britannica arriva a Baku con determinate certezze che ha tutta l’intenzione di “far pesare”. Per farlo non dovrà commettere errori sulla strategia e, ovviamente, centrare il bilanciamento perfetto della MCL38. Parliamo di un aspetto fondamentale per le attuali vetture di F1 che marca un netta differenza nelle performance.
F1, GP Baku: McLaren lavora per ottimizzare i tratti medio lenti e gestire l’asse anteriore
La McLaren, al momento si distingue come la monoposto più completa della griglia, grazie alla sua capacità di trovare facilmente un bilanciamento efficace su diverse tipologie di piste. Questa versatilità è dovuta all’ampia finestra di utilizzo della vettura, che consente alla squadra di adattarsi rapidamente a vari tracciati. A Baku, il circuito presenta una sfida particolare a causa della sua complessità: il T1 è composto esclusivamente da curve a 90°, mentre il secondo settore include curve più lente e alcune curve ad alta velocità, percorribili in linea di massima a pieno regime.
Infine si arriva al T3, caratterizzato dal lunghissimo tratto ad alta velocità di percorrenza che porta al traguardo. Per questo l’uscita da curva 15 che immette sul rettilineo principale risulta cruciale. Tradizionalmente, la concezione del setup McLaren parte dalle curve più veloci, con maggiore rigidezza delle sospensioni per massimizzare la stabilità in quelle sezioni. Ma a Baku sarà cruciale trovare un equilibrio differente. La sfida si concentrerà sull’ottimizzazione delle curve lente e a media velocità, senza trascurare l’importanza delle velocità massime sul rettilineo.
La capacità della scuderia di F1 britannica di adattare la messa a punto per gestire queste variabili potrebbe rivelarsi un fattore chiave per il loro successo. McLaren non eccelle in termini di velocità di punta, come si è evidenziato a Monza, dove la scelta di un assetto più carico ha penalizzato le prestazioni sui rettilinei. Nonostante ciò, la squadra tende a preferire un setting che privilegia il carico aerodinamico per massimizzare la stabilità in curva. In Azerbaijan, dovranno considerare attentamente questo aspetto nella costruzione del setup, cercando un compromesso complicato per l’incidenza dell’ala posteriore.
Un carico troppo elevato andrebbe a penalizzare il rendimento sul lungo rettilineo, mentre una downforce insufficiente potrebbe compromettere la tenuta nelle curve lente e medie. È probabile che McLaren opti per un approccio aerodinamico a medio carico, bilanciando la necessità di velocità in rettilineo con la gestione ottimale delle curve. Per quanto riguarda gli schemi sospensivi, invece, la MCL38 dovrebbe essere in gradi di performare molto bene nel secondo settore e nei tratti medio-lenti, anche grazie agli aggiornamenti introdotti sulla vettura dal Gran Premio dell’Austria.
Update che hanno significativamente incrementato la percorrenza nelle curve lente e ottimizzato l’aerodinamica. Le novità di Zandvoort, per di più, hanno ulteriormente affinato la monoposto rendendola maggiormente competitiva in condizioni miste. Aspetto che consente alla McLaren di sfruttare al meglio il pacchetto nelle diverse situazioni di gara. Monoposto britannica che si distingue anche per la migliore gestione delle gomme Pirelli, grazie a un design delle sospensioni particolarmente efficace, sviluppato su un modello accurato del comportamento degli pneumatici.
Ci riferiamo ad una configurazione che permette alle due MCL38 di scaldare rapidamente le gomme in qualifica, garantendo ottime prestazioni sul giro singolo. Mentre per quanto concerne la gara, l’attivazione rapida delle mescole non si traduce in un degrado eccessivo sulla lunga distanza. Parliamo di un perfetto equilibrio davvero complicato difficile da ottenere. Ma la McLaren non è del tutto esente da problematiche. A Monza, infatti, hanno sofferto particolarmente l’effetto graining sull’anteriore durante la corsa, suggerendo una possibile difficoltà nel riscaldare adeguatamente l’asse frontale in determinate condizioni.
Questo aspetto potrebbe rappresentare una sfida significativa a Baku, dove l’asse colorato all’avantreno dell’auto tende a raffreddarsi rapidamente a causa delle lunghe sezioni rettilinee e delle frenate decise. Mantenere la temperatura ottimale delle gomme anteriori sarà cruciale, in particolare modo nei tratti dove fanno presenza curve più lente, in cui la mancanza di calore potrebbe compromettere l’aderenza e la performance complessiva della MCL38. La capacità di adattare la messa a punto per minimizzare questo effetto sarà un fattore chiave per la McLaren in versione Azerbaijan.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: McLaren – F1Tv