Aston Martin vuole vincere dei titoli in F1. Il fatto era ampiamente chiaro, considerando la grande ambizione del boss che dirige la scuderia britannica. Parliamo di Sheldon Strulovitch, al secolo Lawrence Stroll, magnate canadese potentissimo. Oltre alla sua grande disponibilità finanziaria, il nordamericano ha dalla sua una caratteristica piuttosto importante e utile, in questi casi. Ci riferiamo alla capacità di trasmettere entusiasmo e sognare in grande. È stata questa la mossa che di fatto ha convinto Adrian Newey ad abbracciare un progetto del genere.
Stesso discorso vale per Cardile, ex direttore tecnico della Ferrari, che si è unito al team senza preavviso, come un fulmine a ciel sereno, proprio quando pareva che per la rossa i tempi fossero maturi per la lotta al titolo. Ambedue si sono fatti conquistare dalla passione di Stroll. Sentimento al quale si accosta la grande preparazione strutturale che Aston Martin sta forgiando. In F1 le strutture sono fondamentali per creare una base solida. Per quanto concerne le power unit, la scuderia inglese potrà contare su Honda come “fornitore privato”, collaborazione che va ben oltre una semplice partnership.
Il colosso giapponese ha preso molto sul serio la faccenda e ha costruito addirittura una base operativa nei pressi di Silverstone, necessaria per appoggiare in tutto e per tutto la scuderia. Aston Martin, inoltre, sta per ultimare la galleria del vento, un impianto all’avanguardia che pretende essere il migliore della F1. Mike Krack ne è rimasto davvero entusiasta dopo aver visionato la demo, talmente avveniristica che gli pareva di stare dentro Star Wars. Lo stesso vale per il simulatore, uno strumento che offrirà la possibilità alla squadra di realizzare un netto salto di qualità.
F1, Aston Martin mette Fallows da parte: perché?
Le strutture in questione andranno ovviamente ottimizzate. L’obiettivo è quello di abbassare la percentuale di errore tra la realtà e il campo virtuale. Servirà una curva di apprendimento: saper utilizzare gli strumenti nella maniera corretta, di fatto, sarà la grande differenza. Il futuro è nelle mani di Aston Martin che, per la campagna agonistica 2026, vuole presentarsi come team in grado di lottare per la vittoria. All’interno di questo scenario il potere di Dan Fallows scende. L’ingegnere britannico è stato oggetto della contesa con Red Bull, due stagioni fa, strappato alla scuderia austriaca.
Nella prima parte del mondiale 2023, l’inglese era riuscito a trasferire sulla AMR23 parte dei concetti vincenti maturati nella sua permanenza a Milton Keynes. Per questo, sino alle soglie dell’estate, Aston Martin era l’unica vera antagonista della strepitosa RB19. Poi qualcosa si è rotto. Gli aggiornamenti non hanno funzionato e la scuderia ha perso il corretto punto di lavoro della monoposto. A nulla sono servite le successive correzioni tecniche, per una vettura che non ha mai più saputo lottare nelle prime posizioni per il resto della stagione.
Dan Fallows ne fa le spese, inutile girarci attorno. Ricoprendo il ruolo di direttore tecnico, non ha convinto la dirigenza. Al momento non è ancora chiaro quale sarà la sua posizione all’interno del quadro 2025. Si parla persino di un possibile addio, in quanto un compito da subordinato nel progetto Valkyrie, spostandosi nel WEC, non sarebbe gradito. Cardile arriva in Aston Martin dalla porta principale. Il quarantanovenne originario di Arezzo è il nuovo “chief technical officer“. Enrico gestirà la totalità della supervisione riguardo allo sviluppo tecnico della vettura, sotto l’occhio attento di Adrian Newey.
Il genio di Stratford-Upon-Avon ha da sempre le idee chiare e predilige comandare una piramide operativa non troppo ampia. Un reparto complesso nella sua forma rallenta le decisioni. Per tale ragione, secondo quanto appreso, Cardile dovrebbe assorbire direttamente tutti gli incarichi di Fallows, rendendo più agile e funzionale “l’esercizio operativo” della factory. Tante responsabilità per l’ex ferrarista che però ridurrebbero e non poco le tempistiche lavorative della scuderia britannica. Questo lo schema che Aston Martin adotterà dal prossimo mondiale.
Il prossimo campionato è l’ultimo dell’era regolamentare vigente. Un contesto dove la sinergia tra Enrico Cardile e Adrian Newey sarà già totalizzante, per cambiare di netto questa tendenza nociva a livello tecnico che, nel 2024, ha inghiottito Aston Martin. Per questo lo spazio di manovra di Fallows sarà ridotto al lumicino in attesa del nuovo corpo normativo. Un mondiale dove si getteranno basi solide. Una ristrutturazione organizzativa atta alla programmazione del domani che deve nutrire una sola finalità: alzare il livello competitivo della scuderia per raggiungere la vetta.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Aston Martin – F1Tv