Gli ultimi mesi della Red Bull sono stati certamente difficili. Max Verstappen ha avuto a disposizione una monoposto molto difficile da guidare da un certo punto della stagione in poi, e la situazione è andata via via peggiorando, fino ad arrivare ai round di Monza e Baku, laddove la RB20 ha probabilmente mostrato il peggior lato di sé, non permettendo al campione olandese di performare come invece accadeva nei primi mesi di un 2024 che sembrava trionfale.
Dal Gran Premio della Cina di fine aprile sembra essere passata un’eternità: prendiamo come esempio quell’evento, dominato da Max con tanto di sgommata prima dell’ultima curva e quindi della bandiera a scacchi, l’unico momento un po’ da brividi in una periodo molto noioso probabilmente anche per lui stesso, visto che faticava ad esultare dopo ogni vittoria, praticamente servita sul piatto di platino grazie a una monoposto letteralmente dominante.
Le prime avvisaglie sono arrivate a Imola, poche settimane più tardi: Verstappen vince con fatica davanti a Norris e Leclerc, e una volta arrivato al parco chiuso scende dalla macchina esultando come non mai negli ultimi, a dimostrazione di come quel successo sia arrivato non per la forza della macchina, quanto per il talento dell’olandese, obiettivamente innegabile a maggior ragione in un periodo molto complicato.
Dopodiché sì, sono arrivati altri successi come a Barcellona, ma la sensazione di una macchina con una performance che andava via via a peggiorare cresceva sempre di più, fino ad arrivare al mese di luglio, devastante prestazionalmente parlando e nel quale Verstappen ha commesso diversi errori, anche banali e che ci hanno riconsegnato per alcuni momenti un Max versione pre Monaco 2018, ovvero il momento nel quale ha fatto click nella sua testa dopo il botto nelle FP3 durante un weekend che stava dominando e che ha mandato a quel paese per un errore tanto inutile quanto sportivamente fatale alle Piscine.
Red Bull, il calo tecnico estivo gestito da Verstappen
Con l’addio di Newey, la Red Bull ha consegnato a Verstappen una monoposto che oscillava tra il sottosterzante e il sovrasterzante, molto complicata da guidare quindi, ma nonostante questo Max è riuscito comunque a portare a casa alcune prestazioni degne di nota, vedasi Silverstone o Zandvoort, mentre in altri frangenti, come a Budapest o a Spa, ha faticato e non poco anche a rimanere in pista pur di tenere il ritmo degli altri, ma era chiaro come in quel momento la RB20 fosse addirittura la quarta forza in pista.
Pierre Waché ha preso ormai ufficialmente le redini tecniche della squadra dopo l’addio di Adrian Newey, ma l’ingegnere francese di Auchel non sembra averci capito granché, tanto da presentare a Budapest ben due versioni della monoposto, una coi bazooka di quest’anno e un’altra addirittura risalente al 2023, anno di assoluto dominio della Red Bull con 21 gare vinte su 22, 19 delle quali proprio con il campione del mondo in carica.
Quell’episodio restò isolato, sintomo però di una confusione che a Milton Keynes fatichiamo e faticano a ricordare. Adesso le cose sembrano un attimo più tranquille, quantomeno sul lato sportivo: a Singapore la monoposto ha visto una prima parte di un aggiornamento che dovremmo vedere nella sua interezza ad Austin, alla ripresa delle ostilità dopo questa lunga pausa autunnale prima del rush finale.
Verstappen deve amministrare il vantaggio grazie alla Red Bull
Verstappen ha 52 punti di vantaggio su Lando Norris, suo diretto concorrente per la vittoria finale del mondiale: il distacco è ancora abbastanza ampio e gestibile, ma l’olandese deve essere messo in condizione quantomeno di difendersi egregiamente da una McLaren in gran spolvero e che difficilmente potrà essere raggiunta in termini prestazionali.
E’ di questo avviso anche Helmut Marko. L’austriaco ha sottolineato che per ottenere migliori prestazioni, è necessario aumentare la velocità e far sì che la vettura lavori in una finestra operativa più ampia. Ha spiegato che una minima deviazione da questa finestra ha causato fluttuazioni, compromettendo l’equilibrio della vettura. Parlando dello sviluppo della RB20 in vista del round di Austin ha espresso fiducia: “Presumo che funzionerà. I primi cambiamenti hanno avuto un effetto positivo a Singapore, sono stati il primo passo”.
Nonostante il crescente svantaggio nel campionato costruttori, con un gap di 41 punti dalla McLaren, Marko ha insistito sull’importanza di dare il massimo nei sei round finali, convinto che Verstappen tornerà a dominare se la Red Bull riuscirà a fornirgli una vettura competitiva. “Dobbiamo vincere di nuovo da soli” ha affermato, sottolineando la necessità di dare a Max una macchina che gli permetta di esprimere al meglio le sue abilità. Ha aggiunto che il maggiore fastidio per l’olandese è stato l’instabilità della vettura, che oscillava tra sottosterzo e sovrasterzo. Infine, Marko ha concluso dicendo che, se la squadra riuscirà a riequilibrare la RB20, “Max guiderà di nuovo nella sua classe”.
Il campionato costruttori, considerando che la Red Bull corre spesso e volentieri con un solo pilota, sembra già bello che andato, ma all’olandese probabilmente poco importa: ha già dichiarato diverse volte negli ultimi mesi come il team debba reagire a questo periodo negativo e consegnare una monoposto in grado di vincere le gare. Sembra che il prossimo aggiornamento importante sarà anche l’ultima spiaggia per la squadra con sede a Milton Keynes, perché se da Austin in poi le cose non dovessero funzionare a dovere, allora il mondiale per Max sarà sempre più difficile da conquistare.
Autore: Silvia Napoletano – @silvianap13
Immagini: Red Bull Content Pool