Abbiamo visto come Ferrari, ancora una volta, nel round 19 della F1 non è riuscita ad ottimizzare il rendimento della sua vettura. Il discorso vale per ambedue le qualifiche dove, le Pirelli cerchiate di rosso, ci riferiamo alle Soft, non hanno completato un ciclo di isteresi tale he potesse offrire il massimo grip disponibile. Un fattore “chiacchierato” da tempo che il team di Maranello, anche per le caratteristiche intrinseche delle SF-24, spesso fa abbastanza fatica ad “attenzionare” a dovere. Tutto sommato le cose non sono andate poi così male, anche se come detto potevano andare senza dubbio meglio.
Nell’analisi odierna, in attesa della gara domenicale del Gran Premio degli Stati Uniti edizione 2024, come prima cosa prendiamo in esame il solito confronto telemetrico del giro che, in questo caso, ha concesso la pole position a Lando Norris. Tornata messa a confronto con quella di Max Verstappen che, a bordo della sua RB20, nonostante tutto le polemiche relative all T-tray scatenatosi in questi giorni, è tornata ad essere molto competitiva offrendo la talento di Hasselt la possibilità di battagliare nuovamente per la prima posizione dopo 8 Gran Premi di F1 a digiuno.
La possibilità di poter modificare il set-up della monoposto, per ottimizzare la mesa a punto tra Sprint Race e Qualifica, pare proprio che sia risultata fondamentale per la McLaren. Tecnici e ingegneri della scuderia di Woking hanno senza dubbio abbassato la vettura rispetto a qualche ora prima, potendo viaggiare con un baricentro più basso per avere maggior tenuta nelle curve ad alta velocità e far lavorare al meglio il fondo. Non a caso possiamo notare un dato parecchio interessante sul rendimento di Norris, che ci fa riflettere e conferma il fine tuning effettuato sulla MCL38.
Ci riferiamo al fatto che, Lando, è passato dall’essere il settimo pilota più veloce nel terzo settore nelle qualifiche per la Sprint, al più rapido in quest’ultima sessione classificatori valevole per la composizione delle griglia domenicale. Il britannico, di fatti, è riuscito a migliorarsi di ben 2 decimi nel tratto che va dalla curva 16 alla 19. Porzione della pista texana caratterizzata da curve che si percorrono a più di 200 km/h. Ed è proprio in questo punto del tracciato che il britannico fa la differenza nei confronti con Max: solamente in curva 19 gli rifila 0.200s, con una velocità a centro curva maggiore di ben +12km/h.
Vero è, per onestà intellettuale, che Verstappen ha sofferto un leggero sottosterzo in entrata a bordo della sua RB20 che senz’altro ha inciso su suo rendimento. Tuttavia la McLaren si è dimostrata una monoposto di F1 estremamente bilanciata, tanto da andare sul gas molto prima rispetto a Max e sfruttare tutta la pista a disposizione pur rispettando i track limits. Prima di curva 19, osservando la telemetria, vediamo che pole position era ancora nella mani dell’olandese, che ha costruito il suo vantaggio tanto quanto nello snake che in frenata alla 12, dove Norris manca il punto di staccata finendo leggermente lungo.
F1, Norris fa la differenza con lo stile di guida
Verstappen è l’unico pilota di tutta la griglia di F1 a riuscire a percorrere il tratto delle “esse” in pieno. Questo aspetto è davvero impressionante e dimostra la bontà della Red Bull RB20, le cui caratteristiche vengono esaltate in tracciati come quello di Austin in cui si richiede un’ottima rigidezza sospensiva. Una elemento che permette di attenuare il rollio in curva e, di riflesso, va a favorire una tenuta più composta della monoposto di F1 in percorrenza delle tornate molto rapide.
Le velocità minime, naturalmente, sono tutte a favore del pilota della Red Bull sino a che non si arriva nel secondo settore. Dalla staccata di curva 12 in poi, pertanto, è Norris a utilizzare uno stile di guida differente rispetto agli altri piloti: l’inglese tende ad anticipare la frenata per percorrere la curva con velocità minime più alte e pestare il piede sull’acceleratore prima. Tecnica che ha pagato. Sarà importante capire se questi cambiamenti sulla McLaren daranno i loro frutti anche in gara, visto che nella Sprint Race il degrado ha limitato e non poco la sua prestazione.
F1, Ferrari limitata specie con Leclerc
Anche la Ferrari sembra aver ritoccato la propria monoposto nelle 3 ore che separavano la Sprint Race dalla qualifica. Nelle interviste post gara, i piloti stessi hanno detto che sarebbe stato importante ottimizzare il pacchetto a disposizione per migliorare in qualifica e ottenere una posizione in pista più avanzata, comunque importante su questo tracciato malgrado le possibilità di sorpasso siano buone. Tuttavia questi aggiustamenti alla messa a punto sembrano aver funzionato solo in parte, principalmente sulla macchina dello spagnolo, che è stato abbastanza competitivo in tutti i settori se lo mettiamo a paragone con McLaren e Red Bull.
Al contrario, Charles ha sofferto alcune difficoltà ancora una volta nel tratto iniziale dello snake, dove è cruciale avere un anteriore forte e reattivo per affrontare la sequenza di cambi di direzione. Nei confronti di Sainz, il monegasco perde già 0.132 secondi solo nel T1, dovendo necessariamente alzare il piede in curva 4 con una frenata, laddove Carlos riesce a percorrerla in pieno: questo si traduce in una velocità inferiore di ben 17 km/h rispetto al pilota iberico. L’unico punto in cui il Leclerc sembra davvero fare la differenza è la staccata di curva 11, punto dove è fondamentale inserire bene la vettura per la trazione.
Lo è in quanto di lì a poco si affronta una rettilineo di 1,2 km. Tuttavia, nel resto del giro, Sainz è più a suo agio e riesce a far ruotare la monoposto in maniera più pulita e precisa, senza ricorrere alle micro correzioni a cui è costretto Leclerc nel tratto misto che va dalla curva 12 alla 16. Nel confronto con Lando Norris, infine, si evidenzia ulteriormente la difficoltà di Leclerc nel portare l’anteriore al punto di corda desiderato e richiesto dall’angolo di sterzata. Charles è costretto a spostare il peso sull’anteriore con diverse frenate, mentre il britannico non tocca il pedale del freno.
In altre curve, come la 19, Charles deve necessariamente frenare più a lungo per impostare la curva e non finire largo, cosa che gli fa perdere ben 11 km/h. Questo problema si ripete in ogni piega del circuito, dove il monegasco non riesce a raggiungere velocità di percorrenza elevate e deve ritardare sempre il momento in cui può andare sul gas. Ci aspetta una bella gara di F1 stasera, con una sfida avvincente tra i due contendenti al titolo e con una Ferrari che, dopo i segnali positivi mostrati nella Sprint Race, proverà a risalire e a rubare qualche punto importante per il campionato costruttori.
Autore e grafici: Marco Iurlandino – Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv