FIA e F1 da tempo mostrano un atteggiamento differente verso la massima categoria del motorsport. Il più lungo periodo di pausa nel calendario 2024 ha rappresenta un unicum nella storia recente. In molti si domandano per quale ragione i motori siano stati spenti per quattro settimane, per poi “ripartire a palla” con la tripletta Austin, Mexico City e Interlagos. Certamente accorpare le tappe geograficamente più vicine è un toccasana per la logistica, tuttavia l’ottimizzazione delle tappe del campionato secondo la loro collocazione non è un obiettivo raggiunto.
Basti pensare alla trasferta in Canada nel bel mezzo della stagione europea o al round che viene disputato in America, Nevada, Las Vegas, che di fatto avrà luogo a distanza di due settimane dal prossimo “triple header“. Effetti collaterali di un calendario sempre più fitto di gare che, i diretti protagonisti come piloti, tecnici ed ingegneri, in più di un’occasione hanno definito una sorta di “follia sportiva”. Sappiamo che l’attuale Patto della Concordia sancito in tempi non sospetti, stabilisce il tetto massimo delle gare di F1 in una stagione a 25, ovvero una in più della campagna agonistica in corso.
Un estenuante giro del pianeta che soddisfa le crescenti esigenze dei paesi ospitanti e di quelli che chiedono, in maniera incessante e alquanto insistente, la possibilità di poter usufruire di uno slot per entrare nel mondiale di F1. In aggiunta, dobbiamo ricordare che gli sforzi sostenuto dai team e quello della Federazione Internazionale stanno diventando davvero critici. In particolare, la FIA ha dato più volte l’impressione di non essere dimensionata in modo corretto per supportare un calendario del genere. A supportare tale sensazione ecco il presidente Mohammed Ben Sulayem.
F1, la FIA non è strutturata per gestire un calendario così fitto di eventi
Secondo la massima carica dell’organo federale, 24 gare rappresentano il limite fisiologico che la FIA può supportare. In ogni race weekend, la Federazione Internazionale impiega un certo numero di ufficiali di gara il cui compito è supervisionare i procedimenti, sostenere le regole e garantire che tutti, dai piloti ai fan, siano tenuti al sicuro. La loro attività inizia molto prima che i motori si accendano il venerdì. Durante i sei “sprint weekend” lo stress a cui sono sottoposti è enorme, in virtù del maggior numero di sessioni compresse nel medesimo intervallo di tempo di un fine settimana standard.
Secondo il manager di Dubai, oltrepassare l’attuale numero di eventi in programma comporterebbe la definizione di due squadre per supportare logisticamente un numero così elevato di round, uno sforzo troppo grande. In ogni race weekend ci sono diversi ufficiali di gara il cui compito è supervisionare lo svolgimento della corsa, far rispettare le regole e garantire la sicurezza di tutti, dai piloti ai tifosi, mentre le auto sono in pista. Alcuni di questi sono funzionari permanenti, presenti a ogni gara. Tra questi rientrano il direttore di gara e uno starter permanente.
A ogni Gran Premio, viene nominato un gruppo di commissari. Il loro compito è analizzare le infrazioni e prendere decisioni in base al regolamento della F1 e ai Codici Sportivi della FIA. Tre degli steward, uno dei quali sarà nominato presidente, sono scelti dalla Federazione Internazionale tra i membri in possesso della necessaria Superlicenza offerta dall’organo legislatore. L’idea di un turnover di chi deve prendere decisioni in tempo reale, o a fine sessione, è già da ora oggetto di tante polemiche. Quante volte è capitato che un’infrazione sia stata giudicata in modo difforme rispetto alla casistica?
Una situazione che di fatto ha concorso ad alimentare più di una polemica che alla fine dei conti è rimasta irrisolta. In questo momento la Federazione Internazionale è in affanno nel governare uno show che richiede tempestività e uniformità di giudizio. In tante circostanze, le decisioni dei commissari sono state prese tardivamente o in modo diverso rispetto ad analoghe infrazioni avvenute in passato. Il supporto della FIA nei fine settimana di gara necessita di una profonda revisione, e non è di certo un Gran Premio aggiuntivo a determinare tale necessità.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: FIA – F1