Red Bull esce ancora una volta con le ossa rotte da un Gran Premio di F1. A Baku, il risultato è un misero 5° posto per Verstappen, che si aggiunge allo zero di Perez. In totale, sono dieci i punti accumulati dalla scuderia di Milton Keynes in Azerbaijan, che incassa il sorpasso nel mondiale costruttori da parte della McLaren, con 7 gare ancora da correre. La scuderia di Woking vanta un vantaggio di 20 lunghezze sui campioni del mondo in carica, e anche Ferrari si sta avvicinando rapidamente. Urge un cambio di tendenza repentino, perché il team austriaco deve fare meglio di così.
Sergio adora Baku, questo lo sapevamo. Ieri ha impartito una delle rare e sonore lezioni al suo compagno. Horner sostiene che Checo poteva pure andare a vincere la corsa. Secondo noi è una cavolata detta sul momento. Fatto sta che Verstappen ha avuto la peggio dal messicano sia in qualifica che in gara. Il talento di Hasselt ha sofferto per tutto il fine settimana. Sabato, durante le Fp3, Red Bull ha profuso un grande sforzo per sistemare il bilanciamento della RB20. Diverse modifiche alle altezze da terra, alla lunghezza del tirante sospensivo e alla rigidità del front-end per eliminare l’instabilità.
Mossa che non ha risolto i grattacapi in staccata, poiché il grip necessario non era presente. Inoltre, il sovrasterzo in uscita ha tolto la fiducia necessaria per avvicinarsi ai muretti. C’è poi un’altra questione interessante che riguarda la piattaforma aerodinamica della RB20. La monoposto del tre volte campione del mondo di F1 non mostrava una consistenza uniforme, con la sua competitività che variava a seconda dello stint. Una delle problematiche riguarda il saltellamento dell’auto. Una difficoltà che, considerando che non si era mai verificata sino ad ora, potrebbe essere legata all’aggiornamento apportato.
F1, Red Bull soffre una discrepanza tra CFD e tunnel del vento che ha prodotto problemi alla RB20
La scuderia austriaca ha presentato un update testato durante l’ultimo fine settimana della stagione 2024. Come sappiamo, la geometria del fondo di una vettura di F1 riveste un ruolo di estrema importanza per quanto riguarda la generazione del carico aerodinamico. Proprio per tale motivo, i team lavorano intensamente su questa macro componente ogni volta che ne hanno l’opportunità. Red Bull ha introdotto una versione inedita che, nella zona del kick, presenta un disegno differente rispetto alla specifica precedente. È un tema senza dubbio interessante che merita di essere esaminato in tutti i suoi aspetti.
Il gruppo di lavoro, ormai privo di Adrian Newey, ha deciso di apportare una chiara modifica al fondo della RB20. In linea generale, i tecnici guidati da Pierre Waché hanno implementato una manovra tecnica con uno scopo preciso: migliorare il gradiente di pressione lungo il pavimento dell’auto, mossa che, di riflesso, avrebbe dovuto rendere più efficace la massa fluida, sia a valle che localmente, in tutte le condizioni di marcia del veicolo. Come accennato, però, Verstappen si è lamentato molto del bouncing prodotto dalla sua vettura.
Questo fenomeno era ben visibile anche dalle immagini on-board della RB20. Il problema ha complicato la gestione della vettura, influenzato le prestazioni in pista e messo in evidenza alcune criticità del nuovo aggiornamento tecnico. Le modifiche in questione riguardano in particolare la parte finale della chiglia, un’area cruciale poiché si trova nel volume del diffusore, componente primaria per la generazione della spinta verticale. In questa zona dell’auto, infatti, lo sviluppo del flusso d’aria determina la stabilità del veicolo nelle diverse condizioni di marcia.
La nuova configurazione della chiglia presenta una porzione terminale appuntita, abbandonando il design piatto utilizzato in precedenza e avvicinandosi maggiormente alla soluzione adottata dalla Ferrari. Questa scelta dovrebbe permettere un aumento del volume del diffusore stesso e, di riflesso, offrire un quantitativo di downforce superiore alla monoposto colorata blue racing. Nonostante le aspettative, tuttavia, a differenza della versione usata con successo dal team di Maranello, il comportamento dei fluidi nella parte posteriore della Red Bull non è ancora ottimale.
I problemi che la scuderia austriaca ha riscontrato durante il weekend di Baku derivano principalmente da un fattore che, in tempi non sospetti, lo stesso storico consigliere Helmut Marko aveva reso pubblico senza troppi fronzoli: una discrepanza tra le simulazioni CFD (Computational Fluid Dynamics) e quelle condotte in galleria del vento, dove risulta difficile replicare il movimento tridimensionale del fondo in condizioni reali. Questo aspetto ha causato una mancanza di stabilità del flusso e dato vita alle difficoltà nel controllare la vettura, con relativa riduzione dell’efficacia riguardo le modifiche apportate.
Autori e grafici: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Albert Fabrega – @AlbertFabrega – Oracle Red Bull Racing