McLaren comanda la classifica del mondiale costruttori di F1. Team di Woking che dispone di una vettura fantastica, riferimento della massima categoria del motorsport. Eppure il rammarico per non dare il massimo c’è. Al di la della penalità inflitta per il sorpasso ai danni di Verstappen, senza dubbio eccessiva e fuori luogo per quanto ci riguarda, Norris e in gergale la scuderia inglese, non riescono quasi mai a ottimizzare il rendimento della MCL38. Parliamo di una vettura completa che di recente, proprio ad Austin, è stato ulteriormente aggiornata.
Diverse modifiche tra cui l’ala anteriore, le carenature di ambedue i gruppi sospensivi e la beam-wing. Provvedimenti tecnici per affinare e disciplinare ancora meglio la massa fluida, garantendo più pulizia aerodinamica, tanto carico e un buona efficienza alla vettura color papaya. Interventi che però non hanno fatto la differenza come quelli passati. Senza dubbio l’unica sessione di prove libere in Texas non ha aiutato, in quanto i soli sessanta minuti per testare la vettura non sono stati sufficienti per capire al meglio come massimizzare le performance delle monoposto.
Fatto sta che ha vinto le Ferrari e una Red Bull, proprio quella del tre volte campione del mondo di F1, sono arrivate davanti. McLaren che arriva quarta e quinti in terra americana. Ai piedi di un podio che non mancava dal Gran Premio della Cina. Sì perché era 14 le gare consecutive in cui almeno uno dei due piloti arrivava nelle prime tre posizioni. La scuderia inglese nutre un vantaggio su Red Bull e Ferrari nei costruttori ma deve stare attenta. Mentre nel campionato piloti l’obiettivo è sempre più lontano, con un Charles Leclerc che si sta avvicinando e non poco a Norris con solo 22 punti di distacco.
F1, McLaren impara dai propri errori per studiare il set-up adatto per il Messico
Il Gran Premio del Messico, tappa numero 20 di questa bellissima stagione di F1, rappresenta un’opportunità cruciale per la McLaren. Una squadra che ha mostrato grandi miglioramenti durante la stagione, ma che, nell’ultimo weekend in Texas, non è riuscita a massimizzare il suo potenziale. La MCL38 possiede una vettura molto versatile, con un’ampia finestra di funzionamento e capace di adattarsi a diverse condizioni. Tuttavia, in Ferrari e Red Bull hanno ulteriormente ampliato la loro finestra di operatività, avvicinandosi al punto ottimale. Aspetto che ha messo pressione sulla squadra di Woking.
Nel primo settore del COTA, in qualifica, le tre vetture erano molto simili in termini di performance pura, anche se la McLaren era leggermente attardata. Il team britannico è stata costretta a penalizzare questa zona, il T1, in cui sono presenti una tipologia di curve dove generalmente sono molto forti, grazie a un ottimo handling sui bump e a un elevato carico verticale generato dal fondo vettura. Una mossa per puntare ad ottimizzare la totalità della tornata. In Messico, la squadra dovrebbe presentarsi con un pacchetto che prevede tanto carico per favorire il set-up nei settori più guidati.
Sarà cruciale trovare il giusto equilibrio per ottimizzare le velocità di punta. Ferrari ha recentemente trovato una filosofia di messa appunto che gli consente di mantenere elevate le top speed senza sacrificare il comportamento nelle curve ad alta accelerazione laterale. McLaren dovrà lavorare su questo punto e seguire una strada simile per restare competitiva. Dal punto di vista del grip meccanico, la MCL38 si è rivelata la vettura con la miglior trazione negli ultimi quattro Gran Premi, un fattore che potrebbe giocare un ruolo chiave soprattutto nel T3 del circuito messicano.
Un tratto del circuito caratterizzato da curve lente che enfatizza le fasi di accelerazione e la stabilità meccanica. Grazie alla versatilità del loro pacchetto, McLaren ha diverse opzioni per massimizzare il set-up in funzione delle caratteristiche della pista e delle condizioni atmosferiche. In qualifica, la MCL38 ha già dimostrato di avere una grande capacità nel preparare le gomme per il giro secco, riuscendo ad “accenderle” le mescola molto velocemente. Questo aspetto si è rivelato un vantaggio soprattutto negli ultimi due settori, anche se a volte il riscaldamento è stato troppo aggressivo.
In Texas, ad esempio, Norris ha dovuto modificare il suo approccio in Q3, riducendo la richiesta di trazione in uscita di curva per evitare l’overheating e preservare l’aderenza disponibile per tutto il giro. Questa capacità di adattamento sarà essenziale anche in Messico, dove la gestione del front-end nelle diverse curve sarà fondamentale. D’altra parte, in gara, le vetture inglesi ha mostrato qualche debolezza nel contenimento delle temperature delle gomme, un aspetto in cui sono risultati inferiori rispetto a Red Bull. Nonostante questo, il team è riuscito a mitigare il problema con strategie ben ponderate.
Basti pensare al primo stint di Austin, dove la scuderia di F1 in testa ai costruttori ha deliberatamente adottato un ritmo più lento. Mossa per realizzare un’introduzione leggera e allungare così la vita utile dello pneumatico. Nel round numero 20 McLaren ha deciso di lavorare molto su questo aspetto, con l’obiettivo di raggiungere un compromesso qualifica-gara migliore. Per farlo è servito un lungo lavoro al simulatore a livello di parametri sospensivi. Il riscaldamento rapido delle gomme anteriori in qualifica offrirà un vantaggio, ma sarà altrettanto importante trovare un equilibrio per la gestione nell’arco dello stint.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: McLaren – F1Tv