Sainz vince in Messico e a questo punto la Ferrari torna a lottare per qualcosa di importante. Dopo anni di stagioni dal finale soporifero, il team di Maranello si trova in competizione nel mondiale costruttori per la prima volta nell’era turbo-ibrida. Il tutto quando mancano solo quattro gare al termine della stagione. Uno scenario difficilmente pronosticabile anche per gli inguaribili ottimisti. I tecnici del Cavallino Rampante sono riusciti a riportare la SF-24 sui binari dell’evoluzione, dopo aver perso certezze in seguito agli aggiornamenti che hanno debuttato in occasione del Gran Premio di Spagna.
Un fondo che ha completamente fuorviato il piano tecnico del campionato e buttato alle ortiche almeno 3 mesi di mondiale. Da Monza in poi, le rosse hanno quasi sempre lottato per il successo con entrambi i piloti, su tracciati dalle caratteristiche completamente diverse tra loro. La seconda vittoria consecutiva in questo frenetico triple header, ha consentito di superare la “derelitta” Red Bull, in caduta libera dal mese di maggio, e contestualmente ha offerto la possibilità di puntare, in maniera decisa, alla classifica riservata a chi fa le monoposto di F1.
Nonostante i “due Carlo” non abbiano alcuna chance di poter ambire alla corona iridata, ci riferiamo al campionato piloti, sono troppi i punti di distacco dall’olandese Max Verstappen, stanno offrendo prestazioni davvero eccelse. Al di sopra delle più rosee aspettative. Sainz bramava un ultimo acuto a bordo della SF-24 e, grazie al fine settimana impeccabile sin dalla prima sessione, è riuscito per la prima volta in carriera a vincere più di un Gran Premio nella stessa stagione. Dato che l’appetito vien mangiando, a questo punto Carlos potrebbe conquistare altri successi prima di congedarsi dalla storica scuderia.
Sainz, il desiderio di entrare nella storia Ferrari
Il pilota iberico è consapevole che, a meno di clamorose sorprese, il prossimo futuro non gli offrirà la possibilità di lottare per la vittoria. D’altra parte, l’attuale valore della Williams non è un granché al momento e difficilmente migliorerà in maniera tale da offrire la possibilità di tornare al vertice. Uno stimolo in più per cercare di arricchire il proprio palmarès, quindi, per Sainz e quello di entrare nella storia della Ferrari. Sì, perché l’eventuale conquista del titolo costruttori con il team di Via Abetone Inferiore 4, consentirebbe all’iberico di lasciare un importante segno del suo operato.
Non sarebbe un titolo personale da ostentare, ma un lascito importante dopo quattro anni di duro lavoro alla corte della rossa. Una sorta di prova effettiva che, quella di Maranello, poteva essere considerata la migliore line-up dello schieramento, capace di massimizzare il risultato complessivo dei race weekend, nonostante gli alti e bassi della stagione. Senza girarci intorno, il pilotai nativo di Madrid ha accusato il colpo. Essere improvvisamente sollevato dal suo incarico era uno scenario totalmente inatteso. E proprio per questo fa ancora più male allo spagnolo.
Quando il sogno di John Elkann e di milioni di fan di portare in Italia Lewis Hamilton si è concretizzato, per il madrileño non c’era più spazio. Sainz ha mostrato cosa significa la parola resilienza. Ha assorbito il colpo, Carlos, per poi rimboccarsi le maniche e non ha mai sputato nel piatto in cui ha mangiato, nonostante, sostanzialmente, sia stato esso alla porta quando il rinnovo sembrava lo scenario più probabile. Certamente, il figlio del due volte campione del mondo Rally, è un pilota cresciuto sotto tutti i punti di vista rispetto al ragazzo che arrivò in Ferrari nel 2021.
Ha imparato a vincere, a essere più veloce sul giro secco avendo dall’altro lato del box uno dei migliori interpreti delle qualifiche in circolazione. Nonostante la fisiologica rivalità con Leclerc, la loro collaborazione è stata un valore aggiunto per il Cavallino Rampante. Se è vero che l’attesa per l’arrivo di Hamilton in rosso è febbrile, serpeggia in modo subliminale la sensazione che Carlos, alla fine dei conti, potesse davvero essere all’altezza delle ambizioni della squadra italiana per gli anni a venire. Questo il sentimento condiviso da una grande fetta della tifoseria.
Ferrari, un clamoroso ritorno di Sainz non è da escludere
Ferrari e Sainz a fine anno si separeranno quasi controvoglia, perché le parti erano entrambe soddisfatte della collaborazione professionale. In più di una circostanza si è accennato alla possibilità di un ritorno a Maranello, quando Hamilton deciderà di appendere il casco al chiodo. Uno scenario tutt’altro che inverosimile. L’ultimo campione del mondo della rossa, un verto Kimi Raikkonen che vinse il titolo piloti nell’oramai stagione 2007, tornò al volante della monoposto italiana nella campagna agonistica 2014. Una seconda vita sportiva che durò la bellezza di altre cinque stagioni.
Del resto, proprio Lewis Hamilton e Fernando Alonso stanno dimostrando che, con la necessaria preparazione fisica abbinata a una preparazione adeguata, si può essere molto competitivi anche oltre la soglia dei 40 anni, in questa attuale F1. Quest’anno Carlos ha compiuto 30 anni e, anagraficamente parlando, può correre ad alti livelli ancora per tante stagioni. Nel mentre, però, non resta che chiudere la sua attuale avventura in Ferrari nel migliore dei modi, cercando di nutrire la lotta ai costruttori. Scenario che terrebbe unito Sainz alla Ferrari da un fil rouge più di quanto non sia già.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv