Ora che Daniel Ricciardo è fuori dalla F1, emergono dei retroscena sulla stagione in corso e che avrebbero anche potuto cambiare le carte in tavola e la carriera del pilota australiano, di fatto adesso ritiratosi dal Circus dopo l’esperienza certamente non positiva in Racing Bulls. Parallelamente, è andata molto bene a Sergio Perez, il quale è stato ad un passo da perdere il proprio sedile in Red Bull proprio in favore di Ricciardo.
Daniel, infatti, avrebbe dovuto prendere il posto di Checo subito dopo l’ultima gara prima della pausa estiva, ovvero Spa, e un colloquio nel paddock tra l’australiano, Horner e Mekies, faceva intendere che il tutto potesse davvero concretizzarsi nel giro di pochi giorni. Nulla di tutto ciò è accaduto, nonostante le prestazioni del messicano siano state e continuano ad essere tutt’ora più che insufficienti.
La Red Bull infatti è inguaiata per quel che riguarda la lotta al campionato costruttori, superata dalla McLaren e tallonata anche dalla Ferrari: con soli 144 punti all’attivo, Perez non ha minimamente garantito le performance che a Milton Keynes si aspettavano, e per questo il team principal Christian Horner ha spinto e non poco per avere l’australiano al fianco di Verstappen per l’ultima parte della stagione, senza però riuscirci.
F1, il mancato ritorno di Ricciardo in Red Bull
La mancata ascesa di Ricciardo in Red Bull sembra abbia un nome e un cognome: Helmut Marko infatti si sarebbe opposto caldamente a questa sostituzione, anche perché voleva già licenziare Daniel dopo la prima metà della stagione, quando le sue prestazioni erano davvero negative, tralasciando i due weekend buoni di Miami e Canada, nei quali l’australiano era riuscito a conquistare un totale di nove punti.
Christian Horner, dopo quanto accaduto in inverno, ha cercato di far capire a tutti coloro che intendevano rimanere nel team che il capo fosse lui, nonostante una sorta di golpe da parte del 49% austriaco che ha in dote le quote dell’azienda, con Jos Verstappen e lo stesso Helmut Marko a sostenere caldamente l’allontanamento dell’inglese dopo lo scandalo che lo ha colpito direttamente.
Il team principal è riuscito nel suo intento, tant’è che in Red Bull, in mezzo al caos continuo, c’è un continuo via vai di gente, e anche di figure importantissime come Adrian Newey e Jonathan Wheatley hanno preferito sposare altri progetti per il prosieguo delle rispettive carriere. Il rapporto tra Horner e Ricciardo è molto stretto, e il fatto che l’inglese non sia riuscito a dare al pilota di Perth un’ultima danza con la RB20 lascia tanta amarezza ad ambo le parti.
Ricciardo fuori dalla F1, la versione di Horner
Come scritto in precedenza, sia Ricciardo che Horner dovevano fare i conti con le volontà di Marko e quindi al tempo stesso anche con la Red Bull austriaca, deterrente della minoranza delle quote. Non solo però, perché anche la F1, sotto pressione degli organizzatori del Gran Premio del Messico ha spinto affinché Perez non venisse appiedato prima del proprio dell’appuntamento di casa di Checo, previsto nell’ultima settimana di ottobre.
In particolare, il team principal della Red Bull ha recentemente dichiarato come siano andate le cose tra Marko e il suo prediletto, dando anche un paio di risposte alle domande che tutti hanno posto in estate in merito al mancato switch tra Ricciardo e Perez: “Daniel ha iniziato la stagione in modo incerto, e poi Miami è stato un weekend a metà. Il venerdì e il sabato mattina è stato eccezionale, sembrava il Ricciardo di un tempo, difendendosi dalle Ferrari e guidando alla grande. Ma il sabato pomeriggio e la domenica sono stati un disastro. Anche a Barcellona, Helmut voleva già toglierlo dalla macchina, e c’era molta pressione su di lui”.
In Spagna, Ricciardo veniva comunque dalla buona prova di Montreal, sospinto anche dalle dichiarazioni di Jacques Villeneuve, il quale aveva punzecchiato e non poco l’australiano: “Quando siamo arrivati in Canada – continua Horner – il buon vecchio Jacques lo ha stuzzicato, dandogli filo da torcere, e questo lo ha decisamente motivato. Quel weekend ha guidato la macchina con grinta, mettendo insieme una gara molto solida. Quindi ho detto a Ricciardo di chiamare Jacques a ogni gran premio per il resto dell’anno, perché qualunque cosa gli abbia detto, ha funzionato”.
A quel punto, Horner ha ammesso di aver fatto di tutto per mettere l’australiano nella giusta condizione: “Ho fatto del mio meglio per dargli tutto il tempo possibile in macchina, così che potesse fare bene, altrimenti sarebbe stato fuori dopo Barcellona. Tutti i piloti sono sotto pressione per ottenere risultati, ma Daniel è rimasto in macchina per essere pronto a subentrare se Checo non avesse performato. Il problema è che entrambi hanno avuto momenti difficili. Sergio ha iniziato la stagione molto bene, mentre Daniel faticava. Poi, quando Checo ha perso forma, Daniel ha migliorato un po’. Ma non abbastanza da giustificare un cambio tra i due”.
La carriera di Ricciardo in F1, dunque, è terminata nel modo peggiore possibile, ovvero un licenziamento a stagione in corso, più per non perdere l’occasione di lasciar scappare Lawson che per uno smacco vero e proprio. Sappiamo come il clima all’interno della famiglia Red Bull, in certe situazioni, sia davvero tossico, e qui ne abbiamo un’ulteriore dimostrazione. Le faide interne, al di là di una pace meramente visiva, continuano inesorabili.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Red Bull Content Pool