Il weekend di F1 Texas ha messo in luce ancora una volta perché Verstappen è considerato un pilota speciale. Non solo un “cannibale”, capace di sfruttare ogni opportunità quando la monoposto è al massimo delle sue potenzialità, ma anche un mastino, in grado di difendere la propria posizione con una vettura che, in questa occasione, era inferiore rispetto alla concorrenza. Un fatto innegabile è che il campione del mondo in carica non vince una gara “regolare”, un corsa sui classici 300 km, dal Gran Premio di Spagna disputato al Montmelò dallo scorso giugno.
Ciononostante, dalla tappa di Miami in poi quando la McLaren ha mostrato una superiorità evidente, Verstappen è stato comunque capace di conquistare quattro punti in più rispetto al suo principale rivale: l’inglese Lando Norris. Con il quarto sprint weekend della stagione, l’olandese ha allungato ulteriormente in classifica di altri cinque punti, quando cinque sono le gare dal termine. Se il sabato ha mostrato una Red Bull in ripresa, tanto da consentire a Max di vincere la quarta mini gara su quattro disputate, la domenica è stata decisamente più complicata per il talento di Hasselt.
La RB20 si è dimostrata meno performante della Ferrari e della McLaren, e solo grazie agli errori del team di Woking il tre volte campione del mondo è riuscito a conquistare il terzo gradino del podio. Fin dalle prime fasi della gara, l’attuale leader del mondiale pioti ha capito che non poteva competere con il ritmo delle rosse, e ha scelto di ottimizzare il risultato concentrandosi su Norris. Un approccio confermato dalla calma del muretto Red Bull, che non ha reagito quando Sainz ha tentato l’undercut su Max. Nel primo stint era chiaro che Verstappen non potesse reggere il ritmo imposto dalle Ferrari.
Tuttavia la prestazione di Max resta monumentale, quasi come una vittoria per lui, anche se “solo” per un terzo posto. Quando Norris ha raggiunto la RB20, Verstappen ha mostrato la sua classe nella difesa creando margini di vantaggio durante lo snake con una traiettoria intelligente in curva 11 per mantenersi distante dall’apex e gestire al meglio gomme e la velocità. Dal tratto che va da curva 12 a curva 18, il pilota olandese ha dato un saggio del suo talento nel corpo a corpo, molto simile a quello che lo vide trionfare su Hamilton nel 2018, quando anche allora la Ferrari vinse il titolo in F1 grazie a Kimi.
F1, Verstappen è a un passo da un’impresa storica
Per chi ancora non riconosce appieno il valore aggiunto di Verstappen, si potrebbe dire che il suo primato in classifica, potrebbe sostenere che in parte sia dovuto all’inconsistenza di Norris e della McLaren sul fronte strategico. Questo è solo parzialmente vero, poiché Lando avrebbe potuto essere più vicino, se non davanti a Max nella classifica piloti, data la superiorità del mezzo che ha a disposizione rispetto alla RB20. Tuttavia, le dinamiche interne al team di Woking, assieme alle strategie a volte poco aggressive, hanno spesso penalizzato l’inglese. Ad esempio possiamo parlare della gestione gomme nel primo stint.
Un’amministrazione della corsa troppo conservativa che ha negativamente influenzato il risultato finale. Anche nelle fasi finali della corsa, il muretto McLaren ha commesso errori cruciali: se avessero imposto a Norris di restituire la posizione a Verstappen, avrebbero evitato la penalità di 5 secondi e, probabilmente, potevano chiedere una sanzione contro lo stesso Max, simile a quella inflitta a George Russell per aver spinto fuori pista un avversario. Nonostante l’olandese possa avere meno consenso popolare rispetto a colleghi meno dotati, la grandezza della sua impresa è innegabile.
Se dovesse conquistare questo titolo mondiale di F1, e con ogni probabilità lo farà, compirebbe un’impresa che poterebbe con se del clamoroso. Da mesi, la schiacciante superiorità della Red Bull è oramai un ricordo lontano e sbiadito. Basti pensare che sono ben nove Gran Premi in cui il “nostro” non sale sul gradino più alto del podio, eccezion fatta per la sprint race del sabato. Guardando al calendario della campagna a agonistica 2024, sembra difficile che la RB20 vista in Texas possa vincere una delle prossime gare. Almeno questa sembra essere l’impressione.
Ciononostante il tre volte campione del mondo in carica di F1 può permettersi di arrivare sempre terzo nelle ultime cinque gare, comprese le due sprint, ed avere comunque la certezza matematica di portare a casa il quarto titolo piloti. Un ulteriore trionfo per mettere in bacheca un altra coppa per chi arriva prima in classifica tra i piloti. Un trionfo da parte di Max in queste condizioni avrebbe un significato senza dubbio più profondo: dimostrerebbe che, anche in una categoria iper tecnologica come la massima categoria del motorsport, l’uomo può ancora fare la differenza in F1.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – Oracle Red Bull Racing – F1Tv