Ferrari fa spesa in F1 e due indizi fanno una prova. La nostra redazione, ieri, ha anticipato come il “clima” all’interno della divisione power unit del Cavallino Rampante non sia poi così molto sereno, sulla base di informazioni in nostro possesso, nel rispetto di quello che dovrebbe essere il principio basilare di chi fa cronaca e non gossip. Proprio nella giornata di ieri, il CEO di Renault, Luca de Meo, ha rivelato che il manager di Draveil, team principal della rossa, in prima persona, lo ha contattato in questi giorni per ingaggiare alcuni tecnici operanti nel polo tecnologico di Viry-Châtillon.
“Fred Vasseur ci ha chiamato per chiederci se poteva prendere qualcuno dei nostri tecnici e se potevamo risparmiare loro il periodo di gardening leave. Abbiamo garantito che non ci saranno perdite di posti di lavoro, ma se ci saranno persone attratte dall’idea di progettare un motore per la F1 non avranno problemi a ricollocarsi altrove. Ok, la vita va così. Non imprigioneremo i nostri ragazzi“. La fine del programma nella massima categoria della casa transalpina, per quanto concerne la realizzazione delle future unità di potenza, purtroppo è oramai ufficiale da giorni.
Comunicato che ha fatto presenza “solo” lo scorso 30 settembre, malgrado fosse una decisione praticamente scontata già da diversi mesi. All’interno dello storico reparto motori della casa transalpina, il progetto della power unit di seconda generazione era in avanzata fase di sviluppo. Un importante know-how che rischiava di essere cestinato. Con la fine della produzione dei motori Renault in F1, i “talenti” richiesti dal team principal del Ferrari potrebbero rappresentare una risorsa preziosa. A quanto pare, sotto questo aspetto, da parte del costruttore francese pare essere massima disponibilità.
Per questo non ci sarà nessun ostacolo verso il futuro professionale esentando il gardening leave, fattore determinante affinché le risorse prelevate da Viry-Châtillon possano essere subito operative in quel di Maranello. Va riconosciuto che la mossa di Vasseur è stata molto astuta. Indipendentemente dalla bontà del progetto che stava sviluppando Renault, riuscire a portare in casa conoscenze di un competitor e metterle a fattor comune con quanto si sta realizzando in Via Abetone Inferiore n° 4 risulta senza dubbio un valore aggiunto inestimabile.
Parliamo infatti di un chiaro patrimonio di competenze unico se, come dichiarato dalla CSE (associazione dei dipendenti di Viry-Châtillon, nda), il propulsore RE26 è già ampiamente sviluppato e molto promettente nei valori prestazionali in merito al progetto per il regolamento 2026. È necessario sottolineare che Vasseur è stato team principal della scuderia Renault nella stagione 2016, prima dell’arrivo di De Meo alla guida del gruppo. Questa esperienza gli ha permesso di conoscere a fondo l’organizzazione e le competenze degli ingegneri di Viry-Châtillon.
F1, Ferrari: l’insourcing sull’asse Viry-Châtillon – Maranello
Da sempre il mercato dei tecnici in F1 rappresenta una delle strade più rapide per acquisire le conoscenze della concorrenza. Una mossa che molte squadre mettono in atto quando si verifica una possibilità del genere. L’insourcing sull’asse Viry-Châtillon – Maranello non sembra essere limitato a qualche ingegnere. Tipicamente, infatti, quando un reparto è oggetto di un massiccio potenziamento, le ragioni possono essere molteplici. Nel caso della Scuderia Ferrari, è inverosimile pensare che si tratti di un errato dimensionamento del gruppo di lavoro allocato sul programma power unit 2026.
Tuttavia diverse figure hanno scelto di abbandonare la rossa e il fatto che Vasseur abbia richiesto la possibilità di prelevare vari tecnici, con disponibilità immediata, conferma appieno la nostra notizia sulla necessità della Ferrari di rimpolpare il reparto motori del Cavallino Rampante. L’esperienza ci insegna che il turnover è una pratica assolutamente fisiologica nel mondo della F1; tuttavia, su specifici progetti strategici come quello della nuova power unit, la perdita di tecnici può rivelarsi critica perché rappresenta la forma più immediata di knowledge transfer.
La Scuderia Ferrari non è certamente l’ammortizzatore sociale dei tecnici Renault a supporto dei disastri compiuti dal gruppo francese. Pertanto, l’arrivo di un nutrito gruppo di ingegneri “senior” è la conferma che nel reparto motori del Cavallino Rampante ci sono state defezioni che rendono necessario tale insourcing. L’arrivo di tecnici esperti che hanno “abitato” durante le ultime annata la fabbrica della Renault ubicata nella località di Viry-Châtillon è un’opportunità o una criticità, a seconda dei punti di vista. Queste risorse porteranno con sé il il bagaglio tecnico e la competenza nel corso dello sviluppo del propulsore RE26.
Ovviamente, per chiarire il fatto, l’inserimento di tali risorse all’interno del progetto che darà alla luce il nuovo propulsore della Ferrari 067, quello che gareggerà nel mondiale di F1 2026 con il prossimo corpo normativo, non potranno essere certamente immediate. Questo in relazione alla necessità di ambientamento e conoscenza delle diverse metodologie e procedure vigenti, all’interno della gestione sportiva del leggendario team modenese. Vi terremo aggiornati su questa mossa della rossa, che di fatto va a potenziare il reparto motori che si appresta alla sfida più importante da quando esistono le power unit.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – Renualt – F1Tv