La Red Bull sta attraversando una netta flessione in F1, che dura ormai da diversi mesi. La situazione appare critica, poiché la scuderia di Milton Keynes non conquista una vittoria da sei gare e continua a perdere terreno rispetto alla concorrenza. Max Verstappen sta cercando di resistere, ma con otto gare rimanenti e tre Sprint Race ancora da disputare, la super McLaren ha la possibilità concreta di conquistare entrambi i campionati. La squadra di Woking ha dichiarato apertamente che lotterà sino all’ultima curva del campionato per aggiudicarsi entrambi i titoli. Olè…
Cosa sta facendo Red Bull per risolvere questo deficit? Il quesito è interessante, ma una risposta concreta non è ancora emersa. Naturalmente, il team sta provando a correggere le problematiche della monoposto, ma purtroppo gli sforzi profusi non sembrano dare i risultati sperati. Diversi aggiornamenti hanno fallito, poiché le nuove configurazioni della RB20 hanno continuato a manifestare gli stessi problemi. L’assenza di Adrian Newey si fa sentire pesantemente. Il genio di Stratford-Upon-Avon era la persona ideale per affrontare questa situazione, grazie alla sua straordinaria capacità di analizzare i dati e apportare modifiche efficaci in tempi relativamente brevi.
Horner e Marko affermano che l’assenza di Newey non influisce sul rendimento. Tuttavia, queste dichiarazioni sono bugiarde. Loro stessi sanno che la verità è un’altra. Il reparto tecnico, ora guidato da Pierre Waché, sta lavorando intensamente per risolvere problemi che, invece di migliorare, sembrano addirittura peggiorare alla luce delle ultime due gare. L’unica alternativa agli aggiornamenti inefficaci che Red Bull sta cercando di sfruttare è l’ottimizzazione del fine settimana di gara. Questo viene fatto attraverso la scelta del setup più adatto per massimizzare il rendimento della RB20, cercando di ottenere la migliore performance possibile da una monoposto attualmente in difficoltà.
F1, Red Bull “dosa” il carico installato per non perdere rendimento sui rettilinei
Dare per perdente a priori la Red Bull non sarebbe affatto corretto. Il team è comunque sempre molto forte, possiede una vettura tosta e alla guida può schierare il miglior pilota sulla grigia: un certo Max Verstappen. Dall’altra parte, però, abbiamo notato una certa indecisione a livello strategico, figlia della paura di sbagliare all’interno di un contesto dove l’errore può compromettere ulteriormente le cose. Horner ha cerato di fare gruppo in questi ultimi giorni. Secondo le nostre informazioni, infatti, prima di partire per Baku è andata in scena una riunione fiume per raccogliere il massimo delle forze.
L’obiettivo comune è quello di fare quadrato. Credere fortemente alle proprie doti e non farsi prendere dal panico che, in contesti del genere, non fa altro che aggravare le cose. Secondo le simulazioni effettuate in fabbrica, considerando il layout del tracciato e le caratteristiche dei bolidi austriaci, la squadra di F1 in testa ad entrambi i mondiali pensa che potrà giocarsi la vittoria in Azerbaijan. Questo il resoconto tecnico con la consapevolezza che per raggiungere questo obiettivo l’impegno dovrà essere massimo, ad iniziare dalla scelta della messa a punto che dovrà essere perfetta.
Per il 17° round della F1, Red Bull presenta un’ala posteriore che può essere considerata da medio o medio-basso carico aerodinamico. Il main plane di questa impostazione è progettato per concentrare il carico nella zona centrale, mentre le zone più esterne sono intenzionalmente scaricate. Il target mira a ridurre la resistenza aerodinamica indotta e migliorare l’efficienza complessiva. Questa versione era già stata utilizzata con successo in Arabia Saudita. È probabile che la squadra possa optare per un setup leggermente più carico e sfruttare la maggiore efficienza aerodinamica della RB20.
Ci riferiamo ad un aspetto che potrebbe offrire un significativo vantaggio nella percorrenza delle curve medio-veloci del T2, settore dove maggiore stabilità e aderenza meccanica sono fondamentali per mantenere buoni i tempi sul giro. Tuttavia, questa scelta comporta dei chiari compromessi: sui lunghi rettilinei di Baku, di fatti, una configurazione più carica potrebbe comportare una perdita di velocità di punta, un fattore dove attualmente la Red Bull non eccelle più rispetto ai principali concorrenti. Senza dubbio un aspetto delicato che va tenuto in conto.
Poiché la RB20 non la monoposto più rapida del lotto in termini di velocità massima assoluta, il team non può più permettersi di aumentare eccessivamente i punti di carico sull’asse posteriore. Se lo fa un significativo svantaggio nei sorpassi e nella difesa delle posizioni sul rettilineo principale si paleserebbe. Aspetto che in Azerbaijan rappresenta uno degli elementi cruciali del circuito nella mera dinamica della gara. La sfida sarà dunque trovare un bilanciamento ottimale per Red Bull, in grado di ottimizzare i benefici aerodinamici senza compromettere il rendimento nei tratti ad alta velocità di percorrenza.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Albert Fabrega – @AlbertFabrega – Oracle Red Bull Racing