giovedì, Novembre 21, 2024

F1, Ferrari: il “misterioso” aggiornamento tecnico è Loic Serra

Per la Scuderia Ferrari quello di Austin è stato un trionfo in F1 in parte inatteso, specie in virtù della superiorità espressa nei confronti della concorrenza. Un dominio del genere non si verificava dalla doppietta in Australia all’inizio della stagione 2022. E in effetti il Cavallino Rampante sta dimostrando di aver cambiato spartito rispetto al recente passato. Ora la vettura cresce anziché involvere, come accaduto proprio con la F1-75, il cui sviluppo fu congelato già nel mese di luglio. L’euforia dopo il trionfo in terra americana è contagiosa, ma deve essere gestita.

La storia di questa stagione di F1 ha dimostrato che bisogna restare con i piedi ben piantati a terra, perché l’obiettivo della Ferrari non è affatto una chimera. Parliamo chiaramente del titolo costruttori, che da miraggio potrebbe diventare un risultato alla portata, a patto che la SF-24 mostri la duttilità necessaria per poter replicare la forza espressa nel circuito texano. Come spesso accade a Fred Vasseur spetta il ruolo di pompiere, in grado di spegnere deleterie esaltazioni e calibrare il focus sulla prossima sfida, nella fattispecie il Gran Premio del Messico.

Il secondo “triple header” della stagione è sicuramente massacrante per tutte le maestranze del team e, dal punto di vista emotivo, impone un rapido reset mentale alle squadre di F1. Insomma, non c’è troppo tempo per cullarsi sugli allori (che al momento non sono ancora pervenuti). Il team principal della Ferrari predica concentrazione, in quanto la lotta nei 5 round restando del campionato si è decisa sul filo dei centesimi. Secondo il manager di Draveil è assolutamente fuori luogo esaltarsi, in quanto la prossima tappa a Città del Messico rappresenterà una sfida completamente diversa.

Ferrari F1
Frederic Vasseur, team principal della storica scuderia Ferrari – GP Stati Uniti 2024

La collocazione in altura dell’impianto dedicato ai fratelli Rodriguez potrebbe cambiare l’ordine delle gerarchie, proprio in relazione alla specificità del tracciato, in cui l’aria risulta essere estremamente rarefatta. Fattore che concede alle vetture di adottare tanto carico aerodinamico senza partire la deportata generata dalle ali. Senza contare che il tema efficiente, sempre per la stasi ragione, sarà un elemento nettamente meno importante, notizia negativa per la Red Bull e positiva per la Ferrari che genera più drag rispetto alla RB20 a parità di carico. Tuttavia dominare in Texas non implica poterlo fare in Messico.

F1, Ferrari aggiorna il rendimento della SF-24 e punta alla vittoria in Messico

Il senso pratico dell’ingegnere transalpino è chiaramente pre tattica. Ferrari crede eccome al titolo costruttori. Per il capo della GES tutto è ancora possibile, perché in cinque gare (di cui due sprint weekend) il bottino in palio è superiore alle 200 lunghezze. A questo punto del mondiale di F1 non sono ammessi cali di tensione o errori tecnici, come accaduto all’indomani delle precedenti tre vittorie del Cavallino Rampante. Singapore è la dimostrazione più recente di come sia possibile gettare alle ortiche un weekend che poteva, e doveva, essere molto più soddisfacente di quello che in realtà è stato.

Tornando alla corsa di Austin, la SF-24 ha dimostrato per l’ennesima volta di essere una monoposto molto più redditizia in gara, grazie a una perfetta gestione degli pneumatici. In tal senso, non sorprende il fatto che Vasseur abbia ammesso come la rossa presentava delle novità anche nella tappa texana, nonostante il documento nominato “presentation car” fosse vuoto. È necessario sottolineare che il suddetto avviso fornito dalla Federazione Internazionale contiene gli aggiornamenti di natura aerodinamica visibili, compresa la geometria del sistema sospensivo esterna.

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Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) illumina la notte si Marina Bay – SF-24 – Gp Singapore 2024

Fred ha fatto esplicito riferimento a qualcosa di nuovo sotto il vestito in fibra di carbonio della SF-24. In Texas, gli ingegneri di Maranello hanno massimizzato la monoposto attraverso regolazioni meccaniche ottimali. Un fine tuning che ha permesso alla rossa di potenziare il rendimento attraverso un compromesso aero-meccanico centrato alla perfezione. Lo abbiamo visto durante la corsa. Esaminando la telemetria di Charles Leclerc, infatti, ci rendiamo conto che la numero 16 era la monoposto di F1 più competitiva in ogni singolo tratto della pista, sia con il set di Medium nel primo stint che con le Hard nella seconda parte della trionfale cavalcata della rossa verso la doppietta.

Un configurazione che in qualifica ha fatto soffrire un pelo la rossa nel primo settore, specie nel tratto che prevedere le curve rapide con diversi cambi di direzione repentini. Ci riferiamo allo “snake” dove, sul giro secco, la SF-24 ha mostrato un leggera instabilità che ha limitato le performance in merito alla velocità a centro curva. Messa a punto “ammorbidita” che però ha funzionato molto bene nel resto della pista, fornendo maggiore aderenza alle basse velocità. Il tutto coadiuvato con un set-up meccanico molto efficace. Su questo ultimo punto si sprecano le congetture.

In molti hanno ipotizzato che, Ferrari, riferendosi alle parole di Vasseur sugli “aggiornamenti invisibili”, abbia ritoccato gli elementi interni della sospensione per trarre un vantaggio. Beneficio pensato anche per allungare la vita degli pneumatici con alto qualitativo di carburante a bordo, in gara, dove sino a prova contraria si prendono i punti. E chissà se in tali decisioni non ci sia stato lo zampino di Loic Serra che, proprio nell’interazione tra chassis e pneumatici ha speso gran parte della sua carriera, facendo le fortune della Mercedes negli otto anni di dominio della scuderia tedesca in F1.

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Loic Serra, il nuovo direttore tecnico della storica Scuderia Ferrari

Prossima fermata del mondiale di F1? Città del Messico tra pochi giorni. Parliamo di una pista in cui la rossa, da quanto il tracciato sudamericano ha fatto rientro nel calendario non ha mai vinto. Questo nonostante nelle ultime stagioni le vetture italiane abbiano siglato la pole position in diverse occasioni. Parliamo di percorso in cui la partenza dal palo, il più delle volte, rappresenta addirittura uno svantaggio in relazione al lunghissimo tratto ad alta velocità di percorrenza che dalla griglia porta in curva 1. Per concludere un pensiero: comunque vada, in Messico la Ferrari nutre il medesimo obiettivo: provare a vincere.

Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv

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