Ferrari si perde nei meandri del set-up. Nella F1 attuale, la messa a punto delle vetture recita un ruolo cruciale. Lo sappiamo. È sempre complicato capire sbagli o errori nella costruzione dell’assetto e proprio per questo, le convinzioni che fanno presenza nel mondo virtuale, in talune circostanze non riescono a prendere forma in pista. È un po’ quello che è successo al Cavallino Rampante in Brasile, un fine settimana che per varie ragioni non ha confermato le attese. Ci sono tre settimane per studiare i dati e capire perché la competitività solita è rimasta sulla carta.
Sainz era in forte difficoltà. A differenza del compagno non è riuscito ad interpretare una vettura difficile. Il suo feeling è stato molto basso e lui stesso non lo ha nascosto. Sin dall’inizio del mondiale, sul bagnato, lo spagnolo ha sempre fatto tanta fatica. Anche Leclerc ha sofferto tantissimo, non ne ha fatto mistero in radio al termine della corsa. Nel suo caso, però, arriva un risultato che non esalta ma per lo meno limita i danni. Tenere dietro le due McLaren non era scontato e riuscirci tiene viva la lotta nel mondiale costruttori quando mancano 3 corse e una Sprint Race.
F1, GP Brasile: Leclerc sbaglia la chiamata ai box
Dopo il ritardo per la questione Stroll insabbiato in curva 4, nel primo stint di gara la pioggia ha cominciato ad arrivare dal terzo settore. Le squadre, in generale si aspettavano un aumento delle precipitazioni come fase a se, per una manciata di minuti soltanto. Era stimata un’intensità pari a 3 su una scala di 10. Nell’arco dei primi 20 giri l’intensità è poi tornata a scendere, raggiungendo la fase 1. L’importante per tutti era riuscire a scaldare velocemente la gomma, che comunque impiegava circa 2-3 giri. Una volta attivate, la Ferrari si è resa conto di essere più veloce di Ocon e Tsunoda.
Ciononostante era difficile avvicinarsi ed effettuare il sorpasso in pista, in quanto la scia turbolenta delle monoposto complicava tremendamente l’anelito. L’idea era quella di di allungare il più possibile lo stint. Per farlo era necessario raffreddare le gomme, in quanto man mano che le vetture girano, la traiettoria ideale si asciuga e le coperture tendono a surriscaldarsi. Verstappen ha cominciato a rimontare dalle retrovie contando su un ottimo passo. La RB20 è stata per tutto il weekend molto forte nelle prime tre curve, zona in cui spesso ha portato a termine diversi sorpassi.
Aveva una leggera carenza di rotazione alla 4, che hanno cercato di risolvere tramite i manettini. In casa McLaren si è parlato molto di come raffreddare le mescole, specialmente l’anteriore destra e le posteriori. È stato chiesto di gestire i compound specie alla 11. Norris si è lamentato di essere troppo lento sui rettilinei rispetto alla Mercedes di Russell. Il britannico della Mercedes, dopo aver preso la testa della gara, ha cercato di costruire un gap di sicurezza sull’inglese senza riuscirci. La MCL38 aveva più passo ed rimasta dietro trovando difficoltà nel sorpasso in pista.
Il primo a fermarsi dei pilota al comando della gara è stato Leclerc, che ha preso in prima persona la decisione di cambiare le mescole. A quel punto Ferrari si aspettava uno scroscio di pioggia in circa 6 minuti. L’idea era di aspettare, per evitare un altro stop nel caso piovesse abbastanza da richiedere le full wet. Anche Norris ha chiesto di fermarsi per montare una nuova intermedia in vista del nuovo acquazzone. Voleva avere delle gomme nuove per affrontarlo. Dal box della McLaren, però, gli hanno detto che non aveva senso e che la gomma sarebbe durata.
Di lì a poco l’intensità della pioggia aumenta e determina lo stop momentaneo di Hulkenberg in pista. Leclerc non è stato fortunato ma e poteva e doveva aspettare, in quanto poteva approfittare della Virtual Safety Car scatenata dalla Haas. Nel momento in cui sono entrati Russell e Norris, il pilota Haas è ripartito e il regime di VSC è terminato. Nel complesso, pertanto, Charles ha perso del “race time” contro Piastri e Tsunoda. Per fortuna nessuno ha montato le gomme da pioggia estreme. In quel caso avrebbe preso molto di più vedendosi costretto a un secondo stop.
C’è anche chi ha deciso di non fermarsi, come Ocon, Verstappen e Gasly. Questo tre piloti si sono quindi ritrovati a guidare il gruppo. In quel momento, però, avevano una gomma troppo usurata per gestire le condizioni della pista. Per loro fortuna la gara è stata messa sotto regime di Safety Car per la poca visibilità, e il botto di Colapinto contro le barriere a bordo della Williams ha determinato la bandiera rossa, momento chiave di questo Gran Premio. I tre piloti hanno quindi cambiato le gomme durante la red flag ottenendo un vantaggio enorme tramite un pit stop gratuito.
F1, GP Brasile: Ferrari resiste a McLaren. Verstappen sfrutta a pieno l’intermedia
Durante la sosta in corsia box tutti hanno montato gomme nuove. Dopo la ripartenza Ferrari ha lavorato per portare le gomme in temperatura, in quanto erano ancora abbastanza fredde. Rispetto ad altre monoposto di F1, il processo di “accensione” della rossa era più lento sulla SF-24. In questo frangente, il passo delle vetture era simile a quello dell’inizio della corsa e non stava più piovendo. Poi l’ulteriore Safety Car, questa volta causata dal botto di Sainz. Lo spagnolo è andato a muro per questa mancanza di aderenza, in quanto non riusciva a stabilizzare le gomme.
Resta solo Leclerc che una buona velocità dalla curva 12 in poi. Aspetto che ha precluso i sorpassi da parte delle due McLaren. C’è da fare un grande plauso al monegasco, in quanto oltre al doppio sorpasso al i, ha guidato almeno 10 tornate con una vetture che non stava in pista. Il posteriore troppo leggero, mentre in front-end era tutto tranne che preciso. In questo lasso di tempo sulla SF-24 numero 16 si notavano controlli continui sul volante, in tutte le parti della pista. La calma e la voglia di crederci del ferrarista ha fatto la differenza, in quanto non mai mollato lottando con una vetture bizzosa e scomposta.
Tutto moto più facile per la Red Bull. Il tre volte campione del mondo di F1 ha spinto tantissimo. Max è riuscito a mettere in pista un ritmo solidissimo con la sua RB20. La vettura stessa gli permetteva di spingere, grazie anche ad un’ottima gestione della mescola con le temperature adeguate che fornivano un livello di grip davo buono. Osservando il grafico notiamo come ha fatto il vuoto. Senza dubbio queste condizioni hanno reso il compito più facile alla scuderia, in quanto a differenza degli avversari hanno saputo interpretare al meglio le gomme nell’arco di tutto il fine settimana.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari – F1TV