Ferrari, nel venerdì del Gran Premio del Messico, 20° round della stagione di F1 2024, sembra aver ripreso il filo da dove l’aveva lasciato domenica scorsa in Texas. Questa prima giornata del fine settimana centroamericano è stata dedicata ai giovani e alle prove della Pirelli. Uno start sicuramente anomalo per gli ingegneri, che non hanno potuto raccogliere tutti i dati utili in vista di questo weekend di gara parecchio importante per l’encomia del campionato. La SF-24 è parsa solida e ben bilanciata, con un passo gara migliore degli avversari, dando chiari segnali in vista della corsa.
Sebbene le gomme usate non fossero unicamente quelle di quest’anno, i valori che andremo ad analizzare hanno le stesse “condizioni al contorno”. In breve, andiamo a spiegare il test svolto da Pirelli nella giornata di ieri. Come detto da Mario Isola, figura di riferimento in F1, questo test è stato quasi obbligatoriamente svolto durante un weekend di gara. Il motivo è legato all’impossibilità di realizzare sessioni private, dato il calendario estremamente fitto. Ogni team aveva a disposizione una gomma di un determinato compound del 2024 e una del 2025, come si può vedere nella tabella a seguire.
Le “condizioni al contorno” si riferiscono a un numero di giri mediamente prefissati per le simulazioni di giro secco o passo gara. Inoltre, doveva essere imbarcato un preciso quantitativo di carburante: 20 kg per i push lap e 100 kg per le prove ad high fuel.
Per questo motivo, quando andremo ad esporre i dati, il quadro ricalca abbastanza fedelmente il reale livello di competitività delle monoposto di F1. Inoltre, per una maggior chiarezza, ci dedicheremo principalmente all’analisi dei 4 top team, indicando solamente il tipo di pneumatico utilizzato.
F1: Ferrari limita l’usura, Red Bull e Mercedes faticano nel mantenere le gomme in finestra
Il dato relativo al primo stint Ferrari è molto buono. A parità di mescola con Mercedes, come si nota tramite le nostre grafiche, Leclerc e Sainz giravano un secondo più veloce di Hamilton. Gli alfieri della scuderia italiana montavano un compound medio, se consideriamo questo weekend, pneumatico con caratteristiche migliori per i long run. Come si osserva dal grafico del degrado, i “Due Carlo” pagano un’usura minore rispetto al duo McLaren e a Perez. Le monoposto di Maranello sono parse sempre ben bilanciate, consentendo a ferraristi una gestione migliore delle temperature.
Gli ingegneri di Maranello hanno trovato subito un buon compromesso a livello di set-up, che gli ha permesso di essere efficace sia in termini di EOSS che di agilità nella zona più lenta della pista. Inoltre, sebbene la SF-24 sia una tra le vetture con più sfoghi dell’aria sul cofano, non sembra pagarne in termini di efficienza. Nel terzo settore, il grip meccanico generato dagli pneumatici a terra, coadiuvato da un ottimo angolo di rollio, consente alle vetture modenesi di essere tra le migliori. All’interno dello stadio, Leclerc e Sainz portavano una maggiore velocità a centro curva, anticipando l’input sul gas.
Al contrario, Red Bull e Mercedes non hanno trovato un compromesso per mantenere gli pneumatici all’interno della corretta finestra d’utilizzo. Perez, in entrambi gli stint, ha utilizzato una mescola più morbida e pagato il degrado maggiore tra i top driver. Messicano in difficoltà già dopo il 5° passaggio. Sebbene le gomme C5 non siano uno pneumatico che vedremo in gara, l’innalzamento del ritmo dopo sole poche tornate è un campanello d’allarme. La corsa di F1 numero 20 della stagione potrebbe essere a una sosta, e ogni set di pneumatici dovrà percorrere almeno 25 giri.
Per Mercedes possiamo dire che la W15 pecca ancora di bilanciamento, aspetto che costringe i piloti a essere più lenti nelle curve. I dati relativi al secondo run mantengono più o meno invariati i valori. McLaren, sempre con una mescola di svantaggio, è riuscita a chiudere parzialmente il gap con Ferrari. Il team di Woking potrebbe aver affinato qualcosa tra i due long run, oppure aver scelto di spingere maggiormente in termini di propulsione. Tuttavia, considerata la lunghezza ridotta dello stint, Piastri e Norris non hanno subito uno svantaggio così importante nell’utilizzo della gomma C5.
Facendo due rapidi calcoli, se anche McLaren avesse utilizzato gomma media, le vetture color papaya sarebbero state circa 1-2 decimi più rapide, beccandosi dalla Ferrari un distacco di circa 0.4’’ in media per ogni tornata. La tendenza sul degrado rispetto al primo stint non cambia. Il motivo è legato al ritmo medio migliore da parte di tutti. Pur avendo ricaricato 100 kg di carburante, i piloti hanno spinto di più sfruttando la gommatura sempre migliore della pista. La quantità superiore di grip locale ha favorito accelerazioni e sforzi laterali più elevati, andando a stressare di più le gomme e generando usura.
Ancora una volta i piloti della Ferrari sono i migliori nell’amministrazione delle coperture, anche se il divario rispetto a Piastri in questi termini si sia comunque ridotto. Resta da capire se, oggi nelle Fp3, verranno realizzate altre prove high fuel per raccogliere dati ancora più probanti. A margine di questa considerazione, l’idea di vedere un’ottima Ferrari anche questo fine settimana di F1 è tutt’altro che remota. Agli uomini del Cavallino Rampante non resta che affinare i giusti dettagli per migliorare la prestazione in qualifica e massimizzare il rendimento del pacchetto per raggiungere la vittoria.
Autori e grafici: Leonardo Pasqual – @PasqualLeonardo – Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv