GP Stati Uniti, diciannovesimo round della F1 2024. Il Circus fa tappa per la seconda volta in stagione in America, questa volta sul Circuito delle Americhe di Austin. Il tracciato, entrato a far parte del calendario nel 2012, è una milestone fondamentale nel processo di popolarità della massima categoria del motorsport tra i fan statunitensi. Impresa assai complessa, visto che nello scorso decennio la disciplina non suscitava grande interesse e la clamorosa farsa di Indianapolis 2005 aveva fatto sprofondare la popolarità della F1 ai minimi termini tra i fan d’oltreoceano.
La sua collocazione geografica ha favorito una lauta presenza di tanti appassionati latinoamericani o provenienti appunto dal Sud America. Va sottolineato che il circuito a stelle e strisce, dal punto di vista geometrico, è tra i più belli tra quelli progettati dall’architetto tedesco Herman Tilke. Tutto merito delle importanti variazioni altimetriche e dei segmenti realizzati in modo abbastanza simile rispetto agli iconici settori di altri circuiti, come ad esempio lo sfidante “snake” nel T1. Tuttavia, sia la F1 che la MotoGP hanno sempre sofferto le ondulazioni della pavimentazione.
La ragione è abbastanza semplice e come possiamo immaginare si rifà alla natura instabile del suolo su cui è stato costruita la pista. Un problema in parte correlato alla geologia del luogo, caratterizzato da terreno argilloso della prateria che si espande e si contrae. Le asperità dell’asfalto non sono solo un problema per la guidabilità delle monoposto. Le irregolarità della pavimentazione, infatti, dovute alla presenza di tante “buche”, rappresentano un veto e proprio vincolo per i team, specie da quando sono state reintrodotte le “wing car”.
Tali asperità causano attriti che danneggiano la parte inferiore della vettura, in particolare il pavimento (plank, n.d.a.) collocato al centro del fondo vettura. Max Verstappen, dopo la vittoriosa gara della scorsa stagione, ha fornito il suo punto di vista in modo molto netto: “In una macchina di F1 probabilmente non lo vedi tanto perché, ovviamente, siamo incollati al terreno a causa della deportanza, ma i dossi e i salti che abbiamo in certi punti sono decisamente troppo significativi. Non penso che sia allo standard di un circuito di F1”.
Si fa un gran parlare della sicurezza e poi si corre su piste che non offrono gli standard di eccellenza consoni alla classe regina del motorsport. Nella scorsa edizione molti piloti pagarono le conseguenze delle ondulazioni del fondo stradale. A valle dei controlli realizzati dai delegati della FIA post evento, la Mercedes di Lewis Hamilton e la Ferrari di Charles Leclerc furono squalificate per usura eccessiva del fondo. Basti ricordare che prima di tali provvedimenti, solo una volta nella storia della F1 un pilota era stato squalificato per usura del pattino, Michael Schumacher a Spa nel lontano 1994.
F1, GP Stati Uniti 2024: gli organizzatori corrono ai ripari ma resta l’incognita Sprint Race
Gli organizzatori del Gran Premio degli Stati Uniti non hanno mai badato a spese per cercare di mitigare questo importante problema. Il resurfacing parziale del tracciato è stato effettuato nel 2020 e 2021, mentre nel 2022 è stato ripavimentato l’intero circuito. Anche quest’anno la pista è stato riasfaltata e sono stati introdotti deterrenti per il superamento dei “track limits”, come la ghiaia sintetica in prossimità della curva 11. Il “chairman” dell’evento, Bobby Epstein, ha spiegato che i lavori realizzati sul tracciato americano hanno come obiettivo l’eliminazione delle asperità.
Un cosa che prevede di migliorare lo stato della pista specie nei segmenti del circuito in cui non era mai stata effettuata una ripavimentazione invasiva, da quando il percorso è stato costruito oramai ben 12 anni fa. “So che Max [Verstappen] ne ha fatto una recensione piuttosto negativa l’anno scorso. Quindi spero che sentiremo qualcosa di positivo. Sono certo che sentiremo: ‘Con questo lavoro è come avere una pista completamente nuova… È fantastico”, ha chiosato Epstein. Altro aspetto fondamentale da considerare è il formato sprint che andrà in scena nel fine settimana.
Scenario che offre poco margine agli ingegneri per trovare un compromesso dignitoso, considerando le sole Fp1, almeno in vista delle qualifiche Shootout e della Sprint Race. Fondamentalmente. non ci sarà molto tempo per effettuare long run effettivi con elevato carico di carburante, condizione nella quale le monoposto, a causa di un maggior peso, potrebbero soffrire sensibilmente le ondulazioni della pista. Le squalifiche comminate a Hamilton e Leclerc sono un monito per tutti i team: setup troppo aggressivi in termini di altezza potrebbero essere molto insidiosi.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv