Red Bull non vincerà il titolo costruttori di F1. Un dato di fatto, a meno di una improvvisa catastrofe, quando mancano due Gran Premi con tanto di Sprint Race al termine della campagna agonistica 2024. Perché la squadra di Milton Keynes non è riuscita a gareggiare sempre al top della forma? Le ragioni sono diverse e, in maniera molto banale, le motivazioni affondano le radici tutte nella stessa problematica: l’impossibilità di estrapolare la massima performance dalla monoposto per varie tematiche, tra cui l’amministrazione delle gomme, gli schemi sospensivi difficili da regolare e alcune caratteristiche delle RB20 tutto tranne che eccezionali.
Lo stesso Adrian Newey lo aveva predetto, ancor prima che la RB20 mettesse gli pneumatici sull’asfalto. Una crisi che è venuta a galla due mesi più tardi rispetto all’inizio del mondiale. Sì perché sino a quel momento, anche se in maniera non così perentoria rispetto all’epica cavalcata 2023, Red Bull pareva ancora una volta la monoposto da battere in F1. A primavera inoltrata, però, gli aggiornamenti dei diretti competitor hanno fatto realizzare un salto di prestazione importante, al quale la squadra austriaca non ha saputo rispondere a livello tecnico. Altro non si può dire.
L’ultima vera vittoria della Red Bull risale al Gran Premio di Spagna. Gara in cui la RB20 ha mostrato una superiorità in pista senza fattori ambientali o particolari contesti favorevoli. In Brasile ha vinto Verstappen, dopo 5 mesi, siamo d’accordo. Ma il trionfo arriva da una somma di elementi che hanno concesso al super talento dell’olandese di mettersi davanti a tutti, pure se Max scattava dalla piazza numero 16 della griglia. Per questo sosteniamo che le vetture colorate blue racing non sono più riuscite ad imporsi potendo contare solamente sulle proprie forze dal 23 giugno 2024.
Verstappen è un genio del volante e, se ce ne fosse stato ancora bisogno, lo ha ampiamente dimostrato nell’attuale campionato di F1. Per questo ha mantenuto il suo distacco sul secondo in classifica, quel Norris pasticcione, sino alla mazzata finale inflitta a Interlagos. Sostenere però che il fenomeno di Hasselt sia contento del tutto non è possibile. Lui scende in pista sempre per vincere. Messo da parte il quarto titolo iridato, quindi, il suo pensiero va al campionato 2025. Questo non significa che non lotterà tra Qatar e Abu Dhabi. Ma, come è logico che sia, le sue attenzioni sono rivolte al futuro.
F1, Red Bull conta di recuperare terreno e battersi per ambedue i mondiali nel 2025
Non a caso abbiamo parlato di attenzioni. La situazione è nota all’interno del team e non sta facendo dormire sogni poi così tranquilli al reparto tecnico. La prossima Red Bull, che molto probabilmente si chiamerà RB21, sarà un’evoluzione dell’auto attuale. Monoposto che subirà le necessarie correzioni per potenziare il rendimento. Rispetto alle ultime due annate, però, il team non chiude il mondiale con una certa superiorità. Questo significa che parte degli sforzi profusi sino ad ora sono stati spesi sulla RB20. C’è chi sta meglio sotto questo punto di vista: la Ferrari e soprattutto la McLaren.
A margine di quanto detto, va fatta comunque una precisazione. Non è che il team di F1 pluripremiato sia lontano anni luce dai migliori. Al contrario è molto vicino. Se la RB20 ha chiari difetti, come ammesso dai vari componenti della squadra, una volta apportate le giuste correzioni il salto di qualità potrà sbloccare le performance . Per questo, con tutte le precauzioni del caso, pare alquanto “carnevalesco” il commento di Pierre Waché, attuale numero uno del reparto tecnico. Dichiarazione in cui si definisce sfiduciato in chiave 2025, malgrado sia soddisfatto dei progressi degli ultimi mesi.
Red Bull ci ha abituato spesso a questo tipo di comunicazione farlocca. Horner, su tutti, ha pianto miseria in diverse occasioni, per poi percularci allegramente. Un po’ come ha fatto il suo “amico” Toto Wolff nei momenti d’oro della Mercedes. La verità è un’altra: il team ha studiato e capito i propri errori e conta di presentarsi ai nastri di partenza della prossima campagna in lizza per vincere. C’è poi Verstappen che sta spingendo parecchio. Lui stesso ha detto che diverse soluzioni sono già pronte, sicuro che i provvedimenti forniranno quella competitività assente quest’anno.
Max è un perfezionista e, come tale, ha fornito una pletora infinita di feedback nel corso della stagione. Mossa che ha contribuito alla costruzione di un bagaglio tecnico che verrà parecchio utile nei prossimi mesi. E sebbene non si aspetti che le cose cambino in maniera repentina, sa che il duro lavoro che Red Bull sta mettendo assieme porterà i suoi frutti. Intanto c’è il Qatar, pista dove la RB20 potrà fare bene pensando ai suoi tratti distintivi. Una gara da seguire con attenzione, perché a quanto appreso dalla nostra redazione, anzi tutto, l’obiettivo è lottare per la pole position.
Per quanto concerne la gara il discorso è differente, in quanto tutto dipenderà dalla capacità di amministrare le coperture. Aspetto sul quale Ferrari e McLaren hanno mostrato più capacità nell’arco del campionato. Attendiamo pertanto le prime ed uniche prove libere, pensando che il format Sprint Race si attesta come ottima occasione per fare bene. Scenario possibile, è ovvio, solamente se Red Bull sarà capace di scendere in pista e azzeccare da subito il corretto bilanciamento dell’auto. In caso contrario saranno dolori per la squadra austriaca…
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv
