Ferrari si è aggiudicata due delle ultime quattro corse di F1 disputate. Ma quello che dà fastidio è pensare che, se le avesse vinte tutte, non ci sarebbe stato nulla di strano. Il potenziale era lì, bastava sfruttarlo a dovere. A Baku ci è andata molto vicina, ma la strategia dopo il cambio gomme ha penalizzato Leclerc. Lasciare passare Piastri e pensare di restituirgli il favore qualche tornata più tardi, con le gomme Hard in temperatura, ha buttato alle ortiche la prima posizione finale. Per Singapore a pesare è stata la qualifica: uno scenario competitivo in cui le gomme, in Q3, hanno distrutto le speranze per la domenica.
Ferrari ha sbagliato completamente il ciclo di isteresi con una strategia di warm-up deficitaria. Un fattore che ha mandato Sainz a muro e relegato Leclerc alla nona casella di partenza. Nel suo caso, inoltre, pesa anche il problema sulle termocoperte che ha complicato e non poco le cose. Un vero peccato, perché, come detto, pure a Marina Bay il potenziale per tagliare il traguardo prima di tutti c’era. Dopo la pausa di un mese, la rossa si è presentata in Texas senza cambiare una virgola alla vettura, mentre al contrario, Mercedes, Red Bull e McLaren hanno messo mano alle monoposto.
Il team di di F1 con base a Brackley ha realizzato cambi su due fronti: aerodinamica e raffreddamento. Nuova la distribuzione riguardo la torsione dei flap, ala anteriore, lungo la larghezza del profilo. Mossa per minimizzare la scia e rendere più effettiva la massa fluida che procede verso il retrotreno. Aggiornamento in linea con la riprofilatura del braccetto della sospensione. Ci riferiamo alla carenatura. Due mosse che miravano a disciplinare i fluidi, per creare più carico e alzare l’efficienza della vettura. Modifiche pure nella zona della edge wing, sempre per la medesima ragione, potenziando l’estrazione.
Inoltre possiamo parlare degli sfoghi vicino alle sospensioni posteriori per refrigerare le parti interne, così come gli inlet dei canali Venturi e i correttivi alle pance sul labbro che “curano” la sovrapressione nell’area dell’undercut. Anche Red Bull è intervenuta sull’auto per gli stessi motivi. Nel caso della RB20, fa presenza una diversa curvatura nell’ultimo terzo posteriore del fondo. Un camberaggio maggiore, per ottimizzare il rendimento dell’auto nei curvoni rapidi, senza però “danneggiare” i flussi che scorrono sul fondo longitudinalmente. Parliamo di protezione dai fluidi sporchi e non di estrazione.
Auto di Milton Keynes che ha mostrato pure una riprofilatura delle fiancate, dove la geometria della componente ha cambiato per offrire più refrigerazione senza sacrificare la massa d’aria. Infine, McLaren: reshaping dell’ala anteriore che aumenta la correlazione con il gruppo sospensivo e potenzia il carico sul front-end; ritocco alla carenatura della sospensione posteriore per avere un flusso più efficiente; update alla beam-wing con resistenza indotta minore, compensata dal carico al retrotreno. Novità per alzare l’efficienza della MCL38, per avere più downforce senza aumentare la resistenza all’avanzamento.
F1, Ferrari: la carica sobria di Frederic Vasseur per il Gran Premio del Messico
Il mini riassunto sul resto dei top team ci porta a un ragionamento interessante. Prima però pensiamo un attimo a Vasseur, team principal della rossa. Il manager di Draveil ha fatto bagordi domenica sera. Non poteva essere altrimenti quando festeggi una doppietta storica, che deriva da un secco e scorbutico dominio in pista senza diritto di replica. Il famoso “culo a stelle e strisce” che Ferrari ha dedicato agli avversari. Ma dopo i festeggiamenti, la sobrietà intellettuale deve tornare a Maranello. Ci pensa il sempre ilare Fred che, in avvicinamento al Gran Premio del Messico, spegne i troppi entusiasmi.
Lo fa menzionando le diverse caratteristiche che il tracciato di F1 centroamericano porta con sé. Parla di componentistica interna ed esterna, il francese. Tutto quello che concerne la power unit, la trasmissione e pure gli pneumatici. Elementi messi alla corda dalla rarefazione dell’aria, vista l’altura dove è ubicato il circuito intitolato ai fratelli Rodriguez. Bisogna pertanto centrare un giusto compromesso tra affidabilità e rendimento, necessario per estrapolare la massima performance senza incappare in guai tecnici. L’ex ingegnere dell’Alfa Romeo avvisa la ciurma ma si auto definisce tranquillo.
I compiti a casa sono stati fatti alla perfezione, in attesa della verifica messicana che fornirà ulteriori risposte sulla competitività della SF-24. Vasseur continua il suo intervento parlando di cura dei dettagli, concentrazione, focus su stessi e bla bla bla. Solite frasi di rito che abbracciano l’ovvio se di lavoro corri in F1. Poi conclude accennando un argomento per noi assai attrattivo se consideriamo il momento della stagione: il livello di rendimento parecchio ravvicinato tra i top team. Proprio su questo punto ci ricolleghiamo al tema trattato in precedenza, per tornare alla questione aggiornamenti.
Ferrari ha visto la bandiera a scacchi prima di tutti in Texas, benché gli altri, a livello teorico, avessero potenziato le prestazioni delle proprie vetture. Questo significa che le recenti modifiche che il Cavallino Rampante ha realizzato sono fattuali. Forse anche più di quanto ci si poteva attendere. Fondo nuovo di pacca, modificato in tutte le sue arre, e un’ala anteriore riprofilata che offre più carico efficiente. Due correzioni davvero ottime, partorite dal pool di tecnici dedicati all’aerodinamica e diretti da Diego Tondi, da poco in “combutta tecnica” con l’altro transalpino della rossa, “un certo” Loic Serra.
F1, Ferrari potrebbe vincere la guerra sugli update per nutrire i sogno mondiale costruttori
Va speso un plauso per il lavoro svolto in Via Abetone Inferiore 4, perché dal mese di settembre, le due SF-24 hanno cambiato davvero pelle. Per buona pace dell’ex direttore tecnico Cardile, che dopo l’avallo di un update altamente deficitario, quel fondo che aveva trasformato la rossa in un canguro saltellante e instabile, ha pensato bene di raccogliere le sue cose, salutare tutti e dirigersi in Inghilterra per farsi coprire di soldi da Sheldon Strulovitch, al secolo Lawrence Stroll. Avrà a che fare con Newey, Enrico. Volendo essere “cattivelli” potremmo dire buon per lui, imparerà come si progetta un fondo di F1.
Ancora Ferrari e il suo presente: bissare la pole del 2023 con prima fila tutta rossa annessa sarà possibile? Chissà, vedremo. Senza dubbio la SF-24 è più preparata della monoposto progenitrice e in questo scorcio di mondiale ha raggiunto un tratto distintivo che potrebbe fulminare gli avversari. Se fosse un proclamo potremo scrivere: “la rossa va forte su tutte le tipologie di pista“. Una caratteristica endemica che alza brutalmente la percentuale di fare bene, poiché l’adattamento alla pista e conseguente l’alto rendimento pare davvero esistere per la rossa. Attendiamo con ansia la conferma di questo fattore.
Elemento che se corroborato dai fatti poterebbe aprire scenari davvero interessanti in F1. Ferrari è ancora in corso per il mondiale costruttori se usiamo la matematica. I punti in palio in 5 gare e due Sprint Race sono ancora parecchi. Una rossa che affronta Messico e Brasile consapevole della propria forza per poi, nella prossima pausa che anticiperà l’ultimo “triple leader“, definire gli ultimi upgrade e giocarsela sino in fondo. Ultima cosa: Red Bull e McLaren hanno testato gli update solo nelle Fp1 di Austin. Per questo, da domani e con più tempo, potrebbero farli funzionare meglio. Occhio…
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv