McLaren è in testa al campionato costruttori della F1 da oramai diverse settimane. Si trova in questa posizione perché la bontà tecnica del progetto MCL38 è davvero stupefacente. Anche nella giornata di ieri, in qualifica, la vettura da battere era appunto quella color papaya. Una monoposto molto preparata sotto tutti gli aspetti, capace di affrontare benissimo le curve rapide e in successione nel secondo settore, così come superiore nel mostrare la grande trazione in uscita dalla curve lente dello stadio. Unico punto dove non eccelle, per una scelta di set-up e la velocità di punta.
Il team di Woking aveva un compito: accaparrarsi la prima fila nella sessione classificatoria del Gran Premio del Messico. Il rendimento della MCL38 lo consentiva. Dopo un venerdì sornione, passato a studiare nei minimi particolari la vettura, infatti, durante il sabato la McLaren ha messo le carte in tavola. Nella terza e ultima sessione di prove libere ha fatto capire quale era il team di battere. E invece, ancora una volta, la squadra diretta dall’italiano Andrea Stella ha fatto capire perché Norris non vincerà il campionato del mondo e perché quello costruttori, a cinque gare dalla fine resta in bilico.
Carlos Sainz ha sfoderato una prestazione super. A bordo della sua Ferrari ha massimizzato il rendimento della SF-24. In maniera progressiva, durante l’arco della sessione classificatoria, seguendo le istruzioni del suo ingegnere di pista Riccardo Adami, ha poco a poco migliorato il suo rendimento nel secondo settore, tratto della pista che non andava a genio alla rossa. Per il resto ha dato tutto nei restanti settori ottenendo una pole position davvero meritata. Un risultato formidabile in F1 dove però, è giusto dirlo, l’aiutino della McLaren c’è stato eccome. E il Cavallino Rampante ringrazia.
McLaren doveva stare davanti a tutti ma appunto ancora una volta non ci è riuscita. Per di più anche la Red Bull di Verstappen precederà allo start le vetture britanniche. Inoltre, come se non bastasse, Oscar Piastri ha pensato bene di complicarsi la vita e gettare alle ortiche la sua qualifica. Uscire nella Q1 con una vettura del genere è totalmente inaccettabile. Doveva e poteva fare decisamente più l’australiano che, se da un parte, in talune occasioni ha dimostrato grande freddezza, in altre si è lasciato prendere dalla frenesia schiacciato dalla pressione.
F1, McLaren: le scuse stanno a zero
“Impossible battere Sainz“, questo il riassunto con grande proprietà di sintesi relativo alle dichiarazioni di Lando Norris a margine della qualifica del Gran Premio di F1 numero venti della stagione. Senza dubbio, aggiungiamo noi, era impossibile batterlo con una prestazione del genere. È vero che Carlos ha sfoderato un rendimento davvero strepitoso, ma è altrettanto vero che, se vuoi lottare per portare a casa il trofeo del miglior pilota, devi entrare nell’ordine delle idee che la “straordinarietà” deve essere una tua costante. Specie quando la tua vettura a livello potenziale è la migliore.
Tutto il resto è noia come diceva il mitico Sergio Califano. Norris sostiene che la rossa è andata più forte per tutto il weekend, quando al contrario, nelle Fp3, si è visto chiaramente che non era così. Poi il britannico aggiunge che la McLaren è stata migliore solo nelle prime due fasi della qualifica, la Q1 e la Q2 per intenderci, in quanto i due piloti della rossa hanno commesso diversi errori. Anche questo non corrisponde alla realtà. E se nel Q3 la McLaren non è andata forte la maggior responsabilità è proprio la sua.
L’atteggiamento sconsolato di chi non è in grado di stringere il coltello tra i denti fa presenza, perché essere soddisfatti per una terza posizione non va bene. Parla di tre decimi e mezzo di gap. Una distacco che lo spagnolo gli ha inflitto perché a differenza del madrileño, Lando, non è stato capace di sfoderare la performance adatta. Poi commenta che avrebbe preferito la seconda piazza ma comunque sia si accontenta. Un atteggiamento forse un po’ troppo arrendevole nei confronti di Max, che invece ha dato tutto per stare davanti all’inglese con merito.
Anche Piastri non è da meno, e sebbene mostri frustrazione pure lui non pare poi così amareggiato osservando il linguaggio del corpo. Oscar dice che aveva pochissimo grip, ma la realtà dei fatti è che in curva 12 ha esagerato andando oltre il limite. D’altra parte pure lui sottolinea l’errore sciocco, in una fase della qualifica, la Q1, dove l’unica cosa che contava era passare il taglio. E chi se ne frega sei tracciato è insidioso quando lo è per tutti, perché appunto la sua prestazione, fattore che l’australiano sottolinea con molta franchezza, è stata totalmente al di sotto delle aspettative di una super McLaren.
Pesando alla gara non sarà facile per Oscar. Partire così tanto dietro è un forte handicap. Deve sperare in una Safety Car che lo possa aiutare per avvicinarsi alla vetta. Per Norris il discorso è differente. Il britannico deve attaccare subito e può farlo in Messico, perché la scia nel lungo tratto ad alta percorrenza del tracciato di F1 centro americano lo consente. Per il resto il passo della McLaren è comunque buono. E se non sarà all’altezza di quello Ferrari, deve essere comunque sufficiente per battere la Red Bull di Max Verstappen, specie se vuoi continuare a nutrire il sogno iridato.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: McLaren – F1Tv