Perez, il compagno di Verstappen, ha davvero scassato i cosiddetti maroni alla Red Bull? La scuderia di Milton Keynes non ha mai guardato in faccia a nessuno, mettendo davanti a tutto sempre e comunque i propri interessi. Non sta a noi giudicare se abbia fatto bene o no, e a dire la verità non è che sia un tema poi così interessante sul quale disquisire. In teoria, non sembrerebbe esserci una spiegazione logica riguardo all’atteggiamento della scuderia austriaca verso il messicano. Un pilota che, in questo momento della carriera, non vale un terzo del valore da lui fatto vedere in passato.
Red Bull si sta presentando in pista con uno dei piloti più forti di tutti i tempi. Ovviamente ci riferiamo a Verstappen. Fare paragoni non serve a nulla in F1, per questo non possiamo dire se sia più bravo o no dei vari Senna, Prost, Schumacher e compagnia cantante. Senza dubbio non avrebbe sfigurato al loro fianco, questo sembra chiaro. Grazie a Max, il vantaggio sul secondo classificato nel mondiale piloti, in questo caso Lando Norris, è lo stesso di circa 5 mesi fa. Sì, ok… d’accordo… McLaren ci ha messo tanto del suo dando una mano all’olandese. Non lo possiamo negare.
Ciò non toglie che il talento di Hasselt ha raschiato talmente bene il barile che, quando mancano sei gare normali e altre 3 mini da 100 km per mettere una pietra sopra alla campagna agonistica 2024, il favore del pronostico relativo all’iride resta saldamente nelle sue mani. Poi, magari, tra una settimana diremo tutto il contrario di tutto. Non si sa mai in F1. Ma almeno sino ad oggi, mercoledì 16 ottobre 2024, Max è in grado di amministrare un vantaggio che può consentire di raggiungere il 4° titolo alla fine della stagione. Parliamo di uno scenario mica da poco, considerando tutti i problemi che ha sofferto la RB20…
Red Bull: Verstappen conta solo su se stesso per vincere il titolo mondiale piloti
Verstappen, dicevamo. Un grande plauso va speso per lui. Sarà antipatico per qualcuno. Forse strafottente e maleducato per altri. Fatto sta che se la Red Bull sarà in grado di vincere qualcosa nel 2024 sarà in gran parte grazie al suo scudiero. Tutto questo bel pistolotto per sottolineare un fatto: se ci riuscirà, Max dovrà ringraziare tante persone alla Red Bull. Senza dubbio Adrian Newey, che una macchina comunque sempre all’altezza dei primi l’ha fatta. Idem per Marko, che lo ha sostenuto, e per papà Jos che, oltre a fare casino e “smerdare” Horner appena poteva, non ha mai fatto mancare il suo supporto.
Dovrà congratularsi con tutti i tecnici che si sono sbattuti, ogni singolo minuto di un qualsiasi fine settimana di gara, per capire come migliorare il rendimento dell’auto. Al di là del fatto che in talune circostanze ci siano riusciti, mentre in altre no. Idem come sopra per i meccanici, che si sono fatti in quattro per lui. Pure Horner, alla fine della fiera, ha fatto di tutto per fornire a Verstappen la possibilità di vincere, sebbene per la prima metà della stagione 2024 fosse pure impegnato a schivare continuamente le palate di merda che, in maniera puntuale, volavano nella sua direzione.
Immaginiamo ora di essere a bordo di una Red Bull, una RB20 più precisamente. Stringiamo il volante, notiamo i pedali sotto i piedi e assaporiamo la magnificenza della vettura. Siamo all’interno del garage. Tutti i componenti del team ci guardano. Pendono dalle nostre labbra. Ci forniscono informazioni. Lavorano solo per noi, per far sì che tutto sia perfetto. Ripongono tutto il loro lavoro incessante di mesi e mesi sulla nostra persona. Perché dai… parliamoci chiaro: l’unico individuo che “trasforma” la bontà del lavoro svolto da una scuderia di F1 in risultato è solo il pilota. Chi guida, insomma…
Siamo in sella alla nostra RB20 e ci chiamiamo Max Verstappen. Fp1 del Gran Premio degli Stati Uniti. Dopo un mese con le balle a mollo, si torna a produrre adrenalina. Abbiamo la consapevolezza di essere il più bravo di tutti. Manca qualche minuto prima di scendere in pista e affrontare i soli sessanta minuti che ci dividono da un’ulteriore sessione, questa volta ufficiale: la Sprint Shootout, che si incarica di comporre la griglia di partenza della mini gara del weekend statunitense. Ripensiamo al mondiale in corso. Agli errori commessi e alle volte in cui il nostro talento ci ha salvato il culo.
Poi, cercando la concentrazione in attesa del via libera, spostiamo la testa verso destra. C’è un’altra RB20, identica alla nostra. Non cambia nemmeno di una virgola, tranne il numero sulla scocca: 11. Pensiamo a Perez e al fatto che il suo aiuto sarebbe fondamentale per raggiungere il nostro obiettivo. Un’altra monoposto della Red Bull che potrebbe sfidare e mettere in difficoltà la McLaren sarebbe davvero utile. Magari batterla in alcune circostanze. Poi torniamo sul pianeta Terra e, ripercorrendo la stagione, ci rendiamo conto che non possiamo contare su di lui, anche se non gliene facciamo una colpa.
Supporre questo scenario magari ci può servire per capire come può sentirsi Verstappen. All’interno di questo pensiero dobbiamo comunque ricordare che Max è un vincente e, come tale, il suo orgoglio lo spinge a farcela da solo. Horner ha di recente commentato questa situazione, in quanto una coppia di piloti deve essere all’altezza degli obiettivi, specie se il target è così alto come quello della Red Bull. Probabilmente Perez ha terminato un ciclo e ormai poco importa se d’ora in poi il suo rendimento cambierà repentinamente. Pare che la decisione in merito al suo futuro sia stata già presa, infatti..
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Oracle Red Bull Racing – F1Tv