Red Bull, da diverse tempo non è più il faro della F1. Il team che ha concluso il 2023 come una corazzata imbattibile, ha iniziato questa stagione dominando le prime corse della campagna agonistica. Nei primi cinque appuntamenti del 2024, Perez e Verstappen sono saliti entrambi sul podio quattro volte. Tuttavia, a partire da Miami, una RB20 che pareva “inossidabile” ha iniziato a mostrare difficoltà all’avantreno. I consueti pacchetti di aggiornamenti, che avrebbero dovuto migliorare la situazione, sulla carta, non hanno sortito l’effetto sperato. Anzi. Il team austriaco, oltre a non aver centrato l’obiettivo, ha probabilmente accentuato il problema piuttosto che risolverlo.
Le difficoltà tecniche sono emerse in seguito a un complicato inizio di stagione dal punto di vista amministrativo. L’Horner gate, l’addio di Newey e le divergenze tecniche rispetto alle indicazioni del genio di Stratford Upon Avon hanno portato a un’inattesa recessione prestazionale. Il rovescio della medaglia, rispetto alla prima parte del 2024, è rappresentato dai soli due podi conquistati da Verstappen nelle ultime sei gare. L’olandese non sente più il suo inno nazionale dal Gran Premio di Spagna, dove gli aggiornamenti sembravano aver risolto i problemi.
La gara di F1 in terra catalana, decimo round del campionato, ha rappresentato la settima vittoria per Verstappen nel 2024. Nonostante fosse solo Max a mantenere vive le speranze di vittoria nei due campionati per Red Bull, la situazione sembrava sotto controllo. La minaccia più grande era rappresentata dalle McLaren, con Norris che riusciva a concludere le gare costantemente a pochi secondi dal campione del mondo. Dal Gran Premio d’Austria, però, i valori in campo sono cambiati radicalmente e come possiamo notare, tutt’oggi sono rimasti i medesimi.
Dopo l’incidente tra Norris e Verstappen negli ultimi giri della gara di Spielberg, collisione che ha messo sul piatto d’argento la vittoria alla Mercedes di George Russell, Max non ha più avuto una reale possibilità di vincere in F1. All’interno del paddock si rincorrono voci su problemi relativi alla norma che vita la frenata asimmetrici, sull’affidabilità della power unit e sui vari aggiornamenti che non hanno fornito una reale spinta nelle prestazioni. Cerchiamo di fare chiarezza, quindi, concentrandoci sull’ultima parte de campione, dove le vetture di Milton Keynes hanno mostrato il “peggio di sé”.
F1, Red Bull: aggiornamenti al fondo ravvicinati segnalano errori negli sviluppi
Guardando a livello macroscopico il 2024 della Red Bull, sembra quasi che le vetture austriache abbiano vissuto di rendita. Fino a quando hanno potuto, infatti, Max e Checo hanno sfruttato l’enorme vantaggio tecnico che avevano ereditato dalle ultime gare della passata stagione. A questo punto, possiamo identificare nelle scelte tecniche post-rottura interna e negli aggiornamenti portati gara dopo gara un problema evidente. Innanzitutto, evidenziamo tre macro aree in cui le squadre concentrano i loro sforzi per apportare aggiornamenti proficui.
Parliamo del fondo, della zona dell’undercut e dell’engine cover. Le prime modifiche al pavimento sono arrivate in Giappone seguire poco dopo da ulteriori perfezionamenti sono introdotti a Imola, Barcellona e Silverstone. Nel paese del Sol Levante, inoltre, sono state fatte modifiche anche nella zona dei sidepods, aumentando il volume dell’undercut e, di conseguenza, la quantità d’aria diretta verso il posteriore della monoposto. Infine, a sorpresa, in Ungheria sono scomparsi i “bazooka” dalla vettura di Verstappen, attraverso una modifica significativa che doveva aumentare il carico aerodinamico del retrotreno su determinati tracciati.
Identificare quale aggiornamento non abbia centrato l’obiettivo non è semplice. In generale, sembra che la sospensione anteriore non interagisca più a dovere con l’aerodinamica della RB20, un problema simile a quello che la McLaren ha affrontato nella stagione passata. Le numerose novità introdotte al fondo, in gare così ravvicinate, potrebbero indicare che i tecnici hanno individuato il pavimento come la parte responsabile dell’instabilità all’avantreno. Inoltre, la nuova engine cover senza i bazooka potrebbe aver spostato troppo indietro il baricentro aerodinamico della Red Bull.
Aspetto che provoca mancanza di carico, e quindi di grip sull’avantreno. Sembra, dunque, che il problema principale della RB20 sia legato alla mancanza di downforce sull’asse anteriore. Questo deficit rende difficile l’ingresso in curva, limita la rotazione della monoposto e aumenta il sottosterzo, aggravando il degrado termico degli pneumatici. Questa mancanza di carico si evidenzia soprattutto su piste a medio-basso carico aerodinamico, come Monza. Durante lo scorso weekend, infatti, Max ha chiesto più volte di aumentare l’incidenza dei flap dell’ala anteriore per migliorare l’aderenza.
Un altro elemento che, secondo le speculazioni delle ultime settimane, sembra aver peggiorato l’handling della vettura riguarda il famoso caso dei freni asimmetrici. Anche se non ci sono documenti ufficiali che confermino queste voci, e pertanto sostenere una tesi del genere pare ovviamente impossibile, sembra che Verstappen poteva beneficiare di questo stratagemma tecnico interessate. Sfruttando una differente potenza frenante sullo stesso asse, Max sarebbe riuscito a migliorare la rotazione in curva della sua monoposto, traendo un vantaggio su Perez.
Questo il campo ipotetico dove, sebbene muovere dei ragionamenti sia pur sempre assai complicato, alcune verità potrebbero essere tali. Il nuovo comma introdotto dalle “isssue” del carpo normativo della Federazione Internazionale avrebbe, secondo le alcune informazioni raccolte, riportato i due piloti Red Bull allo stesso livello. Si ipotizza che solo l’olandese potesse trarre vantaggio da questo dispositivo, creando una differenza significativa rispetto a Perez. Questo spiegherebbe perché nelle due gare, il talento di Hasselt non sia riuscito a fare la differenza a cui eravamo abituati.
F1, Red Bull: affidabilità e overheating pregiudicano il Gran Premio di Monza
Nell’ultima gara di F1, corsa in Italia sullo storico tracciato brianzolo, Red Bull ha evidenziato due ulteriori problematiche sino ad ora nascoste: la difficoltà nel portare le mescole in temperatura durante le qualifiche e il calo di potenza della power unit di Verstappen in gara. Il peggior risultato stagionale del team austriaco è stato principalmente causato dalla qualifica. Verstappen e Perez sono scattati dalla quarta fila della grigia di partenza, a causa delle gomme che non hanno raggiunto la temperatura ideale nel Q3.
Max si è lamentato più volte della mancanza di grip con le Soft nell’ultima fase delle qualifiche, il che ha aggravato i problemi legati all’handling della RB20, costringendo la monoposto a ridurre la velocità in ingresso e a centro curva e conseguente perdita di prestazione. Anche la mancanza di affidabilità della power unit di Verstappen ha rallentato la sua gara, suscitando nuovi dubbi. L’olandese aveva montato la nuova unità nel GP del Belgio, mentre Perez ha beneficiato di componenti nuovi a Monza. Sappiamo che il “Tempio della velocità” è una delle piste più esigenti per le componenti termiche e ibride.
Durante le prove libere il team austriaco solitamente usa regimi più bassi rispetto agli avversari. Dopo quanto successo a Monza, questo limite di prestazione del venerdì potrebbe essere il segnale di un problema nascosto di affidabilità, rendendo le power unit Honda potenzialmente meno affidabili rispetto a quelle dei competitor. Sommando queste informazioni si può affermare che il problema relativo all’handling della RB20 non sia banale, né facilmente risolvibile. Non sorprende che una vettura quasi perfetta nelle prime due gare, possa concludere il 2024 con la problematica persistente al front-end.
La scelta di adottare una strada tecnica diversa da quella inizialmente programmata con Newey ha fatto emergere un limite che potrebbe costare a Red Bull due titoli mondiali. Quella che sembrava una corazzata imbattibile è ora un team in difficoltà, che ha perso la sua direzione e attualmente fatica ad affermarsi come seconda forza. La ricerca di compromessi nel setup sembra l’unica strada percorribile da qui sino al termine della stagione. Obiettivo? riconfermarsi campioni del mondo, ma con la consapevolezza che il nemico incalza e il pronostico non è più a loro favore.
Autori: Leonardo Pasqual – @PasqualLeonardo – Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Oracle Red Bull Racing – F1Tv