mercoledì, Ottobre 16, 2024

F1 nei guai: presunti patti illeciti per escludere Andretti

La faccenda Andretti in F1 è nota: nonostante la FIA avesse valutato positivamente la candidatura del gruppo Andretti Formula Racing LLC per l’ingresso nella massima categoria del motorsport, Liberty Media si oppose seccamente all’ingresso del team americano nel paddock. La motivazione era “molto semplice”. Secondo la proprietà a stelle e strisce, l’insieme dei requisiti tecnici e fiscali pervenuti al Formula One Management non erano sufficienti. Il tutto pensando che, tra i vari candidati, la scuderia statunitense era l’unica che poteva fornire le garanzie richieste.

La FOM ha detto “No” in maniera secca e decisa, senza troppi giri di parole. Un vero e proprio fallimento della trattativa che ha lasciato non poche perplessità nell’ambiente Formula Uno . La Federazione Internazionale sembrava non vedere l’ora di accogliere Andretti, come confermava la netta apertura mediatica del presidente emiratino Mohammed Ben Sulayem, entusiasta all’idea che un’altra realtà importante potesse mettere piede nel Circus. Farlo, però, significava spartire una “torta in più fette”. Ci riferiamo ai diritti generati dagli introiti commerciali che andavano divisi per 11.

Un contesto del genere avrebbe insoddisfatto il resto delle scuderie che, ovviamente, avrebbero visto ridimensionato il budget a disposizione per ogni campionato. All’epoca si diceva che la negazione di Liberty Media al gruppo americano fosse, inoltre, in parte figlia della lotta di potere tra FIA e Formula Uno. Un’ipotetica dimostrazione di forza. Per il resto, possiamo dire che Andretti è rimasto a casa, lui e il suo grande progetto, in favore degli interessi delle altre scuderie. Motivazione ufficiale? La proposta non rappresenta un valore aggiunto per la massima categoria del motorsport.

F1 Andretti
Michael Andretti, n°1 di Andretti Autosport, il gruppo che ha provato ad entrare in F1

La netta opposizione era motivata anche da un argomento relativo ai motori, in quanto una nuova scuderia, accettando una “fornitura obbligata” delle power unit, avrebbe danneggiato prestigio e reputazione. Senza contare che l’ipotetico ingresso di Andretti in F1 avrebbe offerto pochissimi vantaggi alla massima categoria, complicando peraltro una situazione già difficile. Secondo la proprietà a stelle e strisce, gli organizzatori dei Gran Premi avrebbero dovuto affrontare una responsabilità decisamente maggiore nello svolgere il loro lavoro per organizzare un evento.

Andretti “segato” dalla F1 tramite accordi illeciti tra Domenicali e alcuni team principal?

La FOM è stata chiara in tal senso: accettare la candidatura in questione non avrebbe portato, a livello economico, un effetto rilevante e positivo. Questo perché il team statunitense non era capace di aggiungere un valore sufficiente al campionato. Senza dubbio, la spiegazione di Liberty Media non ha contemplato giri di parole ed è andata direttamente al nocciolo della questione. La mazzata ricevuta dagli Andretti è stata enorme, soprattutto considerando che un’altra scuderia americana come la Haas, spesso e volentieri fanalino di coda, si muove nel paddock liberamente.

F1 Andretti
Mario Andretti (ex pilota di F1) e Stefano Domenicali Domenicali, presidente di Liberty Media – stagione 2024

A margine di questo breve riassunto sui fatti, che peraltro annovererebbe altre puntate di questa soap opera in pieno stile sudamericano, possiamo dire che la famiglia Andretti non era certo contenta e, come sappiamo, all’epoca aveva giudicato tutt’altro che valide le motivazioni di Liberty Media per non accettare la candidatura del gruppo statunitense. Mario, campione del mondo nella stagione 1978 a bordo della Lotus 79 che ha corso anche in Ferrari, malgrado la sua veneranda età ha portato avanti con vigore la sua causa, commentando inoltre un incontro con Domenicali al Gran Premio di Miami.

Alla chiacchierata ha partecipato anche il presidente e CEO di Liberty Media, Greg Maffei, che, a quanto pare, avrebbe espresso la sua totale opposizione verso gli Andretti, dichiarando che non sarebbero mai stati accettati in F1. Anche per questo, unendo i puntini della vicenda, fu ceduta la quota al partner Dan Towriss. Ricorderemo inoltre come il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti volesse vederci chiaro e, proprio per questo, ha avviato un’indagine relativa alla richiesta di Andretti di entrare in F1, cercando di capire se le motivazioni che hanno respinto la candidatura fossero valide.

È in corso un’indagine del Dipartimento di Giustizia e intendiamo collaborare pienamente, fornendo tutte le informazioni richieste. Riteniamo che la nostra decisione, e quella della F1, sia stata conforme a tutte le leggi antitrust statunitensi e abbiamo illustrato nei dettagli le motivazioni per il respingimento della domanda in precedenza“. Queste furono le parole di Greg Maffei sulla manovra che ha messo sotto inchiesta Liberty Media. L’ultima notizia sulla faccenda Andretti potrebbe destabilizzare l’ambiente Formula Uno se l’indiscrezione a seguire sarà confermata dai fatti.

A riportarla è Ralf Bach. Il giornalista tedesco sostiene che Michael, il figlio di “pedone” Mario, abbia lavorato sotto traccia, a livello politico, per cercare di risolvere la questione e riuscire a entrare nella massima categoria del motorsport. Inoltre, Bach afferma che, tramite l’indagine statunitense, sarebbe emersa l’esistenza di un gruppo su Whatsapp, dove sarebbero presenti Stefano Domenicali e diversi team principal di Formula Uno . In questa chat ci sarebbero prove di alcuni accordi legali per vietare ad Andretti l’ingresso nel paddock, nonostante avesse tutti i requisiti richiesti.

F1 Andretti
l’americano Greg Maffei: presidente e amministratore delegato di Liberty Media

La notizia è di quelle pesanti e, come sempre accade in questi casi, dare un giudizio prima di avere certezze sull’accaduto è decisamente prematuro. Certo è che, se tale scenario venisse confermato, lo scandalo entrerebbe con forza all’interno del Circus. Benché non sarebbe la prima volta che la massima categoria del motorsport venga coinvolta in fatti deplorevoli, basta scartabellare il passato per ricordarlo. Per quanto ci riguarda, attendiamo comunicazioni ufficiali prima di esprimere un nostro parere sulla vicenda, che, a quanto sembra, potrebbe rappresentare un’altra pagina nera nella storia della F1.

Autore: Zander Arcari – @berrageiz

Immagini: Liberty Media

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