Il passaggio di Adrian Newey in Aston Martin è stato certamente uno dei più chiacchierati della storia della F1. Il genio inglese, dopo 20 anni in Red Bull, ha deciso di cambiare aria anche in seguito ai tumulti all’interno del team di Milton Keynes, e che lo hanno sicuramente aiutato a prendere una decisione che fino a qualche mese fa sembrava obiettivamente impossibile anche solo da pensare in quel momento.
Il sogno di vederlo in Ferrari è stato coltivato per tanto tempo, e mai come stavolta, il suo passaggio alla corte di Maranello è sembrato essere alla portata, con Frederic Vasseur, team principal della rossa a colloquio in diverse occasioni per convincere il britannico a diventare quantomeno il super consulente che i tifosi sognano da anni. Nulla di tutto ciò è accaduto, anche perché l’offerta pervenuta da Lawrence Stroll, presumibilmente la seconda, il rilancio quindi, è stata impareggiabile.
La Scuderia del Cavallino certamente non avrebbe mai partecipato all’asta per l’acquisizione delle maestranze del genio di Stratford-upon-Avon, men che meno gli avrebbe offerto delle azioni del team. In Ferrari non funziona così, e obiettivamente a queste condizioni, Elkann, Vigna e lo stesso Vasseur hanno fatto benissimo a tirarsi indietro, perché comunque lo stipendio offerto a Newey sarebbe stato molto allettante e vicino a quello proposto dal magnate canadese.
Il cuore, e il portafoglio, comandano: vedere Adrian lavorare in Italia è sempre stato impensabile, perché è risaputo come sia troppo legato alla Gran Bretagna, e quindi stare a Silverstone, a pochi passi da casa, spinto probabilmente anche da necessità familiari e con tanti soldi sul proprio conto in banca ogni mese, beh, ma chi avrebbe rifiutato?! Per la gloria di lavorare con Ferrari e magari vincere? Beh sì, ma evidentemente non gliene fregava più di tanto.
Aston Martin: Newey, la chioccia perfetta di Enrico Cardile
La Red Bull, spiazzata a quanto pare dall’addio di Newey (e non solo, visto che stanno scappando praticamente tutti, nda), si è risentita per l’annuncio e la presentazione in pompa magna nella sede di Aston Martin. Christian Horner ha definito “prematura” questa uscita del team verdone, anche perché del gardening leave dell’inglese si sa poco o nulla. Dapprima, stando al comunicato del primo maggio scorso, Adrian sarebbe rimasto in altri ambiti dell’azienda fino alla prima parte del 2025.
Subito dopo l’annuncio della separazione però lo abbiamo visto in pista, in tenuta ufficiale, sia a Miami che a Monte Carlo, due gare di maggio, nel momento in cui sembrava fatto il suo passaggio in Ferrari. Poi con l’ufficialità del suo passaggio in Aston abbiamo capito come l’inglese inizierà a lavorare per il suo nuovo team a partire dal 1° marzo 2025, giorno in cui a quanto pare finirà il suo periodo di giardinaggio.
A confermarlo è stato Eddie Jordan, ex team principal e proprietario dell’omonimo team di F1 e di fatto colui che ha gestito le ultime mosse di Newey in termini contrattuali: “Non avete sentito nulla da me fino al 6 settembre, la data stabilita dalla Red Bull su quando potevamo parlare. Ho grande ammirazione per Adrian, che non ha detto nulla fino al giorno indicato da Red Bull. E’ in congedo per gardening, con una data specificata nel suo contratto, il 6 settembre, concordata tra me e il team. È stata rispettata in ogni dettaglio. Posso garantire che nessuno l’ha violata, e Adrian è stato estremamente scrupoloso nel rispettarla”.
La figura di Newey, volenti o nolenti, darà un plus non indifferente all’Aston Martin. Pensiamo un po’ a quanto sta accadendo in Red Bull: sarà un caso che da quando l’inglese non fa più parte del team, la RB20 ha iniziato ad andare malissimo? Secondo chi scrive, no, lo dimostra anche la confusione che Pierre Waché ha palesato prima dell’estate, quando addirittura ha presentato due macchine diverse in Ungheria.
Ecco, avere un elemento del genere, anche solo per super visionare, per dirti “Ehi, vedi che stai facendo una cazzata”, può farti guadagnare tempo, denaro e prestazioni. Se ci fosse stato lui a guardare il lavoro maldestro di Enrico Cardile prima dell’approvazione dell’aggiornamento di Barcellona, probabilmente la Ferrari non avrebbe perso tutto questo tempo. Ah sì, Cardile, proprio colui che è fuggito dopo aver lasciato la SF-24 con un update che di migliorativo non aveva nulla, magari in Aston potrà imparare qualcosa dal più bravo in assoluto. Meditate gente, meditate.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Aston Martin F1 Team – Scuderia Ferrari