Tanto tuono’ che piovve. Ferrari è sul pezzo sulla vicenda Red Bull che in F1 sta facendo clamore. Le speculazioni che hanno scosso il Circus alla vigilia di Austin sono state confermate dai diretti interessati obbligati ad uscire allo scoperto. La scuderia di Milton Keynes ha ammesso la presenza di un dispositivo sulla RB20, in grado di modificare la le altezze da terra della vettura. Un device accessibile dall’abitacolo, collocato fisicamente in prossimità della pedaliera. La sola presenza di tale componente OSC (Open Source Component, nda) sulla vettura non rappresenta in sé motivo di illegalità.
Il fattore determinate, quindi, consiste nella sua configurazione che sulla carta, potrebbe consentire al personale tecnico di agire in modo fraudolento nel corso di un weekend di gara. La storia insegna che in F1 tutto quanto è ideato e progettato se e solo se fornisca un vantaggio competitivo. Il fatto che la regolazione del T-Tray sulla monoposto austriaca sia facilmente accessibile, quindi, ha insospettito la concorrenza che ha segnalato le proprie perplessità alla FIA nel fine settimana di Singapore. Apportare regolazioni tra qualifiche e gara rappresenta un enorme beneficio, ma ovviamente è una violazione altrettanto grave.
Tombazis ha derubricato la faccenda come un “non storia” avendo già provveduto a fornire al team le indicazioni per mettersi in regola. L’ex tecnico della Ferrari, sostiene che la FIA abbia già fatto tutto necessario per sistemare la situazione. Inoltre menziona il fatto che il campionato è molto serrato ed è per questo che tutti i team di interessano delle altre monoposto. Ecco perché secondo il gergo non si può modificare il risultato delle gare precedenti o andare dietro a qualsiasi tipo insinuazione. Questo il pensiero del responsabile tecnico delle monoposto di F1.
F1, Ferrari: una vicenda tutt’altro che chiusa
La solita tempesta in un bicchiere d’acqua? Non proprio. La sensazione è che i competitor della Red Bull non ritengono affatto chiusa una faccenda da risvolti ancora assai opachi. L’interesse della FIA è quello di porre fine alla questione nel più breve tempo possibile. Perché se è vero che la scuderia austriaca ha progettato un dispositivo che presta il fianco a molte perplessità, dall’altra parte, per l’ennesima volta, l’organo federale ha dato dimostrazione di non essere in grado di governare la legalità delle monoposto se non grazie alle soffiate dei team.
Fatto ancora più grave in quanto trattasi di una componente le cui specifiche di progetto sono custodite nei Datacenter della Federazione Internazionale. Insomma, protrarre le indagini confermerebbe i sospetti e contestualmente evidenzierebbe (se ancora ce ne fosse bisogno) l’inadeguatezza di chi dovrebbe esercitare la funzione di controllo dei progetti tecnici secondo il quadro normativo vigente. La posizione della Scuderia Ferrari, espressa da Frederic Vasseur, è molto chiara. Il francese pensa che progettare qualcosa per cambiare assetto tra qualifica e gara sia illegale e sarebbe più che barare.
Per questo, ipotizzando tale scenario, il manager di Draveil commenta il fatto come grave infrazione. Il team principal della Ferrari confida nella FIA e spera che l’ente regolatore possa condurre le indagini appropriate tramite gli strumenti necessari. Secondo il boss del Cavallino Rampante c’è una netta distinzione tra la ricerca del limite, come nel caso delle ali flessibili, rispetto a un dispositivo progettato con il chiaro intento di infrangere il regolamento. La FIA ha dimostrato di avere fretta di mettere la polvere sotto il tappeto, consapevole di non aver esercitato una dei suoi poteri fondamentali: quella di controllo.
Inutile redigere un enorme corpo normativo se poi non si è poi in grado di controllarne il rispetto. In questa “partita” Red Bull, la FIA e gli altri team si giocano la propria credibilità da diversi punti di vista. Per la squadra campione del mondo in carica è in ballo il valore reputazionale, infatti. La Federazione Internazionale rischia di non essere considerata all’altezza di governare la categoria. Mentre per i competitor è il momento di dimostrare il proprio peso politico, perché l’ennesimo finale in stile “tarallucci e vino” sarebbe davvero indigesto per tutto il movimento.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: FIA – F1 – Oracle Red Bull Racing