Acqua nelle gomme per la McLaren? Questa la polemica in F1 che si è dipanata nelle ultime ore. Domenicali sembra non dare troppo interesse alla questione. D’altra parte, sostiene Stefano, quando un campionato è così combattuto sino alla fine è normale che sorgano accuse del genere. Trattasi di un gioco per distrarre gli avversari e trarre un beneficio. Ha iniziato Red Bull attaccando McLaren per il presunto “Mini DRS“, dove il team di Woking, grazie ad una speciale configurazione dell’ala posteriore, in teoria, era in grado di trarre benefici aerodinamici alzando l’efficienza con l’ala mobile chiusa.
Risponde McLaren cercando di colpire Red Bull sul tema T-Tray. Un sistema reale e azionabile tramite un comando all’interno del cockpit della RB20 che permette di modificare l’altezza da terra della parte iniziale del fondo. Una mossa che sarebbe sfuggita ai controlli della Federazione Internazionale, sulla quale la scuderia di Milton Keyes, secondo le accuse, avrebbe tratto benefici modificando la ride height, a suo piacimento, in parco chiuso, prima di varie gare del mondiale di F1 in corso. Anche in questo caso la polemica è stata accantonata.
Prima di menzionare l’ultima puntata di questa telenovela due parole sulla non qualifica del Gran Premio del Brasile. All’ora ufficiale della partenza le condizioni meteorologiche, come atteso, erano peggiorate e non poco. Un forte temporale si è abbattuto e la pioggia era copiosa. Ecco qualche dato in merito: 18,3 °C la temperatura dell’aria, 22,3°C quella dell’asfalto. Umidità al 94%, 4,3 Km/h l’intensità del vento che soffia da nord est. La FIA ha fatto di tutto per cercare di disputare la sessione e ha preso tempo per capire come come poteva gestire la situazione.
Gli steward hanno cercato in tutti i modi di tirare via l’acqua dall’asfalto. Tuttavia, sebbene il clima pareva concedere una pausa con la pioggia, in realtà le condizioni sono nuovamente peggiorate in questa lunga attesa. Il problema era chiaro: non si poteva attendere all’infinito, in quanto il tempo utile prima del tramonto e il conseguente buio era limitato. Resta da capire se si disputerà la qualifica domani mattina, se ci sarà la possibilità, o sarà deciso di prendere i riferimenti delle libere o della Sprint Race per definire la griglia.
F1, McLaren mette l’acqua nelle gomme per gestire le temperature?
L’acqua non sta cadendo solo sulla pista brasiliana. C’è infatti l’ennesima puntata concernente la diatriba tra Red Bull e McLaren. Parliamo chiaramente di una chiacchiera da paddock. Una congettura che la squadra di Milton Keynes ha lanciato verso il team di Woking. Il team principal della Red Bull, intervistato in pit-lane in attesa di capire cosa ne sarebbe stato delle qualifiche, ha commento il fatto su precisa domanda. Con un sorriso furbesco, ha fatto sapere che di acqua ce n’era eccome, giocando sul fatto che appunto era in corso un’acquazzone.
Secondo quella che per ora non è altro che una fantasia tutta da confermare, la scuderia in testa alla classifica dei costruttori, parliamo della McLaren, avrebbe studiato una strategia relativa ali pneumatici. Secondo l’accusa starebbe utilizzando l’acqua per mantenere più omogenee le temperature delle gomme ed evitare il surriscaldamento. In pratica, per essere più chiari, tramite una certa umidità all’interno delle gomme, i cerchi delle ruote sarebbero in grado di rinfrescare i battistrada. Anche Mario Isola è stato intercettato dai microbi della F1 è ha detto la sua in merito.
L’italiano ha spiegato che, a livello teorico, una mossa del genere andrebbe a modificare la pressione delle gomme e di riflesso le performance sarebbero più basse. Tuttavia, si otterrebbe un’omogeneità delle temperature molto migliore, mantenendole costanti e abusando il degrado. Il boss della Pirelli al momento non ha ricevuto nessun ordine di controlli da parte della FIA. Se così fosse gli strumenti per farlo sarebbero limitati. Il controllo andrebbe realizzato allo smontaggio degli pneumatici, ma sarebbe molto difficile trovare dell’acqua perché i quantitativi sarebbero senza dubbio ridotti.
Sebbene esitano degli strumenti che Pirelli possiede e potrebbe utilizzare per verificare l’umidità all’interno dello pneumatico, la faccenda non sarebbe affatto semplice. Il problema è che il controllo dovrebbe andare in onda appena le vetture si fermano, dopo una sessione di qualifica o a margine della gara, con gomma ancora calda, per avere una situazione realistica. Rilevamenti tempestivi per far si che i controlli siano fattuali, prima che le condizioni all’interno dello pneumatico cambino. Ovviamente la questione è molto delicata e per ora anche parecchio fumosa. Attendiamo…
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv