Tre gare e una Sprint Race per credere nel mondiale costruttori. Ferrari e Red Bull stanno cercando di fare il meglio possibile in questo ultimo scorcio di campionato, dove McLaren si trova in testa alla classifica costruttori con 593 punti. La rossa paga “solo” 36 lunghezze alla squadra di Woking, che potrebbero non essere sufficienti, per mantenere il vantaggio, specie se la scuderia inglese continuerà a mostrare un andamento altalenante, dove la parola “ottimizzare” non fa presenza. Per il squadra di Milton Keynes la distanza è maggiore: 49 punti.
Per vincere un mondiale che premia chi costruisce le vetture servono entrambi i piloti, questo era chiaro. Parlando delle inseguitrici suddette, possiamo dire che Ferrari può vantare una coppia ben assortita, capace spesso di equivalersi per nutrire lo scopo. “I due Carlo” hanno messo in saccoccia due e tre vittorie ciascuno e, a parte qualche piccolo screzio rientrato immediatamente una volta scesi dalle vetture, nel 2024 hanno lavorato sodo, quando l’auto lo ha concesso, riuscendo a ottimizzare il rendimento in quei fine settimana dove era possibile fare bene.
Sostenere la stessa cosa per Red Bull è impossibile. Il confronto è infatti impietoso da questo punto di vista, in quanto l’assenza (in pratica totale) di Sergio Perez nell’arco del campionato sta condannando la scuderia austriaca nella sua difesa al titolo. Questo è. All’interno di tale scenario va sottolineato un fatto: McLaren non è che abbia fatto o stia facendo di tutto per aggiudicarsi l’iride che manca dal lontano 1998. Tantissimi errori, reiterati, malgrado nell’attuale campagna agonistica, tenendo a mente le potenzialità della MCL38, il team britannico poteva aggiudicarsi ambedue i mondiali senza problemi.
Zak Brown lo sa, idem Andrea Stella. I due lasciano trapelare il rammarico per il titolo piloti che ormai è appannaggio di Verstappen. L’olandese si confermerà campione del mondo di F1, vincendo il 4° titolo consecutivo. Una striscia che poteva essere interrotta da Norris, se il britannico fosse stato capace di gestire e incanalare il suo talento. La squadra non lo ha aiutato, siamo d’accordo, ma pure lui ha buttato al vento troppi risultati. In contesti competitivi dove arrivare primo, e soprattutto davanti a Max, non era poi così complicato. Basti pensare al Brasile.
F1, Ferrari e Red Bull non sono sfidanti
Un quinto posto nella mini gara del sabato e un doppio zero la domenica. Due impatti contro le barriere, tra qualifica e gara, che hanno lasciato vuoto il tabellino dei punti dello spagnolo nella consueta corsa domenicale. Il risultato dei 100 km fa sì che Sainz abbia portato in dote 4 punticini nell’arco dell’intero fine settimana, a Interlagos. Per quanto riguarda Leclerc, che guidava la stessa vettura con i medesimi problemi, la somma dei punti sale a 16: 6 lunghezze messe assieme con la Sprint Race e 10 conquistati al termine del Gran Premio.
In questo caso, risulta chiaro come il supporto dell’iberico non sia stato all’altezza della situazione. Ma la SF-24 non era affatto semplice da guidare. Dare un giudizio negativo sulla Ferrari di Sainz si può, sebbene al contempo non possiamo pensare che possa accadere nuovamente. Questo per dire che, Carlos, dovrebbe essere nuovamente in palla nelle ultime tre gare della stagione, e il team, come lo stesso Vasseur ha dichiarato, non è minimamente preoccupato del suo rendimento nei prossimi appuntamenti iridati. Al contrario, conta parecchio nel supporto del madrileño.
Sainz possiede tutte le carte in regola per aiutare la Ferrari a nutrire l’anelito bramato, al netto di quello che succederà in pista. Chi invece non dorme sogni tranquilli è Christian Horner. In passato ha difeso in più occasioni Sergio Perez, specialmente quando le Red Bull andavano come dei treni. Ora però non può più farlo. Sarebbe ridicolo e alquanto fuori luogo fornire una visione positiva della situazione. Il team principal inglese è stato abbastanza duro, questa volta, parlando della F1 come di un business dove i risultati sono fondamentali. E in effetti, chi può dargli torto?
Horner sostiene che Sergio non sia affatto contento della sua stagione, rendendo noto come il messicano lo abbia candidamente ammesso nelle segrete stanze. E ci mancherebbe, aggiungiamo noi. Negare l’evidenza non era possibile, e le tante scuse fornite da Perez nel corso della campagna agonistica per giustificare prestazioni imbarazzanti non erano più sostenibili. Horner non molla il mondiale costruttori e crede che l’obiettivo non sia del tutto sfumato. In linea di massima, la matematica lascia uno spiraglio a Red Bull. Chi invece condanna il team è proprio il pilota nativo di Guadalajara.
Pensare che in quest’ultima parte di stagione la narrazione possa cambiare non è semplice. Per questo, il favore del pronostico non può vedere Red Bull come sfidante accreditata. Troppo difficile che una litania negativa del genere possa trovare fine. Ferrari, invece, può crederci. Anche per il Cavallino Rampante è parecchio complicato. I punti non sono molti, è vero, ma per supportare questa volontà l’errore deve essere ridotto al minimo. Meglio pari a zero, se possibile. Oltre a ciò, sarà necessario arrivare sempre davanti alle McLaren e magari, perché no, sperare che continuino a sbagliare.
La SF-24 non subirà stravolgimenti. Il team di Maranello ha deciso di interrompere gli aggiornamenti e concentrarsi sull’auto. Si tratta di potenziare il rendimento tramite la messa a punto, e sfruttare appieno la monoposto italiana per trovare il compromesso aero-meccanico vincente. Questa mossa si è rivelata azzeccata tra Austin e Messico, ma è fallita miseramente in Brasile. Anche Red Bull adotterà questo approccio, ma il dualismo tra questi due team pende verso la rossa per quanto riguarda i costruttori. Il motivo è presto detto: Perez non è all’altezza della situazione, Sainz decisamente sì.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – McLaren