Il momento di Sergio Perez in Red Bull è ormai noto a tutti. Il pilota messicano sta costantemente affondando nelle sue prestazioni, e i 144 punti conquistati fin qui in campionato dimostrano un calo drastico e che non sembra avere fine. Checo sta aiutando la squadra, suo malgrado, a perdere il titolo costruttori, non riuscendo a mettere una pezza alle performance sempre meno gratificanti della RB20.
Fino a quando la monoposto era dominante, ovvero dall’inizio del mondiale a fine aprile, il messicano ha saputo portare a casa degli ottimi risultati. Certo, il divario con Verstappen è sempre stato abissale, non è mai riuscito nemmeno ad avvicinare le prestazioni del tre volte campione del mondo, ma quantomeno conquistava podi e portava a casa punti essenziali per il titolo.
Nulla di tutto ciò da molti mesi a questa parte: le difficoltà sono evidenti, e persino Max fatica e non poco per ottenere il massimo dalla sua monoposto, tanto da commettere alcuni errori grossolani in diverse gare, specialmente prima della pausa estiva, come a Budapest o Spa, probabilmente il periodo più nero per il team di Milton Keynes in questa strana stagione. Perez invece si è lasciato completamente andare: difficilmente accede in Q3, a stento conclude le gare nei primi 10 e tra gli otto piloti dei quattro top team è spesso ultimo.
Red Bull, Perez è momentaneamente salvo
La Red Bull, come sempre, non lascia nulla al caso: il messicano ha rinnovato recentemente il suo contratto con la squadra di Milton Keynes per i prossimi due anni, ma pur non avendone specificato il contenuto, abbiamo capito come nell’apporre la sua firma, Checo abbia accettato mille mila clausole chiaramente a suo sfavore, e per questo motivo a Spa ha rischiato seriamente di porre fine alla sua carriera in favore, pensate un po’, di Daniel Ricciardo.
Sì, il pilota di Perth doveva sedersi sulla seconda RB20. All’epoca non ci siamo inventati nulla, anche perché è stato Helmut Marko ad ammetterlo recentemente. Secondo l’austriaco infatti, a Daniel è stata data una seconda possibilità che nessun altro gli avrebbe offerto, basata sull’idea che con buone prestazioni sarebbe stato possibile un ritorno alla casa madre.
Effettivamente le prestazioni di Ricciardo non sono state soddisfacenti, e nonostante il volere di Horner, grande amico dell’australiano, tutto è rimasto fermo, anzi, l’ex McLaren è stato addirittura silurato dopo il Gran Premio di Singapore per far spazio a Liam Lawson, scalpitante ormai da un anno, e che la Red Bull avrebbe rischiato seriamente di perdere se non gli avesse dato un’opportunità entro la fine di questa stagione.
Red Bull, Horner avverte Perez
Il fatto che il neozelandese sia rientrato tra i titolari nelle squadre comandate dalla Red Bull, non può certo far dormire sonni tranquilli a Perez. Su Checo si sono susseguite tante voci anche negli ultimi giorni, le quali dicevano come avrebbe annunciato molto presto il suo ritiro dalle corse, presumibilmente durante il Gran Premio del Messico tra qualche settimana.
I promotori della sua gara di casa pare siano anche stati essenziali affinché la squadra di Milton Keynes non lo sostituisse con Ricciardo, quasi per non negargli la passerella finale tra le mura amiche. Horner prova a fare il capo che utilizza il bastone e la carota: “Naturalmente, l’ideale sarebbe che Perez ritrovi la forma di inizio stagione e che non ci sia bisogno di cambiare nulla. Ma tutti sappiamo che in questo settore due settimane possono essere un periodo molto lungo”.
Forse più bastone, perché che Perez riacquisti la sua forma, obiettivamente, ci sembra difficile. Vedremo se anche la Red Bull lo metterà nelle giuste condizioni, perché se Lawson dovesse fornire buone prestazioni, magari battendo uno Tsunoda tutt’altro che tranquillo, allora il neozelandese potrebbe essere il serio candidato a salire sulla RB21 (?) l’anno prossimo, compiendo un doppio salto nel giro di pochi mesi.
Il talento di Liam è innegabile, ma sappiamo che nell’ambiente Red Bull un giorno sei un fenomeno, quello dopo un brocco, e diciamo che anche la situazione Ricciardo a fine luglio ce lo ha dimostrato. Praticamente Daniel sarebbe dovuto andare nel team principale, con Lawson in Racing Bulls e pronto a fare il grande salto, mentre Perez già bello che pensionato a casa. Ecco dunque che tornano le parole di Horner, ovvero che due settimane in F1 sono lunghissime. Checo smentisce un suo annuncio di ritiro, ma nulla può essere dato per scontato.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Red Bull Content Pool